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SALVATORE FIUME


Il siciliano Salvatore Fiume fu un artista completo, nel corso della sua vita, la sua attività ha abbracciato diversi campi dell'arte. Egli infatti fu pittore, scultore, architetto, scrittore e anche scenografo.
 

OPERE DI SALVATORE FIUME


Fiume Gesù fanciullo nel tempio fra dottori
Fiume - Gesù fanciullo nel tempio fra i dottori -
1988 - olio su masonite - cm 50.5x36

Fiume graffiti
Salvatore Fiume - Graffiti

Fiume fontana torretta
Salvatore Fiume - Fontana

Fiume Flagellazione
Salvatore Fiume - Flagellazione - 1954 -
olio su masonite - cm 36×54

Fiume somale
Salvatore Fiume - Somale

Fiume salvatore - La rosa rossa
Salvatore Fiume - La rosa rossa

Salvatore Fiume, mura castello
Salvatore Fiume - mura del castello

BIOGRAFIA DI SALVATORE FIUME


L'artista nacque a Comiso (RG), in Sicilia, il 22 ottobre del 1915. Come tutti i grandi artisti, sin da ragazzo mostrò una spiccata attitudine per l'arte e a 16 anni vinse una borsa di studio, che gli permise di entrare al Regio Istituto d’Arte del Libro di Urbino. Qui, imparò le tecniche di stampa e di incisione, sopratutto litografia, serigrafia, acquaforte e xilografia. Dopo aver completato gli studi, nel 1936 si trasferì a Milano, dove conobbe le più importanti personalità della cultura artistica ed intellettuale italiana di quel periodo, come Buzzati e Quasimodo.

Nel 1938, viene assunto dalla Olivetti, come direttore artistico della rivista "Tecnica e Organizzazione" e si trasferisce ad Ivrea. Nel 1940 si sposa con Ines Gualazzi.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l'artista viene richiamato alle armi.

L'ambizione principale di Salvatore Fiume era quella di affermarsi come pittore, ma invece, ebbe il suo primo successo con un’opera letteraria, il romanzo Viva Giocondal, pubblicato nel 1943.
Nel 1946 decide di dedicarsi completamente alla pittura, si licenzia dalla Olivetti e si trasferisce a Canzo, vicino a Como. Nel 1948, dipinse ed espose a Milano una serie di dipinti ispirati alla Spagna, firmandoli con il nome di: Francisco Queyo. L'artista aveva inventato questo personaggio, un pittore spagnolo perseguitato politico rifugiato a Parigi e firmava le sue opere con questo nome.

La sua prima vera mostra si tenne a Milano, presso la Galleria Borromini nel 1949, qui le sue opere suscitarono positivi commenti della critica. Durante la mostra, una sua opera fu acquistata dal direttore del Museo d’Arte Moderna di New York, e per questo fu invitato a partecipare alla Biennale di Venezia del 1950.
Agli inizi degli anni Cinquanta, gli furono commissionate una serie di opere per le sale di riunione delle riviste Life e Time a New York, un ciclo di dieci dipinti per l’industriale Buitoni ed un enorme dipinto per le pareti del salone di prima classe del transatlantico Andrea Doria.

In quegli anni, la notorietà di Salvatore Fiume si espande ed egli espone in tutto il mondo. Nel 1962 fa una mostra itinerante, con un centinaio di quadri, in diversi musei tedeschi.
Nel 1973 si reca in Etiopia, qui nella valle di Babile, dipinge un gruppo di rocce, usando vernici marine anticorrosione. Nel 1974 si tiene una mostra antologica al Palazzo Reale di Milano, occasione nella quale presentò la Gioconda Africana.

Nel 1975, viene affascinato dalle bellezze storiche del paese di Fiumefreddo Bruzio, in Calabria e decide di sostarvi per qualche tempo. Qui, decise con le sue opere, in modo gratuito, di ridare vita al centro storico della cittadina calabrese. Il pittore dipinse, alcune pareti interne ed esterne dell'antico castello semidistrutto e nel 1977, la cupola della cappella di San Rocco. Negli anni novanta collocò una scultura di bronzo in ognuna delle due piazze panoramiche di Fiumefreddo.

Successivamente, partecipa a numerose esposizioni collettive ed allestisce diverse personali.
Già dagli anni quaranta Salvatore Fiume si dedicava alla scultura, ma nel 1994, debutta ufficialmente come scultore, esponendo in una mostra alla Galleria Artesanterasmo a Milano.

Nel 1950, invece, debutta come scenografo, eseguendo i bozzetti per le scene e i costumi de La Vida Breve di Manuel de Falla. L'attività di scenografo proseguì fino agli inizi degli anni Sessanta, collaborando con i più grandi teatri italiani ed esteri.

Nello stesso tempo, proseguì anche l’attività di scrittore, pubblicando 3 romanzi, numerosi racconti, 9 commedie, una tragedia e 2 raccolte di poesie. Per la sua attività di scrittore, poeta e drammaturgo, nel 1988, l'Università di Palermo, gli conferisce, la laurea ad honorem in Lettere Moderne.
Nel 1993 Fiume si reca in Polinesia, per visitare i luoghi che avevano ispirato Gauguin e in omaggio al grande maestro francese, realizza e dona un suo dipinto al Museo Gauguin di Tahiti.

Le opere che Fiume dipinse in età matura, hanno come soggetti di fantasia con odalische e scene esotiche, i colori sono molto vivaci e l'atmosfera spazia tra il magico ed il metafisico. Il maestro si ispira ai dipinti di Goya, di Manet ed è molto attratto dalla pittura esotica di Gauguin. Queste fonti di ispirazione sono però da lui rielaborate in modo soggettivo e ricostruite con una grande forza espressiva e una capacità comunicativa, che coinvolge emotivamente gli spettatori.

La sua vena produttiva spazia tra le opere in pietra, bronzo, resina, legno e ceramica. Realizza opere anche di grandi dimensioni, come la statua di bronzo al Parlamento Europeo di Strasburgo ed i gruppi in pietra degli ospedali San Raffaele di Milano e di Roma.

Negli ultimi vent'anni di vita, Salvatore Fiume aveva vissuto con la compagna Zeuditù ed assistito da lei, muore a Milano il 3 giugno, 1997.
Le sue opere si trovano oggi nei più importanti musei di tutto il mondo.