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GIOTTO DI BONDONE


L'artista è conosciuto comunemente con il solo nome di Giotto. Il pittore nacque in una famiglia contadina nel 1266 o nel 1267 a Colle, frazione di Vespignano (nel Mugello presso Firenze).
Di famiglia povera, si racconta che fu notato dal pittore Cimabue, mentre ancora piccolo, era intento a disegnare su una pietra piatta le pecore che conduceva al pascolo. Il maestro, rimase impressionato dalla bravura del giovinetto, convinse i genitori e condusse con se il pastorello, che divenne il suo allievo.
Anche se non si può attribuire a una sola persona un generale mutamento culturale e artistico, alcune persone danno un'impronta fondamentale e un impulso unico al cambiamento. Giotto di Bondone è stato indubbiamente l'artefice di un profondo mutamento del linguaggio figurativo. Egli fu iniziatore di uno stile nuovo, che segnò un punto di rottura con il passato e aprì la via alla modernità dello stile gotico.
 

OPERE DI GIOTTO


Giotto - saluto di gioacchino e santanna
Giotto - Saluto di Gioacchino e Sant'Anna

Giotto - Giudizio Universale
Giotto - Giudizio Universale -
affresco 1305-1313

Giotto - ritratto
Giotto - Ritratto

Giotto_Polittico_di_Santa_Reparata_particolare_Annunciazione
Giotto - Polittico di Santa Reparata -
Particolare Annunciazione

VITA DI GIOTTO


Con il suo maestro Cimabue, il giovane viaggiò a Roma e Assisi e fece le sue prime esperienze ed acquisì le tecniche pittoriche.
Durante il suo apprendistato acquisì il senso del colore dal gusto bizantino e fu influenzato dall'espressione grafica fiorentina, tesa a dare maggior vigore plastico alle raffigurazioni. Giotto di Bondone seppe quindi liberarsi dalla stilizzazione della pittura gotica ed amalgamò il tutto costruendo uno stile personale e sorprendentemente moderno. Ben presto superò i suoi maestri ed iniziò a dipingere per conto proprio.

Nel 1290, dipinse, le Storie di Isacco affrescate nella chiesa superiore di Assisi.
Non sembra esserci soluzione di continuità tra queste opere e quelle del ciclo inferiore dedicate alla Vita di S. Francesco, sebbene si pensi a un viaggio a Roma in questo periodo e soprattutto alla maggior influenza di Cavallini, che si riscontra in questo secondo ciclo pittorico.
In poco tempo diventò maestro e il suo stile innovativo iniziò ad affermarsi. Alla fine del secolo si possono far risalire le sue più antiche opere fiorentine: la Madonna di San Giorgio alla Costa e il Crocifisso in Santa Maria Novella.
Nel 1287, Giotto sposò Ciuta di Lapo del Pela, dalla quale ebbe cinque figli: quattro femmine e un maschio.
Tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento, lavorò a Roma, dove attese al lavoro del ciclo papale nella Basilica di San Giovanni in Laterano e ad altre decorazioni (dipinse la Proclamazione dell'Anno Santo e realizzo il mosaico della Navicella) in occasione del Giubileo del 1300, indetto da Papa Bonifacio VIII.
Ad Assisi, controllò l'andamento della decorazione della Chiesa Superiore di San Francesco.

Già nel 1300 Giotto di Bondone era un pittore affermato, con una bottega avviata ed un discreto patrimonio. Possedeva molti terreni ed aveva raggiunto grande fama sia come pittore, che come architetto. Boccaccio lo definì  “il miglior dipintor del mondo” e la sua fama d’innovatore del gusto e dello stile artistico iniziò e si diffuse subito, sin dagli inizi della sua attività. La sua arte, fu un modello ed una guida anche per le generazioni successive, sino al Rinascimento. Egli utilizza gli strumenti pittorici e la prospettiva con una propria libertà, scegliendoli e subordinandone l'uso all'effetto che intende raggiungere. Sopratutto negli affreschi mostra una padronanza eccezionale della prospettiva.

Rari e variamente interpretati sono i documenti sulla sua partecipazione al cantiere della basilica superiore di San Francesco ad Assisi.
A Santa Maria Novella dipinge il monumentale Crocifisso con Cristo raffigurato, (fuori dai canoni tradizionali), umanissimo e sofferente. Anche i benedettini richiedono al pittore un'opera per l'altare della loro chiesa fiorentina (Polittico di Badia, oggi agli Uffizi). A Rimini, il pittore esegue, alcuni affreschi, che sono andati perduti e un Crocifisso per la chiesa di San Francesco. Tra il 1303 ed il 1305, si trasferisce a Padova dove attende alla decorazione della cappella degli Scrovegni. Qui esegue l'Annunciazione e Il Giudizio universale, trentasette scene della Vita di Gesù e di Maria e figure allegoriche dei Vizi e delle Virtù. Questo è il maggior periodo di attività dell'artista, le sue figure diventano più costruite, più umane e le scene meglio impostate plasticamente.

Tra il 1307 e il 1308 è ad Assisi, impegnato nella decorazione della cappella della Maddalena. Nel 1311 Giotto tornò a Firenze: la sua presenza in città è testimoniata dai documenti di alcune speculazioni finanziarie.
Nel 1327 s'iscrisse all'Arte dei Medici e degli Speziali. Aveva già concluso i dipinti della Cappella Peruzzi e Bardi nella Chiesa francescana di Santa Croce, e il polittico francescano, oggi smembrato in vari musei. Gli interventi dell'artista nella basilica di San Pietro a Roma commissionati dal cardinale Jacopo Stefaneschi, sono di datazione incerta (Il polittico, il mosaico della Navicella, di cui restano solo due busti di angeli, e i perduti affreschi dell'abside).
A Firenze esegue la Madonna di Ognissanti degli Uffizi e gli affreschi delle cappelle Peruzzi (1315-1320) e Bardi (1320-1325) in Santa Croce.

Nel 1328 Giotto è chiamato a Napoli da Roberto d'Angiò. Nel 1334 viene nominato capomastro dell'Opera di Santa Reparata (Santa Maria del Fiore) e sovrintendente delle opere pubbliche di Firenze. Iniziò subito i lavori per il campanile, ma non portò mai a termine l'opera, poichè morì, l'8 gennaio 1337.
Nel 1336 è a Milano, aveva affrescato una sala del palazzo di Azzone Visconti(oggi distrutto). Giotto di Bondone è stato uno dei più grandi artisti italiani per la profondità di concezione, innovazione e l’uso di un linguaggio semplice ed universale.