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MICHELANGELO MERISI detti IL CARAVAGGIO


OPERE di CARAVAGGIO


Caravaggio
Caravaggio - Incoronazione di spine -
olio su tela - 1603

Caravaggio - Bacco
Caravaggio - Bacco

Caravaggio La cena in Emmaus
Caravaggio - La cena in Emmaus -
olio su tela - 1602

Caravaggio - Vocazione di S. Matteo
Caravaggio - Vocazione di S. Matteo -
olio su tela - 1600 - cm 322 x 340

Caravaggio - San Girolamo
San Girolamo - olio su tela - 1606 - cm 112 x 157

CARAVAGGIO - BIOGRAFIA


Michelangelo Merisi, nasce a Milano il 29 settembre 1571 da Fermo Merixio e Lucia Aratori. Muore a Porto Ercole il 18 luglio 1610. Il soprannome Caravaggio viene dal nome della cittadina in provincia di Bergamo, dove trascorse l'infanzia.
L'artista, seppur morto in ancora giovane età, è considerato uno dei più celebri pittori di tutti i tempi. Famoso ed ammirato per gli efficaci contrasti di luce ed ombre che realizzava nelle sue opere. I suoi dipinti combinano l’uso spettacolare della luce, con un'analisi fisica ed emotiva dei personaggi, che non ha eguali nel panorama pittorico italiano ed internazionale ed hanno avuto una forte influenza sulla pittura barocca. Caravaggio, fu un grande pittore, un grande colorista ed eccelso interprete della realtà. La sua breve vita fu però avventurosa, il suo carattere irrequieto lo condiziono, soprattutto dopo che nel 1606, si rese colpevole di omicidio e condannato a morte, fu costretto a scappare continuamente, vagabondando per tutta Italia, in Sicilia e a Malta.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, si forma a Milano (1584-1588), presso la bottega del pittore Simone Peterzano. Qui acquisisce i modi del realismo della scuola lombarda. In seguito quando Peterzano lo porta con se in alcuni viaggi a Venezia, viene in contatto con il rinascimento veneto e conosce i dipinti del Tintoretto.
Poche notizie si hanno del periodo tra il 1580 ed il 1592 anni che senz’altro contribuirono sulla sua formazione, ma già nel 1590, il giovane pittore trascorre un anno in prigione.
Nel 1592 Michelangelo Merisi si trasferisce a Roma, dove lavora prima presso Lorenzo Siciliano, poi presso Antiveduto Gramatica, e infine presso il Cavalier d'Arpino, che gli fa dipingere nature morte di fiori e frutta.
L'artista, però inventa un suo particolare repertorio dipingendo giovani presi dalla strada, con cesti di frutta, calici e oggetti di vetro.
Nel 1595 il Caravaggio è accolto in casa del cardinale Francesco Maria Del Monte, suo primo mecenate. Dipinge: i Bari, Riposo durante la fuga in Egitto, Bacco e la Maddalena penitente.

Nel 1599, Caravaggio ottiene la sua prima commissione pubblica: la Vocazione e il Martirio di san Matteo per la cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi.
Trovò quindi nel marchese Giustiniani un nuovo protettore, che molto contribuì alla sua formazione culturale e che spesso lo tolse dai guai con la giustizia nei quali si andava a cacciare per la sua indole aggressiva. Colleziono infatti molte denunzie e fu spesso messo in prigione.
L’affermazione di un suo stile personale è evidente soprattutto nei dipinti della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi a Roma per la quale esegue tre dipinti: la Vocazione di San Matteo, il Martirio di San Matteo e San Matteo e l'angelo. Con il Martirio di San Matteo ha inizio la poetica caravaggesca del rapporto luce-ombra che poi si svilupperà nelle opere successive. La luce è l'elemento caratterizzante dell'intera opera di Caravaggio. Una luce che entra da una finestra fuori scena illuminando il braccio del Cristo che emerge dall'ombra. Il raggio della luce conduce l'occhio dello spettatore da destra verso sinistra, dal gruppo di personaggi al gesto di Cristo.

Del dipinto rappresentante San Matteo e l'angelo esistevano due versioni, ma il primo è andato perduto. Prima di quest'opera l'artista riceve la commissioni per altri due dipinti per la cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo: Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo.
In seguito esegue per la chiesa di Santa Maria in Vallicella la Deposizione, oggi alla pinacoteca Vaticana. La composizione ha una struttura piramidale che ricorda le composizioni michelangiolesche.
Esegue in questo periodo opere come la Madonna dei Pellegrini la Madonna dei Palafrenieri e la Morte della Vergine per Santa Maria della Scala in Trastevere, che fu rifiutata dai committenti per ragioni di decoro (oggi il dipinto si trova al museo del Louvre).
A Genova nel 1605 dipinge l’Ecce Homo, quindi scappa per sfuggire alla giustizia in seguito al ferimento del notaio Mariano Pasqualone.
Il 26 maggio del 1606 uccide in una rissa Ranuccio Tomassoni da Terni.
Fu processato ed il verdetto fu severissimo: Caravaggio venne condannato alla decapitazione, che poteva esser eseguita da chiunque lo avesse riconosciuto per la strada.

In seguito a questa condanna, nei dipinti dell'artista cominciarono ossessivamente a comparire personaggi giustiziati con la testa mozzata, e il suo macabro autoritratto prendeva spesso il posto del condannato. Fugge prima presso i feudi dei suoi protettori e amici romani, ma poi si rifugia a Napoli dove rimase circa un anno sotto la protezione dei Colonna. Tra il 1606 e il 1607 il maestro esegue molte opere: Le sette opere di Misericordia, una prima versione della flagellazione di Cristo, conservata al museo di Capodimonte. la Giuditta che decapita Oloferne, la Sacra famiglia con san Giovanni Battista, il Salomè con la testa del Battista, la prima versione di Davide con la testa di Golia, la Crocifissione di sant'Andrea, ed infine, la più importante, ad opera della famiglia Carafa-Colonna, la Madonna del Rosario.

Nel 1607 parte per Malta e sempre per intercessione dei Colonna, entra in contatto con il gran maestro dell'ordine dei cavalieri di san Giovanni, a cui il pittore fece anche un ritratto. Il suo obiettivo era diventare cavaliere per ottenere l'immunità, poiché su di lui ancora pendeva la condanna alla decapitazione. Qui esegue la sua più grande tela: la Decollazione del Battista, unica opera firmata. La scena è spoglia, rappresenta un ambiente squallido, con colori spenti. Dopo un anno di noviziato, viene nominato cavaliere, una riabilitazione per la vita sgretolata dell’artista.
Fu però nuovamente arrestato per un litigio con un altro cavaliere di rango superiore e Venne rinchiuso in carcere a La Valletta. Da qui riuscì ad evadere e si rifugiò in Sicilia a Siracusa.
Viene quindi espulso dall'ordine dei cavalieri di Malta (con disonore) e fugge a Siracusa dove dipinge il Seppellimento di Santa Lucia. In questo caso il pittore lascia grandi spazi vuoti su una tela di dimensioni notevoli. Anche nelle successive opere realizzate a Messina: La resurrezione di Lazzaro e l'Adorazione dei pastori, viene riconfermata questa tendenza.

Nel 1609, Caravaggio tornò a Napoli dove esegue opere come Davide con la testa di Golia e Salomè con la testa di Battista, prima di venire ferito gravemente. Dipinge quindi la Resurrezione di Lazzaro e l'Adorazione dei pastori. Infine, nel 1610, dipinse il Martirio di sant'Orsola per Marcantonio Doria, oggi conservato a Napoli. Questo è di fatto l'ultimo dipinto di Caravaggio arrivato ai giorni nostri.
Nel 1610, in attesa di ricevere la grazia, che i suoi amici e protettori a Roma stavano cercando di procurargli, cercò di raggiungere Roma.
Durante il viaggio, ebbe diverse disavventure fino a quando raggiunse Porto Ercole per salpare per Roma. Qui il 18 luglio 1610, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, muore di febbre sulla spiaggia. Alcuni studiosi sostengono che il pittore fu assassinato da emissari dei cavalieri di Malta con il tacito assenso della Curia Romana. Non aveva ancora 39 anni, pochi giorni dopo arriverà la grazia con il permesso di ritornare a Roma.