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Giovanni Cenni di Pepe detto GIOVANNI CIMABUE


OPERE DI GIOVANNI CIMABUE


Cimabue, Crocifissione
Cimabue - Crocifissione - 1280

Giovanni Cimabue Madonna in trono con bambino
Cimabue - Madonna in trono con bambino - 1280

Cimabue San Giovanni
Cimabue - San Giovanni - 1301

Cimabue - Madonna
Cimabue - Madonna in trono e S. Francesco

VITA DI GIOVANNI CIMABUE


Sembra che il suo vero nome fosse Cenni di Pepe (Pepo), detto Cimabue. Le notizie, storicamente comprovate sulla vita del pittore, sono poche. Secondo alcuni documenti, nasce a Firenze nel 1240 in una nobile famiglia. Neanche il suo Nome Giovanni è storicamente certo. La stessa carenza di notizie riguarda anche le opere del pittore, che gli storici hanno ricostruito con molta fatica ed incertezze.

Giovanni, da giovane, studia lettere presso il convento di Santa Maria Novella, dove entra in contatto con i maestri d'arte bizantina, che, a quel tempo, lavoravano a Firenze. Presto però, si distacca dal loro stile, sia nel modo di dipingere che nel colore.

Giovanni Cimabue fu un artista molto noto presso i suoi contemporanei. Dante e il Vasari lo menzionano in alcuni scritti con ammirazione e come uno dei maggiori pittori dell'epoca antecedente a Giotto. Come suo maestro e precursore, in effetti elabora uno stile personale e innovativo, che lo fa considerare nel Rinascimento uno dei padri della pittura italiana. La sua fama sarà però oscurata da Giotto che, secondo alcune fonti, sembra sia stato il suo più grande discepolo.

Il grande merito di Cimabue fu quello di aver saputo trasformare le figure idealizzate e statiche, risalenti alla tradizione bizantina, in figure aventi nuove caratteristiche di umanità ed emozioni. In questa direzione, successivamente, si evolverà la pittura italiana e occidentale.

L'artista, fu quindi un pittore capace ed innovatore, basta pensare ai nuovi espedienti con i quali rese drammatica la Crocifissione ad Assisi, o all'impensabile inclinazione del Crocifisso di Santa Croce, a un passo dal rinnovamento che sarà poi perseguito da Giotto.

Giovanni Cimabue (come afferma il Vasari) si formò nell'ambito del neoellenismo bizantino, avendo frequentato a Firenze alcuni pittori Greci, che erano stati chiamati per eseguire lavori nella città. La sua opera fu influenzata anche dal linguaggio dei mosaici del battistero fiorentino, alla cui esecuzione prese poi parte.

La più antica opera che si conosce del pittore, è il Crocifisso di S. Domenico di Arezzo (ca. 1270-75), in cui già si avverte la presenza di un'intensa forza espressiva di nuova concezione, anche se ancora entro gli schemi della composizione medievale. Di qualche anno più tardi è la Madonna in maestà degli Uffizi, caratterizzata dalla tensione che una dinamicità latente conferisce alla simmetrica, serrata composizione.

Successivamente viene datato il Crocifisso già in S. Croce a Firenze (ora al Museo dell'Opera di S.Croce), in parte distrutto dall'alluvione del 1966, dove il chiaroscuro, armonicamente fuso, conferisce all'opera un tono di drammaticità. Dal punto di vista temporale, vicino a esso, si colloca la Maestà della Vergine con San Francesco nella chiesa inferiore di Assisi, che però ha subito nel tempo rifacimenti ed è stata molto ridipinta.

Uno dei temi preferiti di Cimabue, come di molti altri pittori dell'epoca, è la raffigurazione in trono della Madonna col Bambino, circondata da angeli. Verso il 1280, il maestro realizza una bellissima Madonna in trono con bambino, conservata al Louvre. In quest'opera si notano ancora legami con la tradizione bizantina, come il fondo d'oro e le strisce dorate delle vesti, ma ci sono anche molte novità importanti, come la tridimensionalità del trono e la Vergine rappresentata non come un'immagine astratta, piatta e bidimensionale, ma una figura reale.

Negli anni successivi dipinge la Flagellazione, la Maestà di Santa Maria de' Servi a Bologna e i mosaici del Battistero di Firenze

Verso il 1288-1292, Cimabue viene chiamato ad Assisi, dal Papa Niccolò IV, per affrescare la Basilica Superiore. Qui realizza opere che rappresentano gli Evangelisti, la Storia della Vergine, scene dell'Apocalisse e due giudizio e crocifissione e storie di San Pietro nel braccio destro (ultimate dai suoi discepoli). Nella Basilica Minore affresca una Madonna in Trono con San Francesco. Anche se molto rovinate, in queste opere si avverte un linguaggio più dolce ed un coinvolgimento emotivo, che viene messo in risalto dall'ampia impaginazione dell'opera sul supporto e nel modo in cui con grande maestria suddivide gli spazi. Anche l'agitarsi e la drammaticità delle figure, che si alternano ad una placida armonia, contribuisce a dare una grande emotività all'opera.

Alla fine del secolo realizza la Madonna in Maestà per la Chiesa di Santa Trinità di Firenze. Tra il 1301 e il 1302 Cimabue decora a mosaico l'abside del Duomo di Pisa, ma muore, lasciando incompiuta l'opera.

La data della morte di Cenni di Pepe (Pepo), detto Cimabue, viene fatta risalire 1302 circa.

L'influsso di Giovanni Cimabue sui maestri Toscani, è noto e documentato, anche se poco si è scritto sugli effetti che la sua arte ha avuto, sopratutto a Firenze.
Nella storia dell'arte, generalmente viene ricordato come maestro di Giotto, anche se questa informazione, (trasmessa da Ghiberti), non trova conferma nello stile del presunto allievo. Infatti l'emotività trasmessa dalla sua pittura e il suo orientamento verso l'arte gotica, non sono presenti nella pittura del giovane Giotto.