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UMBERTO BOCCIONI


Pittore e scultore italiano, fu uno dei principali teorici ed esponenti del movimento futurista. Inventore del Dinamismo Plastico. La morte lo colse nel pieno della sua rivoluzione pittorica, privando l’arte moderna di uno degli esponenti più geniali dell'Europa di quegli anni.

LE OPERE DI UMBERTO BOCCIONI


Umberto Boccioni - autoritratto
Umberto Boccioni - Autoritratto

Boccioni - Il bevitore
Umberto Boccioni - Il bevitore 1914

Umberto Boccioni - dinamismo di un ciclista
Umberto Boccioni - Dinamismo di un ciclista

Boccioni - La madre
Umberto Boccioni - La madre

Boccioni - Forme uniche della continuità nello spazio
Boccioni - Forme uniche nella continuità dello spazio

BIOGRAFIA DI UMBERTO BOCCIONI


Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882. In seguito, la famiglia per motivi di lavoro, risiederà a Genova, a Padova e nel 1897 a Catania, dove Umberto conseguirà il Diploma in un Istituto Tecnico. Qui inizia anche una breve collaborazione con alcuni giornali locali e nel 1900 scrive il suo primo romanzo: Pene dell'anima.

L'anno successivo, si trasferisce a Roma ove frequenta la Scuola Libera del Nudo e lavora presso uno studio di cartellonista, dove apprende i primi rudimenti della pittura.
In questo periodo conosce Gino Severini e Mario Sironi, con i quali frequenta, lo studio del pittore divisionista Giacomo Balla. Nel 1903 Umberto dipinge la sua prima opera Campagna Romana o Meriggio.

Nel 1903 Umberto Boccioni partecipa all'esposizione annuale della Società Amatori e Cultori, ma nel 1905 la sua opera Chiostro viene rifiutata dai membri della giuria e organizza polemicamente, la Mostra dei rifiutati a Roma.
Nel 1906, il pittore si reca a Parigi, ove rimane colpito dai fermenti creativi che si respirano negli ambienti culturali. Dopo alcuni mesi, parte per un lungo viaggio a Monaco (dove incontra i membri del movimento "Sturm und drang"), San Pietroburgo e Mosca in Russia.

Al ritorno, Boccioni si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia ove apprende le tecniche dell'incisione. Nel frattempo disegna e dipinge attivamente, anche se non è soddisfatto delle sue opere, perché vorrebbe superare i limiti della cultura italiana che ritiene ancorato a vecchie tradizioni provinciali. Si trasferisce quindi a Milano, unica città dinamica italiana. Qui conosce e frequenta Romolo Romani, Gaetano Previati (autore di trattati teorici sulla tecnica divisionista), il pittore Carlo Carrà e l’architetto Antonio Sant’Elia e Filippo Tommaso Marinetti.
Questo ambiente culturale stimola la pittura dell'artista, che attenua i suoi interessi per il naturalismo e acquista evocazioni sociali, poi la tecnica divisionista, che l'autore arricchisce con arabeschi provenienti dall'Art Nouveau. Nacquero così alcune sue celebri tele, come il famoso trittico degli Stati d’animo. Il suo interesse per la psicologia, non ebbe mai i toni decadenti e raffinati del simbolismo, ma coniugò i temi della interiorità dell’uomo, con le suggestioni del futurismo.

Nel 1907 e 1908, il pittore annota, in modo dettagliato, in un diario, i suoi esperimenti stilistici, ma anche i suoi dubbi artistici. In questo periodo, diviso fra il divisionismo, il simbolismo ed il futurismo, dipinge, diversi temi, dai ritratti, qualche paesaggio urbano e quadri simbolici.
Dopo il 1909, usa un tratto colorato e violento che abbina alla movimentazione di superfici disegnate con linee geometriche.

LA SVOLTA FUTURISTA DI UMBERTO BOCCIONI


Dopo il primo manifesto futurista di Marinetti, Boccioni si avvicina al movimento avanguardista e nel 1910 scrive, con Carrà, Russolo, Balla e Severini, il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico della pittura futurista.

Nel manifesto si evidenziava che l'obiettivo dell'artista moderno doveva essere, quello di liberarsi dai modelli e dalle tradizioni figurative del passato, per volgersi al mondo contemporaneo, che era dinamico, vivace, in continua evoluzione.

I soggetti delle opere erano quindi la città, le macchine e il caos della realtà quotidiana. Nelle sue opere, Umberto Boccioni esprime in modo magistrale il movimento e benché influenzato dal cubismo, evitò nei suoi dipinti le linee rette e usò i colori complementari. In quadri come Dinamismo di un ciclista (1913), o Dinamismo di un giocatore di calcio (1911),  raffigura lo stesso soggetto in momenti temporali successivi, mostrando in modo efficace il movimento nello spazio.

Dal 1911 si dedica alla scultura. In poco tempo, raggiunge risultati eccezionali. Nella sua attività di scultore, invece trascura i materiali nobili, preferendo materiali più comuni. Gli interessava infatti solo illustrare l'interazione di un oggetto in movimento, con lo spazio circostante. Per questo motivo, solo pochissime sue sculture sono sopravvissute.

Boccioni diventa, in breve tempo,così il più rappresentativo esponente del movimento, con un suo linguaggio personale e riconoscibile. Partecipa a tutte le manifestazioni futuriste, organizzate in Italia e all'estero. Scrive anche il Manifesto della scultura futurista, dove tra l'altro suggerisce l'impiego, in una stessa opera, di materiali diversi e la possibilità ad inglobare frammenti o oggetti nel gesso delle sculture.

Nel 1911 organizza la Prima Esposizione di Arte Libera di Milano, dove espone Rissa in Galleria, La città sale e La risata. La feroce stroncatura della mostra scatena una spedizione punitiva, e Boccioni, Carrà, Marinetti e Russolo si scontreranno, con gli animatori del giornale La Voce, in una rissa finita in Questura.

Successivamente si reca a Parigi, dove conosce Picasso, che lo introduce al cubismo. Questo porta il pittore a rielaborare il trittico Stati d’animo, che scatenerà una fervida polemica fra cubisti e futuristi.

Nel 1913 organizza l’esposizione di pittura futurista di Lacerba a Firenze e successivamente le sue sculture vengono esposte a Parigi e a Roma. Nel 1913 realizza Forme uniche nella continuità dello spazio. In questa famosa scultura, mette in risalto la deformazione plastica di un corpo umano in movimento e la trasforma in una forma aerodinamica dove il corpo, molto stilizzato,  trasmette una grande sensazione di forza e di potenza. La statua diventa il simbolo stesso dei futuristi e dell’uomo futuro: l'uomo, rappresentato metà umano e metà macchina, lanciato in corsa, che attraversa il mondo con forza e velocità.
Nel 1914, partecipa alle esposizioni collettive di Roma, Napoli, Lipsia, Londra, e tiene una personale a Firenze. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l'artista è favorevole all'intervento italiano e quindi, si arruola volontario.

Il 17 agosto 1916 Umberto Boccioni muore a Chievo (Verona) durante un'esercitazione militare e dopo una caduta da cavallo.
Nei suoi pochi anni di vita, era riuscito ad attraversare e fare proprie, le maggiori novità artistiche di quel periodo, dal divisionismo al futurismo, dall’espressionismo al cubismo. La sua produzione artistica è stata caratterizzata sempre da opere di grande qualità. L'artista, passò attraverso i temi della psicologia e prese dall’espressionismo la capacità comunicativa, ma non giunse mai alle esasperazioni deformistiche di quella corrente.
boccioni stati d'animo
Umberto Boccioni - Stati d'animo