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GIUSEPPE ARCIMBOLDO


VITA E OPERE DI GIUSEPPE ARCIMBOLDO


Giuseppe Arcimboldo
Giuseppe Arcimboldo - L'imperatore
Rodolfo II in veste di Vertumno
- (1591)

Arcimboldo - Il libbraio
Giuseppe Arcimboldo - Il libraio - (1566)

arcimboldo
Giuseppe Arcimboldo - Estate
Giuseppe Arcimboldo (da alcuni documenti risulta il cognome Arcimboldi), nasce a Milano nel 1526. Era figlio di Biagio, un aristocratico milanese che appartenendo al ramo cadetto della famiglia, faceva il Pittore.

Giuseppe, iniziò lavorando con il padre come pittore presso la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, impegnato soprattutto nella realizzazione dei disegni delle vetrate e degli arazzi. Nel 1556 Arcimboldo lavora alla realizzazione di un grande affresco nel Duomo di Monza. Nel 1558 fu impegnato nel disegno per la realizzazione un arazzo nel Duomo di Como.

Non si hanno molte notizie sull’attività dell’artista, nel periodo nel quale visse a Milano. Probabilmente, non fu limitata al solo campo della pittura. Quasi sicuramente si occupò anche di caricatura.
Nel 1562, viene invitato alla corte di Vienna dal principe Massimiliano II d'Asburgo (futuro imperatore). Alla corte dell'imperatore Ferdinando I, Giuseppe Arcimboldo fu designato come ritrattista e nominato pittore di corte.
Ma il suo impegno non si limitò solo a questa attività, l’organizzazione e soprattutto la coreografia in tutti i suoi aspetti teatrali, ludici e la regia di eventi, furono tra le sue attività. La testimonianza di questo impegno e di questi lavori, sono i 148 disegni oggi visibili presso il Gabinetto dei disegni e delle Stampe degli Uffizi.

Nel 1563, Giuseppe inizia a dipingere quelle opere, per le quali forse è maggiormente ricordato. Delle teste grottesche ottenute con la combinazione di oggetti, vegetali e animali, in modo geniale e fantasioso. Queste opere manifestano il senso giocoso della ricerca del pittore, ma anche una profonda inquietudine. Le opere suscitano ammirazione, per il modo geniale con il quale vengono composte, ma anche e spesso in molti spettatori un senso di repulsione per la loro grottesca innaturalità. Vengono guardate con attenzione, per cogliere i particolari ed ammirare le soluzioni, ma lo sguardo non riesce ad indugiare a lungo, proprio per quel fastidio, che la visione suscita, facendo percepire malformazioni, che, anche se immaginarie, vengono tuttavia percepite.

In questo periodo realizza la serie di dipinti delle quattro stagioni, mentre due anni più tardi dipinge il bibliotecario, figura risultante dalla combinazione di una serie di libri.

Nel 1576, muore il suo protettore Massimiliano II d'Asburgo e Giuseppe Arcimboldo passa al servizio del nuovo imperatore Rodolfo II d'Asburgo, che stabilirà la nuova capitale dell'impero a Praga, dove l'artista lo seguirà.
I lunghi anni di lavoro prestati dall'artista a corte, furono lautamente compensati economicamente ed anche con onorificenze.

Nel 1587 Arcimboldo torna a Milano, ma promette all'imperatore di rimanere al suo servizio.
Nel periodo successivo continuò a lavorare con impegno e la sua fama crebbe negli anni. Nel 1589 dipinge Ninfa e La flora, che invia a Praga, mentre nel 1591, dipinge il ritratto di Rodolfo II in veste di Vertunno.

Nel luglio del 1593 Giuseppe Arcimboldo muore a Milano e viene sepolto nella chiesa di San Pietro della Vigna.

Nei decenni successivi alla sua morte, la sua fama si affievolì e la riscoperta delle sue opere venne solo nel XX secolo, sotto l’impulso della pittura surrealista.

arcimboldo ortolano arcimboldo ortolano capovolto
Giuseppe Arcimboldo - L'ortolano oppure Ortaggi in una ciotola (Natura morta capovolgibile)
- Olio su tavola