logo L'angolo dell'ARTE Alfredo Ossino

JOAN MIRÒ


È stato un pittore, grafico, scultore e ceramista spagnolo, influenzato da esperienze del dadaismo e del surrealismo, di cui fu uno dei maggiori esponenti. Fu profondamente attaccato alla sua terra e i colori del mediterraneo e l'arte popolare sono state le sue fonti d'ispirazione.

VITA e OPERE DI JOAN MIRÒ


mirò Montroig la chiesa e il paese
Montroig, la chiesa e il paese

mirò orto con asino
L'orto con l'asino

joan mirò paesaggio catalano
Paesaggio catalano

joan mirò disegno

mirò donna e uccello
Donna ed uccello (1982)

joan mirò
Zucca - 1956
Miró nasce a Barcellona il 20 aprile 1893. Figlio di un orefice, comincia a disegnare all'età di 8 anni. Da ragazzo fece studi commerciali, ma frequentò anche corsi di disegno. Nel 1910 si stabilisce per un periodo in campagna, nella proprietà familiare di Montroig, il cui ambiente suggestionerà direttamente ed indirettamente buona parte della sua opera e lo porterà a decidere di dedicarsi a tempo pieno all'arte.

Nel 1912, a 20 anni, Joan entra all'Accademia di Barcellona diretta da Francisco Galí, insegna a seguire un metodo molto libero: gli allievi devono riprodurre un oggetto, guardandolo solo per poco tempo, in modo da conservare la prima impressione. Joan, che ha un grande spirito di osservazione e riesce a soffermarsi su piccoli particolari naturali ed a dipingerli minuziosamente come si può vedere nel dipinto L’orto con l’asino del 1918.
In seguito visita una mostra di pittori cubisti, ma i suoi dipinti, pieni di colori vivaci e stridenti, sono vicini alle opere di Van Gogh, Cézanne e dei pittori fauves.

Nel 1916 apre uno studio d'arte. Negli anni successivi, scopre il fauvisme ed espone per la prima volta a Barcellona nel 1818. Nel 1920, si reca a Parigi dove conosce Picasso e frequenta l'ambiente Dadaista, che ha come obiettivo quello di creare un'arte nuova e diversa, e che deve avere il proposito di stupire con metodi innovativi e provocatori.

La pittura di Joan appare già in questo periodo originale ed è caratterizzata da un realismo accentuato e con l'aggiunta di dettagli che conferiscono alle opere un aspetto quasi allucinante. Ne è esempio il quadro La fattoria (1922). In questi anni i suoi soggetti preferiti sono la natura, gli alberi e le case di campagna.

Continua a frequentare l'ambiente parigino e nel 1923, dipinge Terra arata, opera che segna il suo passaggio al surrealismo, al quale aderisce nel 1924. In un'evoluzione dai primi paesaggi, le opere di questo periodo si caratterizzano per un'atmosfera sospesa e distaccata da ogni volontà rappresentativa, che si orienterà sempre più verso l'astrazione mediante segni grafici elementari, frutto di una lunga meditazione. La sua arte diventa sempre più concettuale e le forme si semplificano.

Nel 1925 Miró espone a Parigi. In questo periodo si dedica a una pittura improntata a forme libere, né astratte, né figurative, né simboliche. Gli effetti prospettici, sono completamente scomparsi e l'allontanano da ogni riferimento a un'arte puramente decorativa è completo, come si può vedere nel Nudo del 1926.
A partire dal 1928, l'artista intraprende nuove ricerche. Nel 1927 sperimenta il quadro-poema, cioè l'iscrizione diretta sulla tela di frasi poetiche tra i suoi consueti segni. Reinterpreta, con un gioco di associazioni mentali, quadri dei maestri del XVII secolo e anche la pubblicità e realizza opere su carta, sul vetro, collages e oggetti surrealisti.

Nel 1929 l'artista sposò Pilar Juncosa a Palma di Maiorca, dalla quale nel 1931, ebbe una unica figlia, María Dolores.

Nel 1930 realizza alcune litografie e nel 1933, si cimenta nell'acquaforte e nella scultura.
Dal 1932 al 1936 il pittore vive con la famiglia a Barcellona.

Nel 1936, durante la terribile guerra civile spagnola, lascia la Spagna e si rifugia a Parigi. In questi anni Miró sperimenta nuovi tipi di supporto per la propria pittura: carta vetro, carta catramata, tele di juta ecc.
Nel 1937, profondamente colpito dalla guerra, il pittore esegue Il falciatore, una pittura murale per l'Esposizione internazionale di Parigi.
Durante la seconda guerra mondiale, Il pittore rientra in Spagna, dove però vive in assoluta solitudine, rifiutando ogni partecipazione a manifestazioni artistiche organizzate dal regime dittatoriale di Franco.

Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, si dedica con entusiasmo a nuove tecniche: acquaforte, ceramica e scultura. Esegue in ceramica piatti, vasi, ma anche imponenti opere decorative, intere pareti ricoperte di maioliche variopinte o gigantesche sculture come Donna e uccello.

Del 1947 esegue una grande decorazione murale per un Hotel negli Stati Uniti e nel 1958 la decorazione del monumentale muro di ceramica per il Palazzo dell'UNESCO a Parigi.
Nel 1954 vince il premio per la grafica alla Biennale di Venezia e nel 1958, il Premio Internazionale Guggenheim.

All'inizio degli anni Sessanta il pittore si reca altre due volte negli Stati Uniti dove, viene influenzato dalla pittura informale americana. Precedentemente lui non aveva mai cercato la completa astrazione, ma un linguaggio surreale semplificato, ma nell'ultimo periodo si abbandona, alla fantasia del colore, in piena libertà formale.

Nel 1972, l'artista, con l'intento di preservare le sue opere crea la Fundació Joan Miró a Barcellona. Nel 1979, riceve dall'Università di Barcellona la laurea honoris causa. Nel 1980 riceve la medaglia d’oro delle Belle Arti dal Re di Spagna e nel 1981 viene premiato con la medaglia d’oro di Barcellona e del Governo della Catalogna.

Il 25 dicembre del 1983, a 90 anni, Joan Miró muore a Palma di Maiorca.