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GIORGIO DE CHIRICO


Fragili architetture, manichini, atmosfere inquiete, sospese, senso di inquietudine e ombre lunghe e irreali. Questi, succintamente sono le principali inconfondibili caratteristiche dell'opera di Giorgio De Chirico. L'artista fu il massimo esponente della pittura Metafisica e si estraneò sempre da tutte le avanguardie. Reinterpretò i miti in chiave surrealista e ci ha lasciato un inestimabile patrimonio artistico.

OPERE DI GIORGIO DE CHIRICO

De Chirico autoritratto
Giorgio De Chirico - Autoritratto

de chirico piazza di italia
Giorgio De Chirico - Piazze d'Italia

de chirico ettore e andromaca
Giorgio De Chirico - Ettore e Andromaca

de chirico muse inquietanti
Giorgio De Chirico - Le Muse inquietanti

de chirico cavalli
Giorgio De Chirico - Cavalli

de chirico cavalli riva mare
Giorgio De Chirico - Cavalli in riva al mare

BIOGRAFIA DI GIORGIO DE CHIRICO

Giorgio De Chirico nasce il 10 luglio 1888 a Volos, in Grecia. Il padre è un ingegnere (impegnato nella costruzione della ferrovia Atene-Salonicco) Evaristo e la madre, una nobildonna genovese, Gemma Cervetto. Nel 1891 nasce il fratello Andrea, che assumerà dal 1914 lo pseudonimo di Alberto Savinio per la sua attività di musicista, letterato e pittore. La famiglia nel 1899 si trasferisce ad Atene e Giorgio dal 1903 al 1906, frequenta il corso di disegno della sezione Belle Arti del Politecnico. Nel 1905, muore il padre, interrompe gli studi e lascia la Grecia. Nel 1906, con la famiglia, si reca prima a Firenze e poi a Venezia e Milano. In autunno si trasferisce a Monaco di Baviera, dove frequenta per circa due anni l'Accademia di Belle Arti.

Nel 1908 torna in Italia. Dipinge le sue prime tele sotto l'influenza di Bocklin (ll Centauro ferito, La battaglia tra Opliti e Centauri, etc.). Nel 1910 De Chirico soggiorna a Firenze, per circa un anno. Egli ha scritto che allora il suo periodo bockliniano era terminato e dipingeva soggetti ove cercava di tradurre quel sentimento misterioso e potente scoperto nei libri di Nietzsche: la malinconia delle belle giornate d'autunno, il pomeriggio nelle città italiane. In effetti quadri come Enigma di un pomeriggio d'autunno, L'enigma dell'oracolo e il ritratto del fratello, fondano le citazioni di Bocklin in un'atmosfera che prelude alle successive Piazze d'Italia.

Nel 1911 raggiunge, il fratello a Parigi, dove rimarrà fino al 1915. Qui divenne amico dei poeti Valery e Apollinaire e conobbe Picasso, ma rimase estraneo al cubismo che, in quegli anni, rappresentava la grossa novità artistica parigina. Egli rimase comunque sempre estraneo a tutte le avanguardie, nei confronti delle quali manifestò spesso atteggiamenti polemici.
A Parigi, la sua pittura, che fino ad allora aveva elaborato le suggestioni dei pittori tedeschi, si sviluppa in un linguaggio autonomo. Dalla nostalgia dell'Italia e dal concetto di atmosfera del senso morale, nasceranno altre opere metafisiche.

Nel 1912, Giorgio De Chirico partecipa al Salon d'Automne con tre tele: una Piazza d'Italia, un Autoritratto e L'enigma dell'oracolo, che ottengono un buon successo di critica. Nell'abbondante produzione di questi anni l'artista inventa ed elabora con straordinaria fantasia temi di misteriosa magia poetica: visioni architettoniche, piazze d'Italia, statue solitarie, oggetti vicini a inquietanti manichini e realizza le sue prime nature morte. Nel 1915 il pittore viene richiamato in Italia per lo scoppio della guerra. Riconosciuto il suo cattivo stato di salute, svolge un lavoro ausiliario e continua a dipingere.

Nel 1917, De Chirico conobbe i pittori Carlo Carrà e Filippo De Pisis, dal confronto con i quali scaturirono nuove idee, che contribuirono alla elaborazione dei canoni della pittura metafisica, che nasce come allusione ad una realtà diversa da quella che vediamo e gli oggetti o i luoghi, che conosciamo, sembrano rivelare un nuovo sorprendente aspetto.

Le opere realizzate dal maestro, in questi anni, sono caratterizzate dalla rappresentazione di architetture essenziali, immerse in un clima magico e misterioso, con prospettive non realistiche, e soprattutto dall'assenza di figure umane.
In alcuni quadri, Ettore e Andromaca (1917) e Ville romane, compare anche il tema archeologico. Il personaggio di un dramma scritto dal fratello, gli ispira la figura del manichino, simbolo dell'uomo-automa contemporaneo nell’opera Il grande metafisico. Nel 1918 viene trasferito a Roma. Dipinge il doppio ritratto suo e della madre, frequenta i musei d'arte antica, copia i grandi artisti, collabora a qualche rivista e frequenta i letterati e gli artisti.

De Chirico partecipa con Carrà ad una mostra e organizza una personale con opere del periodo metafisico di Ferrara. Pubblica un volume con 12 sue opere, commentate da illustri scrittori ed artisti. Nel 1921 espone a Berlino. Negli anni successivi De Chirico dipinge le serie delle Ville romane, dei figliol prodigo, degli Argonauti e realizza una nuovo gruppo di nature morte. Rielabora, con nuovo spirito e nuova tecnica, motivi metafisici degli anni precedenti. Nel 1922 espone a Firenze e a Parigi. Nel 1923 espone alla Biennale romana.

Nel 1924 l'artista partecipa alla Biennale di Venezia e dopo si reca a Parigi, dove conosce Raissa Gurievitch Krol, un'attrice russa, che sposa in questo stesso anno. Con Lei si stabilisce a Parigi, dove nel 1926 allestisce una personale con 30 dipinti. Accolto in un primo momento come ispiratore dei surrealisti, successivamente rompe definitivamente con loro e questi conducono un vero e proprio ostruzionismo verso la sua recente produzione.

Nel 1928 Giorgio De Chirico realizza la sua prima personale a Londra e pubblica il Piccolo trattato di tecnica pittorica.
Intanto la polemica con i Surrealisti raggiunge il suo acme e quando il pittore inaugura una mostra di quadri recenti d'impronta classicheggiante, i Surrealisti allestiscono nella loro galleria una esposizione intitolata Opere antiche di Giorgio De Chirico, con dipinti metafisici, in buona parte provenienti dalla collezione personale di Breton.

L'arte del pittore é comunque riconosciuta dai massimi artisti dadaisti e surrealisti e anche gli artisti tedeschi della Nuova oggettività, del Realismo magico e del Bauhaus ne sono profondamente influenzati. Anche le opere più recenti cominciano ad ottenere consensi critici. In seguito, la sua pittura si rivolse sempre più ad una classicità di tipo archeologico, con la mitologia sempre interpretata in chiave metafisica. E la pittura metafisica rimane il suo primo amore ed ad essa fece costantemente ritorno, anche negli anni successivi. Il suo repertorio appare arricchito di nuovi temi: cavalli sulla riva del mare, trofei e personaggi mitici, mobili ambientati in aperti paesaggi e paesaggi chiusi in piccole stanze. Infine, i primi quadri sul tema dei gladiatori.

Il suo matrimonio è in crisi e all'inizio degli anni '30 incontra a Parigi Isabella Pakszwer Far, che sposa a Firenze durante la guerra e che fu la sua compagna per il resto della vita. Nel frattempo la crisi economica si ripercuote anche nel mercato dell'arte e il pittore decide di ritornare a Roma con la moglie.
Dal 1931 inizia un periodo di frequenti viaggi e soggiorni all'estero per curare l'attività espositiva e scenografica. Nel 1935 espone alla Quadriennale romana e dopo a New York. In ottobre presenta una serie di opere datate 1908-1918 ed ottiene un buon successo di pubblico e critica. Nel 1941 realizza un altro capolavoro grafico, venti litografie per l'Apocalisse.

Nel 1946 l’artista è molto infastidito dallo spaventoso numero di opere false e soprattutto, dall'atteggiamento della cultura artistica che tende a beatificare il momento metafisico ai danni del lavoro successivo, proseguendo così nella posizione iniziata dai surrealisti. Giorgio De Chirico dichiara falsi i dipinti degli anni '20 e '30 facenti parte della retrospettiva organizzata presso la galleria Allard di Parigi e scoppia uno scandalo.

Nel 1949 organizza a Londra, una mostra personale con più di 100 quadri. La London Gallery, in contrapposizione, espone esclusivamente le sue opere metafisiche.
La stessa cosa succederà a Venezia, in contrapposizione con le opere selezionate per la rassegna della Biennale.

Continua a dipingere contemporaneamente opere di atmosfera metafisica e di impianto tradizionale. Nel 1970 viene pubblicato il primo volume del catalogo generale dei suoi dipinti e nel 1975 l'artista viene nominato Accademico di Francia ed espone al Museo Marmottan. Nel 1977 realizza, con la tecnica della litografia a colori, delle nuove illustrazioni per l'Apocalisse. La critica, lo riabilita completamente, ma la sua vita viene turbata da una serie di questioni legali, che egli stesso aveva intentato per arginare il fenomeno dei falsi.

Giorgio de Chirico, all'età di 90 anni, muore a Roma il 20 Novembre 1978 al termine di una lunga malattia. Egli fu tra i massimi maestri dell'arte internazionale del XX secolo, e nei lunghi anni d'attività ebbe diverse fasi stilistiche, dalla Metafisica al ritorno alla dimensione classica, dalla reinvenzione della pittura dei maestri del passato, alla neometafisica degli ultimi decenni. Il Pittore non fu solo maestro del Surrealismo, ma soprattutto autorevole esponente di un movimento che controbatte l'esaltazione futurista.

Fu anche scrittore di memorie autobiografiche, raccontini e di una opera letteraria: L'Hebdomeros. Scrisse anche il romanzo autobiografico Il signor Dudron, il Piccolo trattato di tecnica pittorica, la Commedia dell'arte moderna e l'autobiografia Memorie della mia vita e alcune poesie in francese.