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PUNTASECCA


Rembrandt le tre croci
Rembrandt - Le tre croci - 1653 circa -
puntasecca e bulino cm_55x45
La puntasecca è il nome di una tecnica di incisione e di stampa.
Con questa tecnica, si incide direttamente il metallo, senza servirsi di acidi.
Il nome di questa tecnica, deriva dall'utensile che viene usato per incidere la matrice.
Si tratta di una punta di metallo, molto dura e affilata.
L'utensile è sottile e tagliente. Ha l'aspetto di una matita, si usano diversi tipi di punte. La punta può essere affusolata ad ago o sfaccettata ed è di spessore variabile. Ancora migliori, sono le punte di diamante.

La pressione, che si esercita sulla punta, determina la profondità e quindi di larghezza del solco, che in fase di stampa, darà un segno più o meno intenso.
Viene usata graffiando, rigando o raspando.

Durante l'operazione, vengono sollevati, dalla matrice, dei filamenti di metallo detti barbe.
Questi filamenti o sbavature, al contrario di quanto avviene nella tecnica a bulino, non vengono tolte.

Esse al momento dell'inchiostrazione trattengono l'inchiostro e conferiscono al segno un aspetto vellutato caratteristico.

La pressione esercitata in fase di stampa, però le distrugge rapidamente e di conseguenza, man mano che si procede con la stampa, l'aspetto di queste viene alterato.
Questa tecnica, può quindi essere usata solo per tirature di stampa limitate.
Le matrici normalmente sono di rame o di zinco.
Nei tempi moderni qualche artista ha anche usato il plexiglas, che, è molto più facile da incidere. Inoltre, essendo trasparente è più facile controllare il risultato, durante la fase di incisione, mentre con gli altri materiali si dovevano aspettare le stampe di prova.

La puntasecca, ebbe una grande diffusione nel XV secolo, sopratutto in Olanda. Uno dei più grandi maestri in questa tecnica, fu Rembrandt.