L'angolo dell'ARTE | Alfredo Ossino |
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TRATTATO DELLA PITTURA di LEONARDO DA VINCI(condotto sul Cod. Vaticano Urbinate 1270)SECONDO VOLUME
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601. Perché l'ombra maggiore che la sua cagione ha termini confusi.Quell'aria che circoscrive il lume è quasi di
natura di esso lume per chiarezza e per colore, e quanto piú si
allontana, piú perde di sua similitudine; e la cosa che fa grand'ombra
è vicina al lume, e trovasi illuminata dal lume e dall'aria luminosa,
onde quest'aria lascia i termini confusi dell'ombra. 602. Come l'ombra separata non sarà mai simile per grandezza alla sua cagione.Se i raggi luminosi sono, come l'esperienza
conferma, causati da un solo punto, ed in corso circolare al suo punto
si van disgregando e spargendo per l'aria, quanto piú si allontanano,
piú si allargano, e sempre la cosa posta fra il lume e la parete è
portata per ombra maggiore, perché i raggi che la toccano, giunto il loro concorso alla parete, son fatti piú larghi. 603. Che differenza è da ombra congiunta co' corpi ad ombra separata.Ombra congiunta è quella che mai si parte dai
corpi illuminati, come sarebbe una palla, la quale stante al lume
sempre ha una parte di sé occupata dall'ombra, la quale mai si divide
per mutazione di sito fatta da essa palla. Ombra separata può essere e
non essere creata dal corpo; poniamo ch'essa palla sia distante da un
muro un braccio, e dall'opposita parte sia il lume; il detto lume
manderà in detto muro appunto tanta dilatazione di ombra, quant'è
quella che si trova sulla parte della palla che è volta a detto muro.
Quella parte dell'ombra separata che non appare, sarà quando il lume
sarà di sotto alla palla, che la sua ombra ne va inverso il cielo, e non trovando resistenza pel cammino, si perde. 604. Natura dell'ombra derivativa.L'ombra derivativa cresce e diminuisce secondo l'accrescimento o diminuzione della sua ombra primitiva. 605. Delle figure delle ombre.Mai l'ombra derivativa sarà integralmente
simile al corpo ombroso che la genera se il lume che cinge co' suoi
raggi i termini di tal corpo non è della medesima figura di esso corpo. 606. Dell'ombra derivativa generata in altra ombra derivativa. L'ombra
derivativa nata dal sole può esser fatta sopra l'ombra derivativa
generata dall'aria. Provasi, e sia l'ombra dell'obietto m, la quale è
generata dall'aria ef nello spazio dcb; e sia che l'obietto n mediante
il sole g faccia l'ombra abc; e del rimanente dell'ombra dm e che in
tal sito non vede l'aria ef; (Così il codice. L'edizione viennese
propone di correggere così: "... l'ombra abc; la metà dell'ombra di m,
dc, sarà rischiarata dal sole, ed il rimanente dell'ombra di m, cb, che
in tal sito," ecc.) né ancora vi vede il sole, adunque è ombra doppia perché è generata dai due obietti, cioè nm. 607. De' termini dell'ombra derivativa.I termini dell'ombra derivativa sono meno sensibili ne' lumi universali che nei particolari. 608. Dell'estensione dell'ombra derivativa.I termini delle ombre derivative si dilatano
tanto piú dintorno al corpo ombroso, quanto il lume che le genera è di maggior grandezza. 609. Dove l'ombra derivativa è piú oscura.Quella parte dell'ombra derivativa sarà piú
oscura, la quale sarà piú vicina alla sua causa. Seguita il contrario,
che dice: quella parte dell'ombra derivativa sarà di minore oscurità, la quale sarà piú remota dalla sua causa. 610. Delle varietà delle ombre nel variare le grandezze de' lumi che le generano.Tanto cresce l'ombra ad un medesimo corpo,
quanta è la diminuzione del lume che la genera senza mutazioni di sito. 611. Del variare dell'ombra senza diminuzione del lume che la causaTanto cresce o diminuisce l'ombra di un
medesimo corpo, quanto cresce o diminuisce lo spazio interposto infra
il lume e l'obietto ombroso, il quale è in sé minore del corpo 612. Dell'ombra che si converte in lume.Il sito ombrato mediante il sole resterà
illuminato dall'aria dopo la partita di esso sole, perché sempre il minor lume è ombra del lume maggiore. 613. Del lume che si converte in ombra.Il sito illuminato dall'aria si farà ombroso
se sarà circondato dalla percussione de' raggi solari; e questo nasce
perché il maggior lume fa parere oscuro il lume di minor luce. 614. Dell'ombra derivativa creata da lume di lunga figura, che percuote l'obietto simile a sé.Quando il lume che passa per spiracolo di
lunga e stretta figura percuoterà l'obietto ombroso di figura e
situazione simile a sé, allora l'ombra avrà la figura dell'obietto
ombroso. Provasi, e sia lo spiracolo donde penetra il lume nel luogo
oscuro ab, e l'obietto colonnale di figura eguale e simile alla figura
dello spiracolo sia cd, ed ef sia la percussione del raggio ombroso del
detto obietto cd; dico tale ombra non poter essere maggiore, né ancora
minore di esso spiracolo in alcuna distanza, essendo il lume
condizionato nel predetto modo. E questo resta provato per la quarta di
questo, che dice che tutti i raggi ombrosi e luminosi sono rettilinei. 615. Che le ombre debbono sempre partecipare del colore del corpo ombroso.Nessuna cosa pare della sua naturale
bianchezza, perché i siti ne' quali essa è veduta la rendono all'occhio
tanto piú o men bianca, quanto tal sito sarà piú o meno oscuro; e
questo c'insegna la luna, che di giorno ci si mostra nel cielo di poca
chiarezza e la notte con tanto splendore, ch'essa ci rende di sé il
simulacro del sole e del giorno col suo scacciar delle tenebre. E
questo nasce da due cose: e prima è il paragone che in sé ha natura di
mostrare le cose tanto piú perfette nelle specie de' loro colori,
quanto esse sono piú disformi; la seconda è che la pupilla è maggiore
la notte che il giorno, com'è provato; e maggiore pupilla vede un corpo
luminoso di maggior quantità e di piú eccellente splendore che la
pupilla minore, come prova chi guarda le stelle per un piccolo foro fatto nella carta. 616. Delle cose bianche remote dall'occhio.La cosa bianca rimossa dall'occhio, quanto piú
si rimuove, piú perde la sua bianchezza, e tanto piú quanto il sole
l'illumina, perché partecipa del colore del sole misto col colore
dell'aria che s'interpone infra l'occhio ed il bianco. La quale aria,
se il sole è all'oriente, si mostra torba e rosseggiante mediante i
vapori che in essa si levano; ma se l'occhio si volterà all'oriente,
vedrà solamente le ombre del bianco partecipare del colore azzurro. 617. Delle ombre delle cose remote e lor colore.Le ombre delle cose remote parteciperanno
tanto piú di colore azzurro, quanto esse saranno in sé piú oscure e piú
remote; e questo accade per la interposizione della chiarezza dell'aria
che s'intramette infra l'oscurità de' corpi ombrosi interposti infra il
sole e l'occhio che la vede; ma se l'occhio si volta in opposito al sole, non vedrà simile azzurro. 618. Delle ombre, e quali sono quelle primitive che saranno piú oscure sopra il suo corpoLe ombre primitive si faranno piú oscure, che
saran generate in superficie di corpo piú denso, e pel contrario piú
chiare nelle superficie de' corpi piú rari; questo è manifesto, perché
le specie di quegli obietti che tingono de' lor colori i contrapposti
corpi s'imprimono con maggior vigore, le quali trovan piú densa e
pulita superficie sopra essi corpi. Provasi, e sia il corpo denso rs
interposto infra l'obietto luminoso nm e l'obietto ombroso op; per la
settima del nono, che dice: la superficie di ogni corpo partecipa del
colore del suo obietto, diremo adunque che la parte dcr di esso corpo è
illuminata, perché il suo obietto nm è luminoso: e per simil modo
diremo la parte opposita abs essere ombrosa, perché il suo obietto è oscuro; e cosí è concluso il nostro proposito. 619. Qual parte della superficie di un corpo s'imprime meglio del colore del suo obietto.Quella parte della superficie di un corpo
denso partecipa piú intensamente del colore del suo obietto, la quale è
men veduta da altri obietti di altri colori. Adunque colla medesima
figura ci serviremo al nostro proposito; e sia che la superficie del
sopradetto corpo crd non sia veduta dall'oscurità op, essa sarà tutta
privata di ombra, e similmente se la superficie asb non sarà veduta dal luminoso nm, essa sarà al tutto privata di luce. 620. Qual parte della superficie di un corpo ombroso sarà dove i colori degli obietti si mischiano.Per tutta quella parte della superficie di un
corpo ombroso, la quale è veduta dai colori di piú obietti, saran miste
le specie de' predetti colori; adunque la parte del corpo ombroso cdab
sarà mista di luce e di ombra, perché in tal luogo è veduta dal lume nm e dall'oscuro op. 621. Qual parte è di mediocre ombra nella superficie di un corpo ombroso.La parte della superficie di un corpo ombroso
sarà di mediocre chiarezza e di mediocre ombrosità, nella quale
egualmente è veduto dal chiaro e dall'oscuro; adunque nella linea hk
sarà un'ombra tanto meno oscura che la sua semplice ombra primitiva
asb, quanto essa è men chiara che il semplice lume primitivo crd. 622. Qual parte della superficie illuminata sarà di maggior chiarezza. Quella parte del corpo illuminato sarà piú luminosa, la
quale sarà piú vicina all'obietto che l'illumina. Provasi, e sia la
parte del corpo illuminato opc, e l'obietto che lo illumina sia ab;
dico che il punto c è piú illuminato che alcuna altra parte di tal
corpo, perché l'angolo acb, luminoso che la percuote, è piú grosso che
alcun altro angolo che in tale superficie generar si possa. 623. Qual ombra principale nelle superficie de' corpi avrà minore o maggior differenza delle parti luminose.L'ombra de' corpi neri, essendo principale,
avrà minor differenza da' suoi lumi principali che nella superficie di alcun altro colore. 624. Delle ombre fatte nelle parti ombrose de' corpi opachi.Le ombre fatte nelle ombre de' corpi opachi
non hanno ad essere di quella evidenza che hanno quelle che son fatte
nelle parti luminose de' medesimi corpi, né ancora hanno da essere generate dal lume primitivo, ma da derivativo. 625. Qual corpo piglia piú quantità di ombra.Quel corpo sarà vestito di maggior quantità di
ombra, il quale sarà illuminato da minor corpo luminoso. abcd sia il
corpo ombroso, g è il piccolo luminoso, il quale solo illumina di esso
ombroso la parte abc, onde la parte ombrosa adc resta molto maggiore che la parte luminosa abc. 626. Qual corpo piglia piú quantità di luce.Maggior quantità di luce piglia quel corpo che
da maggior lume sarà illuminato. abcd sia il corpo illuminato, ef è
quel corpo che lo illumina; dico, che per essere tanto maggiore il
luminoso che l'illuminato, la parte illuminata bcd sarà molto maggiore
che la sua parte ombrosa bad, e questo è provato per la rettitudine de' raggi luminosi eg, fg. 627. Qual corpo piglia piú oscura ombra.Quel corpo piglierà ombra di maggiore oscurità
il quale sarà piú denso, ancoraché tali corpi sieno di un medesimo
colore; dico che piú oscura sarà l'ombra di un panno verde, che quella
di un albero fronzuto, ancoraché il verde del panno e delle foglie
dell'albero sia di una medesima qualità; e questo causasi perché il
panno non è trasparente com'è la foglia e non ha aria illuminata
interposta infra le sue parti come ha la verdura delle piante, la quale abbia a confondere la parte ombrosa. 628. Della qualità dell'oscurità delle ombre.Le oscurità delle ombre derivative sono
variabili in infinito con tanta maggiore o minor potenza, quante sono
le maggiori o minori distanze nelle quali le percussioni delle ombre
derivative son causate. Provasi, e sia il sole a che genera l'ombra
nphi, nella quale entra il lume dell'aria che circonda i raggi solari,
cioè ebrs di sopra, e di sotto fcrs, e rischiara essa ombra, la quale è
oscurissima nello spazio npo, dove non vede né sole, né aria, se non gli estremi suoi b c. 629. Dell'ombra delle verdure de' prati.Le verdure de' prati hanno minima, anzi quasi
insensibil ombra, e massime dove le erbe sono minute e sottili di
foglie, e per questo le ombre non si posson generare, perché il
grand'emisfero cinge in cerchio le minute festuche, e se non è cespo di
larghe foglie, le ombre delle erbe sono di poca evidenza. 630. Precetto di pittura.Ne' lumi universali le ombre occupano poco
luogo nelle superficie de' loro corpi; e questo nasce perché la gran
somma del lume del nostro emisfero cinge infino alle infime parti de'
corpi ombrosi, se esso non è impedito col suo orizzonte, e massime se
esso è sospeso dalla terra. f sia l'ombroso, e la terra; abcd è il
nostro emisfero, ad è l'orizzonte di tale emisfero, di che, ancoraché
l'oscurità della terra ux oscuri tanto del corpo ombroso quanto essa ne
vede, l'orizzonte che vede le medesime parti illumina i medesimi luoghi
e confonde le specie ombrose della predetta terra, la quale era in
disposizione di fare tali ombre oscure nel disotto dell'obietto, s'essa non n'era impedita. 631. Delle ombre che non sono compagne della parte illuminata.Rarissime sono quelle ombre de' corpi opachi
che sieno vere ombre delle loro parti illuminate. Questa è provata per
la settima del quarto, la quale dice che la superficie di ogni corpo
ombroso partecipa del colore del suo obietto. Adunque il colore
illuminato de' volti, avendo per obietto un color nero, parteciperà di
ombre nere, e cosí farà del giallo, verde ed azzurro, e di ogni altro
colore ad esso contrapposto: e questo accade per causa che ogni corpo
manda la similitudine sua per tutta la sua circostante aria, com'è
provato in prospettiva, e come si vede per esperienza del sole, del
quale tutti gli obietti ad esso anteposti partecipano della sua luce e
quella riflettono agli altri obietti, come si vede della luna e delle
altre stelle, le quali a noi riflettono il lume a lor dato dal sole: ed
il medesimo fanno le tenebre, conciossiaché esse vestono della loro oscurità ciò che dentro ad esse si rinchiude. 632. Del lume de' corpi ombrosi che non sono quasi mai del vero colore del corpo illuminato.Quasi mai potremo dire essere che la
superficie de' corpi illuminati sia del vero colore di essi corpi. La
settima del quarto dice la causa di quello che ci è proposto, ed ancora
ci dimostra che quando un volto posto in luogo oscuro sarà da una parte
illuminato da un raggio dell'aria e da un altro dal raggio della
candela accesa, senza dubbio parrà di due colori; ed avanti che l'aria
vedesse tal volto, il lume della candela pareva suo debito colore; e
cosí dell'aria interveniva. Se terrai una lista bianca, e la metterai
in luogo tenebroso, e le farai pigliare il lume per tre spiracoli, cioè
dal sole, dal fuoco e dall'aria, tal lista sarà di tre colori. 633. Come son le ombre per lunga distanza.Le ombre si perdono in lunga distanza, perché
la grande quantità dell'aria luminosa, che si trova infra l'occhio e la
cosa veduta, tinge l'ombra di essa cosa nel suo colore. 634. Della larghezza delle ombre, e de' lumi primitivi.La dilatazione e retrazione delle ombre,
ovvero la maggiore o minor larghezza delle ombre e de' lumi sopra i
corpi opachi, saranno trovate nelle maggiori o minori curvità delle parti de' corpi dove si generano. 635. Delle maggiori o minori oscurità delle ombre.Le maggiori o minori oscurità delle ombre si
generano nelle piú curve parti de' membri, e le meno oscure saranno trovate nelle parti piú larghe. 636. Dove le ombre ingannano il giudizio che dà sentenza della lor maggiore o minore oscurità.Infra le ombre di eguale oscurità quella si
dimostrerà meno oscura, la quale sarà circondata da lumi di minore
potenza, come sono le ombre che si generano infra lumi riflessi;
adunque tu, pittore, pensa di non t'ingannare col variare tal ombra. 637. Dove i lumi ingannano il giudizio del pittore.Infra i lumi di eguale chiarezza quello parrà
piú potente, il quale sarà minore e sarà circondato da campo piú oscuro. 638. Dell'ombra ne' corpi.Quando figuri le ombre oscure ne' corpi
ombrosi, figura sempre la causa di tale oscurità, ed il simile farai
de' riflessi, perché le ombre oscure nascono da oscuri obietti ed i
riflessi da obietti di piccola chiarezza, cioè da lumi diminuiti; e tal
proporzione è dalla parte illuminata de' corpi alla parte rischiarata
dal riflesso, quale è dalla causa del lume di essi corpi alla causa di tale riflesso. 639. Delle qualità di ombre e di lumi.Molto maggiore sarà la differenza de' lumi
dalle loro ombre ne' corpi posti ai potenti lumi, che in quelli che sono posti ne' luoghi oscuri. 640. Delle ombre e lumi, e colori.Quella parte del corpo ombroso si mostrerà piú
luminosa, che da piú potente lume sarà illuminata. Tanto sarà maggiore
in sé la quantità delle ombre ne' corpi ombrosi che la sua quantità
illuminata, quanto è maggiore la quantità della oscurità da lui veduta che quella dello splendore che lo illumina. 641. De' lumi ed ombre, e colori di quelli.Nessun corpo si dimostrerà mai integralmente
del suo natural colore. Quello che si propone può accadere per due
diverse cause, delle quali la prima accade per interposizione del mezzo
che s'include infra l'obietto e l'occhio; la seconda è quando le cose
che illuminano il predetto corpo non ritengano in sé qualità di alcun
colore. Quella parte del corpo si dimostrerebbe del suo natural colore,
la quale fosse illuminata da luminoso senza colore, e che in tale
illuminamento non vegga altro obietto che il predetto lume: questo non
accade mai potersi vedere se non nel colore turchino posto per piano
inverso il cielo sopra un altissimo monte, acciocché in tal luogo non
possa vedere altro obietto, e che il sole sia occupato, nel morire, da
bassi nuvoli, e che il panno sia del colore dell'aria. Ma in questo
caso io mi ridico, perché il rosato anch'esso cresce di bellezza,
quando il sole che l'illumina nell'occidente rosseggia insieme co'
nuvoli che gli s'interpongono; benché in questo caso si potrebbe ancora
accettare per vero, perché se il rosato illuminato dal lume
rosseggiante mostra piú che altrove bellezza, gli è segno che i lumi di
altri colori anche rossi gli toglieranno la sua bellezza naturale. 642. Dell'ombra e lumi negli obietti.La superficie di ogni corpo ombroso partecipa
del colore del suo obietto. Gran rispetto bisogna al pittore nel
situare le cose sue infra obietti di varie potenze di lumi, e varî
colori illuminati, conciossiaché ogni corpo da quelli circondato non si mostra mai integralmente del suo vero colore. 643. De' termini insensibili delle ombre.Quella parte dell'ombra sarà piú oscura, che con men somma di lume s'infonde. 644. Delle qualità de' lumi ed ombre ne' corpi ombrosi.Dico che le ombre sono di poca potenza nelle
parti de' corpi che sono volte inverso la causa del lume, e cosí sono
le ombre infra le ombre volte alla causa di esse ombre. Dimostransi di
gran potenza le ombre ed i lumi che sono infra la causa delle ombre e la causa del lume. 645. Delle dimostrazioni de' lumi e delle ombre.Quell'ombra si dimostrerà piú oscura che sarà
piú vicina alla piú luminosa parte del corpo, e cosí di converso si
dimostrerà meno oscura quella che sarà piú vicina alle piú oscure parti de' corpi. 646. De' lumi.Quel lume si dimostrerà piú chiaro che si
accosterà piú all'oscuro, e parrà men chiaro che sarà piú vicino alle parti piú luminose del corpo. 647. De' lumi ed ombre.Ombra è diminuzione o privazione di luce.
L'ombra sarà di maggior quantità sopra il suo corpo ombroso, che da
minor quantità di luce, sarà illuminato. Da quanta maggior somma di
luce il corpo sarà illuminato, tanto minore sarà la quantità dell'ombra
che sopra esso corpo rimane. a è il corpo luminoso; bc è il corpo
ombroso; b è la parte del corpo che si illumina; c è quella parte
rimanente privata di luce, ed in questo è maggiore l'ombroso che il
luminoso: f è il corpo luminoso maggiore che l'ombroso a sé opposito;
fe è il corpo ombroso; f è la parte illuminata; g è la parte ombrata. (Manca la figura nel codice.) 648. De' lumi ed ombre che di sé tingono le superficie delle campagne.Le ombre e lumi delle campagne partecipano del
colore delle lor cause, perché l'oscurità composta dalle grossezze de'
nuvoli, oltre alla privazione de' raggi solari, tinge di sé ciò che per
essa si tocca. Ma la circostante aria fuori de' nuvoli ed ombre vede ed
illumina il medesimo sito, e lo fa partecipante di colore azzurro; e
l'aria penetrata dai raggi solari che si trova infra l'oscurità della
predetta ombra della terra e l'occhio di chi la vede, tinge ancora essa
tale sito di color azzurro, come si prova l'azzurro dell'aria esser
nato di luce e di tenebre. Ma la parte delle campagne illuminate dal
sole partecipa del colore dell'aria e del sole, ma assai partecipa
dell'aria, perché fa ufficio di maggiore per essere l'aria piú
propinqua, e si fa campo d'innumerabili soli inquanto all'occhio. E
queste campagne partecipano tanto piú di azzurro, quanto esse sono piú
remote dall'occhio; e tanto piú esso azzurro si fa chiaro, quando
s'innalza all'orizzonte, e questo esce dai vapori umidi. Le cose son
men note nelle ombre che ne' lumi, ed il lume universale cinge di sé i
corpi ombrosi e li lascia con poco rilievo, quando l'occhio s'interpone
infra l'ombroso, ed il lume. L'ombra a tale occhio è invisibile, ma i
corpi laterali in tal tempo mostreranno de' loro lumi con tanta
maggiore o minor quantità, quanto tali corpi saranno piú vicini o
remoti alla linea retta che si estende dall'uno all'altro orizzonte, passando per i due occhi veditori di tali campagne. 649. Del lume derivativo.Il lume derivativo risulta da due cose, cioè lume originale e corpo ombroso. 650. De' lumi.I lumi che illuminano i corpi opachi sono di
quattro sorta, cioè universale, com'è quello dell'aria che è dentro al
nostro orizzonte; e particolare, com'è quello del sole, o di una
finestra, o porta, o altro spazio; il terzo è il lume riflesso; quarto
è quello il quale passa per cose trasparenti, come tela o carta e
simili, ma non trasparenti come vetri, o cristalli, od altri corpi, i
quali fanno il medesimo effetto, come se nulla fosse interposto infra
il corpo ombroso ed il lume che lo illumina, e di questi parleremo distintamente nel nostro discorso. 651. Di illuminazione e lustro.L'illuminazione è partecipazione di luce, e lustro è specchiamento di essa luce. 652. Di ombra e lume.Tenebre è privazione di luce, e luce è
privazione di tenebre; ombra è mistione di tenebre con luce, e sarà di
tanto maggiore o minore oscurità, quanto la luce che con essa si mischia sarà di minore o di maggior potenza. 653. Di ombra e lume.Quell'obietto avrà le sue ombre e lumi di
termini piú insensibili, il quale sarà interposto infra maggiori
obietti oscuri e chiari di quantità continui. Provasi, e sia l'obietto
o, il quale è interposto infra l'ombroso nm e il luminoso rs; dico che
l'obietto ombroso cinge quasi tutto l'obietto colla sua piramide nam, e
il simile fa all'opposito la piramide del luminoso rcs; e per l'ottava
del quinto è concluso quello che si propone, la quale dice, che quella
parte dello sferico sarà piú oscura che piú vede della anteposta
oscurità; seguita che c è piú oscuro che in alcuna altra parte di esso
sferico; e lo prova la seconda figura; bac vede tutta la oscurità egf;
tale oscurità non s'imprime sopra esso bac con egual potenza, perché
non s'imprime con uniforme quantità, conciossiaché a, che vede tutta
l'oscurità ef, è molto piú oscuro che b, il quale ne vede solamente la
metà eg; e il simile accade in c, ch'è veduto dall'ombra gf. 654. De' lumi ed ombre.Ogni parte del corpo ed ogni minima particola
che si trova avere alquanto di rilievo, io ti ricordo che guardi a dar
loro i principati delle ombre e de' lumi. 655. Di ombra e lume.Ogni parte della superficie che circonda i
corpi si trasmuta in parte del colore di quella cosa che le è posta per obietto. 656. Esempio.Se tu porrai un corpo sferico in mezzo a varî
obietti, cioè che da una parte sia lume del sole e dall'opposita parte
sia un muro illuminato dal sole, il quale sia verde o di altro colore;
il piano dove si posa sia rosso; dai due lati traversi sia oscuro;
vedrai il naturale colore di detto corpo partecipare de' colori che gli
sono per obietto: il piú potente sarà il luminoso; il secondo sarà
quello della parete illuminata; il terzo quello dell'ombra; rimane poi
una quantità che partecipa del colore degli estremi. 657. Di ombre e lumi.Vedi tu, che ritrai delle opere di natura, le
quantità e qualità e le figure di lumi ed ombre di ciascun muscolo, e
nota nelle lunghezze della loro figura a qual muscolo si drizzano colle rettitudini delle loro linee centrali. 658. De' lumi infra le ombre.Quando ritrai alcun corpo, ricordati, quando
fai paragone della potenza de' lumi delle sue parti illuminate, che
spesso l'occhio s'inganna, parendogli piú chiara quella che è men
chiara; e la causa nasce mediante i paragoni delle parti che confinano
con loro, perché se avran due parti di chiarezza ineguali, e che la men
chiara confini con parti oscure, e la piú chiara confini con parti
chiare, com'è il cielo o simili chiarezze, allora quella ch'è men
chiara, o vuoi dire lucida, parrà piú lucida, e la piú chiara parrà piú oscura. 659. Del chiaro e scuro.Il chiaro e lo scuro insieme cogli scorti è la eccellenza della scienza della pittura. 660. Del chiaro e scuro.Il chiaro e lo scuro, cioè il lume e le ombre,
hanno un mezzo, il quale non si può nominare né chiaro né scuro, ma
egualmente partecipante di esso chiaro e scuro; ed è alcuna volta
egualmente distante dal chiaro e dallo scuro, ed alcuna volta piú vicino all'uno che all'altro. 661. Delle quattro cose che si hanno da considerare principalmente nelle ombre e ne' lumi.Quattro sono le parti principali le quali si
hanno da considerare nella pittura, cioè qualità, quantità, sito e
figura: per la qualità s'intende che ombra, e quale parte dell'ombra è
piú o men oscura; quantità, cioè quanto sia la grandezza di tale ombra
rispetto alle altre vicine; sito, cioè in che modo si debbano situare,
e sopra che parte del membro dove si appoggia; figura, cioè che figura
sia quella di essa ombra, come a dire se essa è triangolare, o
partecipi di tondo, o di quadrato, ecc. L'aspetto ancora è da
connumerare, nelle parti delle ombre, cioè che se l'ombra ha del lungo,
vedere a che aspetto si drizza la somma di tale lunghezza; se si drizza
all'orecchio l'ombra di un ciglio, se si drizza alle nari l'ombra
inferiore della cassa dell'occhio, e cosí con simili riscontri di varî
aspetti situare esse ombre; adunque l'aspetto è da essere preposto al sito. 662. Della natura del lume illuminatore de' corpi ombrosi.Il lume universale cinge la parte del corpo
ombroso da esso veduta, e l'illumina, e varia l'illuminazione di quella
con tanto maggiore o minor chiarezza, quanto le parti di tal corpo
illuminate son vedute da maggiore o minore quantità di esso lume universale. 663. De' lumi universali sopra i corpi puliti.I lumi universali circostanti ai corpi puliti
daranno chiarezza universale nelle superficie di tali corpi. 664. De' corpi ombrosi i quali son puliti e lustri.Ne' corpi ombrosi i quali hanno superficie
pulita e lustra, quelli ch'hanno lume particolare variano in loro le
ombre ed i lustri in tanti varî siti quante sono le mutazioni del lume
dell'occhio che li vede. In questo caso il lume particolare può essere
immobile e l'occhio mobile, e cosí di converso, ch'è quel medesimo in
quanto alle mutazioni de' lustri e delle ombre nelle superficie di essi corpi. 665. Come i corpi circondati da lume universale generano in molte parti di sé i lumi particolari.Generansi i lumi particolari nelle superficie
de' corpi ombrosi, ancoraché il loro tutto sia circondato di sopra da
lume universale del cielo senza sole, com'è quando alcun oscuro nuvolo
ce lo toglie e ce l'occupa; e questo nasce per la inegualità ch'hanno
le superficie di essi corpi, mediante le membra a quelli congiunte, le
quali, interponendosi infra esso lume ed il corpo ombroso, privano esso
corpo di gran quantità di luce universale; onde la luce, che penetra
infra i membri ed il corpo, sarà lume particolare, cioè parte di tutto
il lume, che di sé abbraccia le parti esteriori di ciascun membro del corpo. 666. Delle ombre e lumi co' quali si fingono le cose naturali.Sono alcuni che vogliono vedere le ombre
oscure in tutte le loro opere, e cosí biasimano chi non fa come loro. A
questi tali si satisferà in parte coll'operare ombre oscure ed ombre
chiare; le oscure ne' luoghi oscuri, e le chiare nelle campagne a lumi universali. 667. Delle ombre, ed in quali corpi non possono essere di gran potenza di oscurità, e cosí i lumi.Dove non si generano ombre di grande oscurità,
non si possono neppur generare lumi di gran chiarezza. E questo accade
negli alberi di rare e strette foglie, come salici, scope, ginepri e
simili, ed ancora ne' panni trasparenti, come sono zendadi, veli e
simili, e cosí i capelli crespi e sparsi; e questo accade perché tutta
la somma di ciascuna di predette specie non compone lustri nelle sue
particole, e se vi sono, sono insensibili, e le loro specie poco si
rimuovono dal luogo dove si generano; ed il simile fanno le parti
ombrose di tali particole, e tutta la somma non genera ombra oscura,
perché l'aria le penetra ed illumina, cosí le parti vicine al mezzo,
come quelle di fuori; e se vi è varietà, essa è quasi insensibile, e
cosí le parti illuminate di essa somma non possono essere di troppa
differenza dalle parti ombrose, perché penetrando, com'è detto, l'aria
luminosa per tutte le particole, le parti illuminate sono tanto vicine
alle particole adombrate, che le loro specie mandate all'occhio fanno
un misto confuso, composto di minimi chiari e scuri, in modo che non si
discerne in tal misto altro che confusione a uso di nebbia. Il simile accade ne' veli, tele ragnate, e simili. 668. Del lume particolare del sole o di altro corpo luminoso.Quella parte del corpo illuminato sarà di piú
intensa chiarezza, la quale sarà percossa dal raggio luminoso infra
angoli piú simili; e la meno illuminata sarà quella che si troverà
infra angoli piú disformi di essi raggi luminosi. L'angolo n nel lato
che riguarda il sole, per essere percosso da esso sole infra angoli
eguali, sarà illuminato con maggiore potenza di raggi che nessun'altra
parte di esso corpo illuminato; e il punto c sarà men che nessun'altra
parte illuminato, per essere esso punto ferito dal corpo solare con
angoli piú disformi che nessun'altra parte della planizie, donde si
estendono tali raggi solari; e sia de' due angoli il maggiore dce ed il
minore ecf, e gli angoli eguali, che io doveva figurare prima, siano
ano e bnr, i quali sono di punto eguali, e per questo n sarà piú che altra parte illuminato.
669. Del lume universale dell'aria dove non percuote il sole.Quella cosa si dimostrerà piú illuminata, che
sarà veduta da maggiore quantità di luminoso; per quel ch'è detto, e
sarà piú illuminato che a, perché e vede maggior somma di cielo,
vedendo rs che non vede a, vedendo solamente il cielo bcd. 670. Dell'universale illuminazione mista colla particolare del sole o di altri lumi. Senza
dubbio quella parte del corpo ombroso che sarà veduta da men quantità
del corpo universale e particolare, quella sarà meno illuminata.
Provasi, e sia a il corpo del sole posto nel cielo nam; dico che il
punto o del corpo ombroso sarà piú illuminato dal lume universale che
il punto r, perché o vede ed è veduto da tutta la parte del lume
universale nam, ed il punto r non è veduto se non dalla parte del cielo
me. Dipoi o è veduto da tutta la quantità del sole ch'è volta ad esso, ed r non vede alcuna parte di esso sole. 671. Dell'ombra media, la quale s'interpone infra la parte illuminata e l'ombrosa de' corpi.Infra la parte illuminata e l'ombrosa de'
corpi s'inframmette l'ombra media, la quale varia assai i suoi termini,
imperocché dov'essa termina con l'ombra si converte in ombra, e
dov'essa termina coll'una parte illuminata si fa della chiarezza di
essa illuminata; e se il lume primitivo sarà particolare, allora vi
saranno i lustri, i quali sono cosí espediti termini dell'ombra media, quanto si sia la parte ombrosa. 672. Se il gran lume di poca potenza val quanto un piccolo lume di gran potenza.L'ombra generata da un piccolo lume e potente
è piú oscura che l'ombra nata da un maggior lume e di minore potenza. 673. Del mezzo incluso infra i lumi e le ombre principali.L'ombra mezzana si dimostrerà di tanto
maggiore quantità, quanto l'occhio che la vede sarà piú a riscontro del
centro della sua magnitudine. Ombra mezzana è detta quella che tinge le
superficie de' corpi ombrosi dopo l'ombra principale, e vi si contiene
dentro il riflesso, e si fa tanto piú oscura o chiara, quanto essa è
piú vicina o remota dall'ombra principale. mn sia l'ombra piú oscura,
il resto sempre si rischiarerà insino al punto o. Il resto della figura
non è in altro al proposito della proposta, ma servirà alla succedente. 674. Del sito dell'occhio che vede piú o men ombra secondo il moto ch'esso fa intorno al corpo ombroso.Tanto si variano le proporzioni delle quantità
ch'hanno infra loro le parti ombrose ed illuminate de' corpi ombrosi,
quante sono le varietà de' siti dell'occhio che le vede. Provasi, e sia
amno il corpo ombroso, p sia il luminoso che lo abbraccia; co' suoi
raggi pr e ps illumina la parte mdn, e il rimanente nom resta oscuro, e
l'occhio che vede tal corpo sia q, il quale co' suoi raggi visuali
abbraccia esso corpo ombroso, e vede tutto dmo, nella qual veduta vede
dm, parte illuminata assai minore che mo, parte ombrosa, come si prova
nella piramide dqo, tagliata in kh, egualmente distante alla sua base
divisa nel punto c. E cosí similmente si varierà in tanti modi la
quantità del chiaro e scuro all'occhio che lo vede, quante saranno le varietà de' siti del predetto occhio. 675. Qual sito è quello donde mai si vede ombra negli sferici ombrosi.L'occhio che sarà situato dentro alla piramide
riflessa delle specie illuminate de' corpi ombrosi non vedrà mai
nessuna parte ombrosa di esso corpo. La piramide riflessa delle specie
illuminate sia abc, e la parte illuminata del corpo ombroso sia la
parte bcd; e l'occhio che sta dentro a tale piramide sia e, al quale
non potran mai concorrere tutte le specie illuminate b c d se esso non
si trova nel punto luminoso a, dal quale nessuna ombra è mai veduta,
ch'esso subito non la distrugga; seguita adunque che e, non vedendo se
non la parte illuminata odp, è piú privato di vedere i termini dell'ombra bc che non è a, ch'è tanto piú remoto. 676. Qual sito ovvero qual distanza è quella intorno al corpo sferico, donde mai non è privato d'ombra.Ma quando l'occhio sarà piú distante dallo
sferico ombroso che il corpo che lo illumina, allora è impossibile
trovar sito donde l'occhio sia integralmente privato delle specie
ombrose di tale corpo. Provasi: bnc sia il corpo ombroso, a sia il
corpo luminoso, bnc è la sua parte ombrosa e bsc sarà illuminata; o sia
l'occhio piú remoto dal corpo ombroso che il lume a, il quale occhio
vede tutta l'ombra bdce; e se esso occhio si muoverà circolarmente
intorno ad esso corpo con la medesima distanza, impossibile è che mai
integralmente perda tutta la predetta ombra; imperocché, se col suo
moto perde una parte di essa ombra da un lato, esso pel moto n'acquista dall'altro. 677. Qual lume fa le ombre de' corpi piú differenti ai lumi loro.Quel corpo farà le ombre di maggiore oscurità,
il quale sarà illuminato da lume di maggior splendore. Il punto a è
illuminato dal sole, ed il punto b è illuminato dall'aria illuminata
dal sole; e tal proporzione sarà dall'illuminato a all'illuminato b,
quale è la proporzione che ha il lume del sole con quello dell'aria. 678. Di varî obietti vicini veduti in lunga distanza.Quando gli obietti vicini infra loro e minuti
saran veduti in lunga distanza, in modo che si perda la notizia delle
loro figure, allora si causa un misto delle loro specie, il quale
parteciperà piú di quel colore del quale sarà vestita la maggior somma de' detti obietti. 679. Del sito dove l'obietto si mostra di maggiore oscurità.Quell'obietto si mostra piú oscuro in pari
distanza dall'occhio, il quale sarà veduto in piú alto sito; e questo
accade perché l'aria è piú sottile, quanto piú s'innalza, e manco
occupa l'obietto che la sua grossezza; e di qui nasce che sempre le
cime de' colli che campeggiano nelle spiaggie de' monti si dimostrano essere piú oscure che le basi de' colli stessi. 680. Dove ed in qual colore le ombre perdano piú il colore naturale della cosa ombrata.Il bianco, che non vede né lume incidente, né
alcuna sorta di lume riflesso, è quello che prima perde nella sua ombra
integralmente il suo proprio natural colore, se colore si potesse dire
il bianco. Ma il nero aumenta il suo colore nelle ombre, e lo perde
nelle sue parti illuminate, e tanto piú lo perde, quanto la parte
illuminata è veduta da lume di maggior potenza. E il verde e l'azzurro
aumentano il lor colore nelle ombre mezzane; ed il rosso e il giallo
acquistano di colore nelle loro parti illuminate; il simile fa il
bianco, ed i colori misti partecipano della natura de' colori che
compongono tal mistione; cioè il nero misto col bianco fa berettino, il
quale non è bello nelle ultime ombre, com'è il nero semplice, e non è
bello in su' lumi, come il semplice bianco, ma la suprema sua bellezza si è infra lume ed ombra. 681. Qual colore di corpo farà ombra piú differente dal lume, cioè qual sarà piú oscura.Quel corpo avrà le sue parti ombrose piú
remote di chiarezza rispetto alle parti illuminate, il quale sarà di colore piú propinquo al bianco. 682. Qual parte di un corpo sarà piú illuminata da un medesimo lume in qualità.Quella parte di un corpo che sarà illuminata
da una qualità luminosa, sarà di piú intensa chiarezza di quella la
quale è percossa da piú grosso angolo luminoso. Provasi, e sia
l'emisfero rmc, il quale illumina la casa klof; dico che quella parte
della casa sarà piú illuminata ch'è percossa da più grosso angolo nato
da una medesima qualità luminosa. Adunque in f, dove percuote nfc, sarà
piú intensa chiarezza di lume, che dove percuote l'angolo edc, e la
proporzione de' lumi sarà la medesima che quella degli angoli, e la
proporzione degli angoli sarà la medesima di quella della loro base nc
ed ec, de' quali il maggiore eccede il minore in tutta la parte ne; e
cosí in a, sotto la gronda del tetto di tal casa, sarà tanto minor luce
che in d, quanto la base bc di tale angolo bac è minore della base ec;
e cosí seguita sempre proporzionatamente, essendo il lume di una
medesima qualità. Ed il medesimo ch'è detto di sopra si conferma in
qualunque corpo illuminato del nostro emisfero; e qui si manifesta
nella parte dell'obietto sferico sotto l'emisfero k ed f, il quale nel
punto b è illuminato da tutta la parte ace, e nella parte d
dall'emisfero ef, ed in o dal gf, ed in n da mf, ed in h da sf, e cosí
hai conosciuto dov'è il primo lume e la prima ombra in qualunque corpo.
Quella parte di un corpo ombroso sarà più luminosa, che da maggior
somma di lume sarà illuminata. Adunque, ponendo pel corpo ombroso il
corpo abc ed idfn pel corpo luminoso, cioè l'emisfero illuminato, nella
parte c ha il doppio piú lume che nella parte b, e tre quarti piú che
in a, perché, c è illuminato dal cielo dgfe, e b dal df, ch'è la metà
meno di de, e la parte a sarà solo illuminata dalla quarta parte di de,
cioè da gd. La superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore del suo obietto. Sia d il
corpo
opaco, an sia il corpo luminoso, ac sia di un colore oscuro, cd sia il
piano illuminato dall'emisfero afmn; per l'antidetta r sarà piú
illuminata che o; o che s; s che t; e il simile faranno le parti che
son volte ad ac, corpo oscuro, ed il simile quelle che son volte al
luogo illuminato cd; e di qui nasce lume e ombra, e lume riflesso. 683. Egualità di ombre in pari corpi ombrosi e luminosi in diverse distanze.Possibile è che un medesimo corpo ombroso
pigli eguale ombra da luminosi di varie grandezze. fogr è un corpo
ombroso, del quale l'ombra è fgo, generata dalla privazione
dell'aspetto del luminoso de nella vera distanza, e dal luminoso bc
nella distanza remota; e questo nasce che l'uno e l'altro luminoso è
egualmente privato dell'aspetto ombroso fog mediante la rettitudine
delle linee ab, pc. Il medesimo diremo di due luminosi in varie
distanze da un ombroso, cioè il luminoso rs grande ed il luminoso ac piccolo, variamente remoti da esso ombroso nmoq. 684. Qual luminoso è quello che mai vedrà se non la metà dello sferico ombroso.
Quando lo sferico ombroso sarà illuminato dallo sferico luminoso di
grandezza eguale allo sferico ombroso, allora la parte ombrosa e quella
luminosa di esso corpo ombroso saranno infra loro eguali. Sia abcd lo
sferico ombroso eguale allo sferico luminoso ef; dico la parte ombrosa
abc dello sferico ombroso essere eguale alla parte luminosa abd. E
provasi cosí: le parallele e f s t son contingenti alle fronti dal
diametro ab, cioè diametro dello sferico ombroso, il quale diametro
passa pel centro di esso sferico, che, essendo diviso nel diametro
detto, sarà diviso per eguali, e l'una parte sarà tutta ombrosa e l'altra sarà tutta luminosa. 685. S'egli è possibile che per alcuna distanza un corpo luminoso possa illuminare solamente la metà di un corpo ombroso minore di esso.
Impossibile è che per alcuna distanza un luminoso maggiore di un
ombroso possa illuminare appunto la metà di esso ombroso. Quel ch'è
detto si prova per le linee parallele, le quali si causano per essere
equidistanti infra loro; ed infra linee equidistanti non s'include
punto se non corpi sferici di quel diametro; adunque gli estremi di due
sferici ineguali non saranno contingenti a due linee parallele. 686. Delle varie oscurità delle ombre de' corpi in pittura contraffatte.
La superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore del suo obietto,
e tanto piú o meno quanto l'obietto gli sarà piú vicino o remoto.
Provasi la prima parte, e sia gbc la superficie del corpo opaco, il
quale porremo che sia di superficie bianca, e che l'obietto rs sia
nero, e l'obietto nm sia ancor esso bianco; e per la nona di questo,
che prova che ogni corpo empie l'aria circostante delle specie del suo
colore e della similitudine del corpo colorito, rs, obietto nero,
empirà l'aria, che gli sta dinanzi, di colore oscuro, il quale
terminerà in vgb, parte del corpo opaco gbc, la qual parte si tingerà
nello stesso colore del suo obietto rs, ed il corpo bianco dell'altro
obietto nm imbiancherà tutta la parte del corpo opaco in gbc; adunque
nell'opaco si troverà tutto gv in semplice partecipazione di nero rs,
ed in bc in semplice bianco, ed in gb ch'è veduto dall'obietto bianco e
dall'obietto nero, sarà color composto di bianco e di nero, cioè superficie di color misto. 687. Quali colori fan piú varietà di lumi alle ombre.Infra i colori sarà maggior differenza dalle
loro ombre ai loro lumi, i quali saran piú simili alla bianchezza,
perché il bianco ha piú chiara illuminazione e piú oscura ombrosità che
altro colore, benché né il bianco né il nero sien nel numero de' colori. 688. Tutti i colori nelle lontane ombre sono ignoti ed indiscernibili.Tutti i colori di lontano saranno nelle ombre
ignorati, perché la cosa che non è tocca dal principale lume non è
potente a mandare di sé all'occhio per l'aria piú luminosa la sua
similitudine, perché il minore lume è vinto dal maggiore. Esempio: noi
vediamo, essendo in una casa, che tutti i colori i quali sono nelle
pareti delle mura si veggono chiaramente ed espeditamente quando le
finestre di detta abitazione sono aperte; e se noi usciremo fuori di
essa casa e riguarderemo un poco di lontano per dette finestre le
pitture fatte su dette mura, in iscambio di esse pitture vedremo una continuata oscurità. 689. De' colori delle specie degli obietti che tingono di sé le superficie de' corpi opachi.
Molte sono le volte che le superficie de' corpi opachi nel tingersi de'
colori de' loro obietti pigliano colori che non sono in essi obietti.
Provasi: cd sia il corpo opaco, ed ab sia il suo obietto, il quale
porremo che sia di color giallo, ed il corpo opaco azzurro; dico che
tutta la parte della superficie dnc di tal corpo opaco, che in sé è
azzurro, si dimostrerà esser verde, ed il simile farebbe se l'opaco
fosse giallo e l'obietto azzurro; e questo nasce perché i colori varî,
quando sono misti, si trasmutano in un terzo colore, partecipante
dell'uno e dell'altro; e per questo il giallo misto coll'azzurro fa
verde, il qual verde è un composto de' suoi componenti, che manifestamente si comprende dal pittore speculativo. 690. Del color falso delle ombre de' corpi opachi.Quando un opaco fa la sua ombra nella
superficie di un altro opaco, il quale sia illuminato da due varî
luminosi allora tale ombra non dimostrerà essere del medesimo corpo
opaco, ma di altra cosa. Provasi: nde sia il corpo opaco, e sia bianco
in sé, e sia illuminato dall'aria ab e dal fuoco cg, dipoi sia
anteposto infra il fuoco e l'opaco l'obietto op, del quale l'ombra si
taglierà nella superficie in dn; ora in esso dn non illumina piú il
rossore del fuoco, ma l'azzurro dell'aria, onde in dn sarà partecipante
di azzurro ed in nf vede il fuoco; adunque l'ombra azzurra termina di
sotto col rossore del fuoco sopra tale opaco, e di sopra termina con
colore di viola, cioè che in de è illuminato da un misto composto
dell'azzurro dell'aria ab e del rossore del fuoco de, ch'è quasi colore
di viola; e cosí abbiamo provato tale ombra esser falsa, cioè ch'essa
non è ombra del bianco, né ancora del rossore che la circonda. 691. Qual è in sé vera ombra de' colori de' corpi.L'ombra de' corpi non deve partecipare di
altro colore, che quel del corpo dove si applica; adunque, non essendo
il nero connumerato nel numero de' colori da esso si tolgono le ombre
di tutti i colori de' corpi con piú o meno oscurità, che piú o men si
richiede nel suo luogo, non perdendo mai integralmente il colore di
detto corpo, se non nelle tenebre incluse dentro ai termini del corpo
opaco. Adunque tu, pittore, che vuoi ritrarre, tingi alquanto le pareti
del tuo studio di bianco misto con nero, perché bianco e nero non è colore. 692. Qual obietto tinge piú della sua similitudine le superficie bianche de' corpi opachi.Quell'obietto tingerà piú della sua
similitudine le superficie de' corpi bianchi opachi, il quale sarà di
natura piú remoto dal bianco. Quel che qui si dimostra essere piú
remoto dal bianco è il nero, e questo è quello in che la superficie del
bianco opaco piú si tingerà che di nessun colore di altri obietti. 693. Degli accidenti delle superficie de' corpi.La superficie di ogni corpo opaco partecipa
del colore del suo obietto, il qual colore sarà sopra essa superficie
tanto piú sensibile, quanto la superficie di tal corpo sarà piú bianca e quanto tal colore le sarà piú vicino. 694. Del colore delle ombre, e quanto si oscurano.Siccome tutti i colori si tingono
nell'oscurità delle tenebre della notte, cosí l'ombra di qualunque
colore finisce in esse tenebre; adunque tu, pittore, non osservare che
nelle ultime tue oscurità si abbia a conoscere i colori che confinano
insieme, perché se natura nol concede, e che tu fai professione di
essere imitatore di natura quanto nell'arte si concede, non ti dare ad
intendere di racconciare i suoi errori, perché errore non è in essa, ma
sappi ch'esso è in te; conciossia, dato un principio, egli è necessario
che seguiti un mezzo ed un fine compagno di esso principio. 695. De' colori de' lumi illuminatori de' corpi ombrosi.Il corpo ombroso posto infra propinque pareti
in luogo tenebroso, il quale da un lato sia illuminato da un minimo
lume di candela, e dall'opposita sua parte sia illuminato da un minimo
spiracolo di aria, se sarà bianco, allora tal corpo si dimostrerà da un
lato giallo e dall'altro azzurro, stando l'occhio in luogo illuminato dall'aria. 696. Quel che fan le ombre co' lumi ne' paragoni.I vestimenti neri fan parere gli uomini piú
rilevati che i vestimenti bianchi; e questo nasce per la terza del nono
che dice: la superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore del
suo obietto. Adunque seguita che le parti del volto che vedono e son
vedute dagli obietti neri, si dimostrano partecipare di esso nero; e
per questo le ombre saranno oscure e di gran differenza dalle parti di
esso volto illuminate. Ma i vestimenti bianchi faranno le ombre de'
visi partecipanti di tal bianchezza, e per questo le parti del volto si
dimostreranno di poco rilievo per avere il chiaro e lo scuro infra loro
poca differenza di chiaro e di scuro; seguita che in questo l'ombra del viso non sarà vera ombra di tali carni. 697. Quali sono gli obietti delle carni che le fanno dimostrare le ombre compagne de' lumi.Il lume di vetro incarnato e l'abitazione
dell'uomo tinta nel medesimo incarnato, e cosí i vestimenti, faranno
parere il volto co' veri lumi ed ombre delle sue carni, e questo modo è
utilissimo per far parere la carni bellissime; ma tal precetto è contro
ai precetti delle figure poste in campagna circuita da diversi colori,
che essendo poi la figura posta in tal campagna, essa sarebbe contro alla terza del nono di questa. 698. Delle ombre de' visi che passando per le strade molli non paiono compagne delle loro incarnazioni.Quello che si dimanda accade che spesse volte
un viso sarà colorito o bianco e le ombre gialleggieranno, e questo
accade che le strade bagnate piú gialleggiano che le asciutte, e che le
parti del viso che sono volte a tali strade sono tinte della giallezza
ed oscurità delle strade che gli stanno per obietto. 699. Della qualità dell'aria alle ombre e ai lumi.Quel corpo farà maggiore differenza dalle
ombre ai lumi, che si troverà esser visto da maggior lume, come lume di
sole, o la notte il lume del fuoco; e questo è poco da usare in
pittura, perché le opere rimangono crude e senza grazia. In quel corpo
che si troverà in mediocre lume sarà poca differenza dai lumi alle
ombre; e questo accade sul far della sera, o quando è nuvolo; e queste
opere sono dolci, ed havvi grazia ogni qualità di volto, sicché in ogni
cosa gli estremi sono viziosi; il troppo lume fa crudo, il troppo scuro non lascia vedere; il mezzano è buono. 700. De' lumi piccoli.Ancora i lumi fatti da piccole finestre fanno
gran differenza dai lumi alle ombre, e massime se la stanza da quelle illuminata sarà grande; e questo non è buono da usare. 701. Qual superficie fa minor differenza di chiaro e di scuro.La superficie nera, e quelle ancora che piú
partecipano di essa nigredine, ha minor differenza infra le sue parti
ombrose e luminose che alcun'altra, perché la parte illuminata si
dimostra esser nera, e l'ombrata non può esser altro che nera, ma con
poca varietà acquista alquanto di piú oscurità che la parte nera illuminata. 702. Dov'è maggior varietà dalle ombre ai lumi, o nelle cose vicine o nelle remote.Quel corpo ombroso avrà men differenza infra i
suoi lumi ed ombre, il quale sarà piú remoto dall'occhio, e cosí di
converso essendo vicino ad esso occhio per causa della chiarezza
dell'aria luminosa la quale s'interpone con maggior grossezza infra
l'occhio ed esso corpo ombroso quando è remoto ch'essendo vicino. 703. Quale sarà quel corpo che di pari colore e distanza dall'occhio men varia i suoi lumi dalle ombre.Quel corpo mostrerà men differenza dalle sue
ombre a' suoi lumi, il quale sarà in aria di maggiore oscurità; e cosí
di converso essendo in aria di maggior splendore; come ci mostran le
cose poste nelle tenebre, le quali non si possono conoscere, e le cose
anteposte allo splendore del sole, che le ombre paiono tenebrose rispetto alle parti percosse dai raggi solari. 704. Perché si conoscono le vere figure di qualunque corpo vestito e terminato nelle superficie.Le ombre e i lumi sono certissima causa a far
conoscere le figure di qualunque corpo, perché un colore di eguale
chiarezza od oscurità non può dimostrare il suo rilievo, ma fa ufficio
di superficie piana, la quale con egual distanza in tutte le sue parti
sia egualmente distante dallo splendore che lo illumina. 705. Della discrezione delle ombre de' siti e delle cose poste in quelli.Se il sole sarà nell'oriente e guarderai
inverso occidente, vedrai tutte le cose illuminate essere interamente
private di ombra, perché tu vedi ciò che vede il sole; e se riguarderai
a mezzodí o tramontana, vedrai tutti i corpi essere circondati da ombra
e lume, perché tu vedi quello che vede e non vede il sole; e se
riguarderai verso il cammino del sole, tutti i corpi ti mostreranno la
loro parte ombrata, perché quella parte che tu vedi non può esser veduta dal sole. 706. In quali superficie si trova la vera ed eguale luce.
Quella superficie sarà egualmente illuminata, la quale sarà egualmente
remota dal corpo che l'illumina; come se dal lume a, il quale illumina
la superficie bcd, fossero tirate le linee eguali a essa superficie;
allora per la definizione del cerchio essa superficie sarà egualmente
illuminata in ogni sua parte; e se tal superficie fosse piana, come si
dimostra nella seconda dimostrazione efgh, allora se gli estremi della
superficie saranno egualmente distanti da tali linee, il mezzo h sarà
la parte piú vicina a tale lume; e sarà tanto piú illuminata che tali
estremi, quanto essa sarà piú vicina al detto suo lume e; ma se gli
estremi di tale superficie piana saranno con distanza ineguale rimossi
da tale lume, come si dimostra nella terza figura iklm, allora la parte
piú vicina e la piú remota avranno tal proporzione ne' loro lumi, quale
è quella delle loro distanze dal corpo che le illumina. 707. Della chiarezza del lume derivativo.La piú eccellente chiarezza del lume
derivativo è dove vede tutto il corpo luminoso con la metà del suo
destro o sinistro campo ombroso. Provasi, e sia il luminoso bc, e il
campo suo ombroso destro e sinistro sia dc ed ab, ed il corpo ombroso
minore del luminoso sia nm, e la parete ps è dove s'imprimono le specie
ombrose e luminose. Dico adunque, sopra essa parete ps nel punto r sarà
la piú eccellente chiarezza di lume che in alcun'altra parte di esso
pavimento. Questo si manifesta perché in r vede tutto il corpo luminoso
bc con la metà del campo scuro ad, cioè cd, come ci mostrano i concorsi
rettilinei della piramide ombrosa cdr e la piramide luminosa bcr;
adunque in r vede tanta quantità del campo scuro cd quanto si sia il
luminoso bc; ma nel punto s vede ab ombroso e vi vede ancora cd
ombroso, i quali due spazi oscuri valgono il doppio del luminoso bc; ma
quanto piú ti muoverai dall's inverso l'r piú perderai dell'oscurità
ab. Adunque, dall's inverso l'r sempre si rischiara il pavimento sr;
ancora, quanto piú ti muoverai dall'r all'o, tanto men vedrai del
luminoso; e per questo piú si oscura il pavimento ro quanto si avvicina
all'o. E per tal discorso abbiamo provato essere r la piú chiara parte del pavimento os. 708. Della remozione e propinquità che fa l'uomo nel discostarsi ed avvicinarsi ad un medesimo lume, e della varietà delle ombre sue. Tanto
si variano le ombre e i lumi in un medesimo corpo di figura e quantità,
quante sono le varietà degli appropinquamenti o remozioni che fa l'uomo
dinanzi a esso lume. Provasi, e sia l'uomo bc, il quale, avendo il lume
dall'a, fa la sua ombra bcf; dipoi l'uomo si muove da c in e, e il
lume, che resta fermo, varia l'ombra di figura e di grandezza, la quale è la seconda ombra deg. 709. Delle varietà che fa il lume immobile delle ombre che si generano ne' corpi, che in sé medesimi si piegano, o abbassano, o alzano senza mutazione de' loro piedi.Provasi, e sia il lume immobile f e l'uomo
immobile di piante sia ab, il quale s'inchina in cb; dico l'ombra
variarsi in infinito da a a c per essere il moto fatto in ispazio, e lo
spazio è quantità continua, e per conseguente divisibile in infinito;
adunque le ombre son variate in infinito, cioè dalla prima ombra aob
all'ombra seconda bcr; e cosí si è concluso il proposito nostro. 710. Qual corpo è quello che accostandosi al lume cresce la sua parte ombrosa.Quando il corpo luminoso sarà minore del corpo
da esso illuminato, tanto crescerà l'ombra al corpo illuminato, quanto
e' si farà piú vicino al corpo luminoso. a sia il corpo luminoso minore
dell'ombroso rsgl, il quale illumina tutta la parte rsg inclusa dentro
a' suoi raggi luminosi an ed am; onde la parte ombrosa, per necessità
di tali raggi, resta tutto rlg ombroso. Dipoi io avvicino al medesimo
luminoso esso corpo ombroso, e sarà dpeo, il quale sarà rinchiuso
dentro alla rettitudine de' raggi luminosi ab ed ac, e sarà tocco da
essi raggi nel punto d e nel punto e, e la linea de divide la parte
ombrosa dalla sua luminosa dpe dal doe, la qual parte ombrosa per
necessità è maggiore che l'ombrosa del corpo piú remoto rlg; e tutto
nasce dai raggi luminosi che, per esser retti, si separano tanto piú
remoti dal mezzo di tal corpo ombroso, quanto esso corpo sarà piú vicino al luminoso. 711. Qual è quel corpo che quanto piú si accosta al lume piú diminuisce la sua parte ombrosa.Quando il corpo luminoso sarà maggiore del
corpo da esso illuminato, tanto piú diminuirà l'ombra al corpo
illuminato, quanto questo si farà piú vicino ad esso luminoso. ab sia
il corpo luminoso maggiore del corpo ombroso xyrh, il quale,
accostandosi al luminoso in fecd, diminuisce la sua ombra, perché è
abbracciato piú di là dal suo mezzo dai raggi luminosi stando vicino al
corpo che lo illumina, che quando esso era piú remoto. 712. Qual è quel corpo ombroso che non cresce né diminuisce le sue parti ombrose o luminose per nessuna distanza o vicinità dal corpo che lo illumina. Quando
il corpo ombroso e il luminoso saranno infra loro di egual grandezza,
allora nessuna distanza, o vicinità, che infra loro s'interponga, avrà
potenza di diminuire o crescere le loro parti ombrose o illuminate. nm
sia il corpo ombroso, il quale, tirato nel sito cd piú vicino al
luminoso ab, non ha cresciuto o diminuito la quantità della sua ombra;
e questo accade perché i raggi luminosi che lo abbracciano sono in sé paralleli. 713. Infra i corpi di eguale grandezza, quello che da maggior lume sarà illuminato avrà la sua ombra di minore lunghezza.Quei corpi che saranno piú propinqui o remoti
dal loro lume originale, faranno piú o meno breve la loro ombra
derivativa. Nello sperimentare s'afferma la sopradetta proposizione,
per cagione che il corpo mn è abbracciato da piú parte di lume che il
corpo pq, come di sopra si dimostra. Diciamo che vcabdx sia il cielo
che fa il lume originale; che st sia una finestra dond'entrino le
specie luminose, e cosí m n p q sieno i corpi ombrosi contrapposti a
detto lume; mn sarà di minore ombra derivativa, perché la sua ombra
originale sarà poca, ed il lume derivativo sarà grande, perché ancora
sarà grande il lume originale cd; pq avrà piú ombra derivativa, perché
la sua ombra originale sarà maggiore; il lume suo derivativo sarà
minore che quello del corpo mn, perché quella parte dell'emisfero ab,
che lo illumina, è minore che l'emisfero cd, illuminatore del corpo mn. 714. Quei corpi sparsi situati in abitazione illuminata da una sola finestra faranno l'ombra derivativa piú o meno breve, secondo che sarà piú o meno a riscontro di essa finestra.La ragione che i corpi ombrosi che si trovano
situati piú dritti al mezzo della finestra, fanno l'ombra piú breve che
quelli situati in traverso sito, si è che vedono la finestra in propria
forma, ed i corpi traversi la vedono in iscorto; a quello di mezzo la
finestra pare grande, ai traversi pare piccola; quel di mezzo vede
l'emisfero grande, cioè ef, e quelli dai lati lo vedono piccolo, cioè
qr vede ab e cosí mn vede cd; il corpo di mezzo, perché ha maggior
quantità di lume che quelli dai lati, è illuminato assai piú basso che
il suo centro, e però l'ombra è piú breve, e tanto quanto ab entra in ef, tanto la piramide g4 entra in ey appunto. 715. Ogni mezzo d'ombra derivativa si drizza col mezzo dell'ombra originale, e col centro del corpo ombroso, e del lume derivativo, e col mezzo della finestra, ed in ultimo col mezzo di quella parte del meridionale fatto dall'emisfero celeste.yh è il mezzo dell'ombra derivativa, lh
dell'ombra originale; l sia il mezzo del corpo ombroso, lk del lume
derivativo; v sia il mezzo delle finestre; e sia l'ultimo mezzo del
lume originale fatto da quella parte dell'emisfero del cielo che illumina il corpo ombroso. 716. Ogni ombra fatta dal corpo ombroso minore del lume originale manderà le ombre derivative tinte del colore della loro origine.L'origine dell'ombra ef sia n, e sarà tinta in
suo colore; l'origine di he sia o, e sarà similmente tinta in suo
colore, e cosí il colore di vh sarà tinto nel colore del p perché nasce
da esso, e l'ombra del triangolo zky sarà tinta nel colore di q perché
deriva da esso q; f è il primo grado di lume, perché quivi illumina
tutta la finestra ad, e cosí nel corpo ombroso m è di simil chiarezza;
zky è un triangolo che contiene in sé il primo grado di ombra, perché
in esso triangolo non capita il lume ad; xh è il secondo grado d'ombra
perché lí non illumina se non un terzo della finestra, cioè cdh, e sarà
il terzo grado di ombra perché lí vede i due terzi della finestra bd; e
f sarà l'ultimo grado di ombra perché l'ultimo grado di lume della finestra illumina nel luogo di f. 717. Quella parte del corpo ombroso sarà meno luminosa, che sarà veduta da minore quantità di lume.La parte del corpo m è primo grado di lume
perché lí vede tutta la finestra ad per la linea af; il secondo grado è
n perché lí vede il lume bd per la linea be; o è il terzo grado perché
lí vede il lume cd per la linea cb; p è il penultimo perché lí vede cd
per la linea dv; q è l'ultimo grado perché lí non vede nessuna parte
della finestra; tanto quanto cd entra in ad, tanto è piú scuro nrs che m, e tutto l'altro campo senz'ombra. 718. Ogni lume che cade sopra i corpi ombrosi infra eguali angoli, tiene il primo grado di chiarezza, e quello sarà piú scuro che riceve gli angoli meno eguali, ed il lume o le ombre fanno loro ufficio per piramide.L'angolo c tiene il primo grado di chiarezza
perché lí vede tutta la finestra ab e tutto l'orizzonte del cielo mx;
l'angolo d fa poca differenza da c, perché gli angoli che lo mettono in
mezzo non sono tanto disformi di proporzione quanto gli altri di sotto,
e mancagli solamente quella parte dell'orizzonte ch'è tra y x; benché
l'acquisti altrettanto dall'opposito lato, nondimeno la sua linea è di
poca potenza, perché il suo angolo è minore che il suo compagno;
l'angolo ed sarà di minor lume perché lí non vede; manca il lume ms ed
il lume vx, ed i loro angoli sono assai disformi; l'angolo k e l'angolo
f sono messi in mezzo ciascun per sé da angoli molto disformi l'uno
dall'altro, e però saranno di poco lume, perché in k vede solamente il
lume pt, ed in f non vede se non tq; og sarà l'ultimo grado di lume
perché lí non vede nessuna parte del lume dell'orizzonte, e sono quelle
le linee che un'altra volta ricompongono una piramide simile alla
piramide c, la quale piramide l si troverà nel primo grado di ombra,
perché ancora essa cade infra eguali angoli; ed essi angoli si drizzano
e si sguardano per una linea retta che passa dal centro del corpo
ombroso, e s'accoppia al mezzo del lume; le specie luminose
moltiplicate nei termini della finestra ne' punti a b fanno un chiarore
che circonda l'ombra derivativa creata dal corpo ombroso nel luogo 4 e
6; le specie oscure si moltiplicano in og e finiscono in 7 e 8. 719. Ogni ombra fatta dai corpi si dirizza colla linea del mezzo ad un solo punto fatto per intersecazione di linee luminose nel mezzo dello spazio e grossezza della finestra.La ragione premessa di sopra chiaramente
appare per esperienza; imperocché figurerai uno sito colla finestra a
tramontana, la quale sia sf, vedrai all'orizzonte di levante produrre
una linea, che toccando i due angoli della finestra o f capiterà in d,
e l'orizzonte di ponente produrrà la sua linea toccando gli altri due
angoli della finestra r s e finirà in c, e questa intersecazione viene
appunto nel mezzo dello spazio e della grossezza della finestra: ancora
ti confermerai meglio questa ragione col porre due bastoni come nel
luogo di g h; vi vedrai la linea fatta dal mezzo dell'ombra reale drizzarsi al centro m e coll'orizzonte nf. 720. Ogni ombra con tutte sue varietà che per distanza cresce per larghezza piú che la sua cagione, le sue linee esteriori si congiungono insieme infra il lume e il corpo ombroso.Questa proposizione chiaramente appare e si
conferma dalla esperienza, imperocché se ab sarà una finestra senza
alcuna tramezzatura, l'aria luminosa che sta da destra in a è vista da
sinistra in d, e l'aria che sta da sinistra in b, illumina da destra
nel punto c, e dette linee s'intersecano nel punto m. 721. Ogni corpo ombroso si trova infra due piramidi, una scura e l'altra luminosa; l'una si vede e l'altra no, e questo solo accade quando il lume entra per una finestra.Fa conto che ab sia la finestra e che r sia il
corpo ombroso; il lume destro 3 passa il corpo dal lato sinistro del
corpo ombroso in g e va in p; il lume sinistro k passa a detto corpo
nel lato destro in i e va in m, e quelle due linee s'intersecano in c e
lí fanno piramide; dipoi ab tocca il corpo ombroso in ig e fa la sua
piramide in fig; f sarà oscuro, perché mai lí può vedere il lume abig; c sempre sarà luminoso, perché lí vede il lume. 722. Qual è quel lume che, ancoraché l'occhio sia piú discosto dallo sferico ombroso che esso lume, non potrà mai vedere ombra, stando dietro al lume.Quando il luminoso sarà eguale o maggiore che
lo sferico ombroso, allora l'occhio che sarà dopo tal lume non potrà
mai vedere alcuna parte di ombra nel corpo ombroso per la differenza
del detto luminoso. cedf sia lo sferico ombroso, ab è il corpo luminoso
eguale all'ombroso, e l'ombra di tal corpo sferico sia cfd; dico che
l'occhio l, che sta dopo il lume ab in qualunque distanza si voglia,
mai potrà vedere parte alcuna d'ombra, per la settima del nono che
dice: mai le parallele concorrono in punto, perché ac bd son poste
parallele, e se abbracciano di punto la metà dello sferico e le linee n
m, che concorrono in punto l, esso punto non potrà mai vedere la metà dello sferico nel diametro suo cd. 723. Dell'occhio che per lunga distanza mai gli sarà occupata la veduta dell'ombra nell'ombroso, quando il luminoso sarà minore dell'ombroso.
Ma quando il luminoso sarà minore dell'ombroso, gli sarà sempre trovata
qualche distanza, donde l'occhio potrà vedere l'ombra di esso ombroso.
Sia opef il corpo ombroso, ed il lume sia ab, in che proporzione si
voglia minore di esso ombroso; dico che mai si proibirà che l'occhio n,
che sta di dietro al lume, non veda qualche parte ombrosa dell'ombra
del corpo sferico ombroso, come mostra la rettitudine delle linee. 724. Dell'ombra dell'opaco sferico posto infra l'aria. La
parte dello sferico opaco sarà piú ombrosa, che da maggior somma di
oscurità sarà veduta. Sia l'obietto oscuro il piano dc, e l'emisfero
luminoso sia dnc, ed il corpo sferico interposto infra il lume
dell'emisfero e l'oscurità della terra sia bcpo; dico che la parte oqp
sarà piú oscura che alcuna parte di tale sferico, perché il sole vede
il tutto de' lati dell'opposita oscurità della terra dc, ed ogni altro
suo lato ne vede meno. Provasi per uno degli elementi, che dice: la
linea prodotta dal centro del circolo all'angolo della contingenza sarà
perpendicolare e cadrà infra due angoli retti; seguita che la linea che
vien dal centro x della sfera termina in sc infra angoli retti nel
punto o, vede tutta l'oscurità della terra dc, e cosí tale o è veduto
da essa terra; il simile fa p opposito per le medesime cagioni; e cosí
q ed ogni parte che s'interpone infra op, spazio. Ma il q è di piú
eccellente oscurità per essere in mezzo sopra la terra, che non è l'o
od il p, che son piú vicini agli estremi di tale oscurità della terra e
cominciano a vedere l'orizzonte di esso emisfero e si mischiano col suo lume. 725. Dell'ombra dell'opaco sferico posato sopra la terra. Ma
l'ombra dell'opaco sferico, il quale si posa in contatto colla terra,
sarà di maggiore oscurità che l'antecedente, che solamente la vede come
suo obietto. Provasi, e sia lo sferico opaco nms posato sopra la terra
ac nel punto s, e l'arco abc sia il nostro emisfero; dico che l'ombra
che fa esso sferico sopra la terra dove si posa sarà piú oscura che
l'antidetta, per l'ottava che dice: ogni causa è fatta partecipe della
sua causa, onde seguita che la terra, causa di tale ombra, darà l'ombra
piú oscura, che sarà in sé piú oscura; adunque, essendo piú oscura l'ombrata che l'illuminata, lí è concluso. 726. Delle ombre de' corpi alquanto trasparenti.Nessun corpo partecipante di trasparenza fa
ombra oscura se non è ombrato dall'oscurità delle ombre di molti altri
simili corpi, come sono le foglie degli alberi, che fanno le ombre l'una sopra l'altra. 727. Dell'ombra maestra che sta infra il lume incidente ed il riflesso.Nota la vera figura che ha l'ombra maestra, la
quale s'interpone infra il lume riflesso ed il lume incidente. Questa
tale ombra non si taglia, né ha fine se non insieme col membro sopra il
quale si appoggia, ed i suoi lati sono di varie distanze dal suo mezzo
e di varie conterminazioni con esso lume incidente e riflesso.
Imperocché alcuna volta si mostra di termini noti ed alcuna volta di
termini insensibili; alcuna volta si piega della sua rettitudine,
alcuna volta osserva rettitudine; alcuna volta i termini sono distanti
ineguali dal mezzo dell'ombra principale; e di questo discorso si comporrà un libro. 728. De' termini de' corpi che prima si perdono di notizia.I termini de' corpi opachi sono quelli de'
quali in brevissima distanza si perde la notizia; questa di che si
predice il perdimento della notizia è la superficie dei corpi, per
altro modo detta termine de' corpi densi, la quale, non avendo corpo,
non dà di sé spedita notizia e tanto meno ne dà quanto essa è piú remota dal suo investigatore. 729. De' termini de' corpi opachi. I
veri termini de' corpi opachi mai saranno veduti con spedita
cognizione; e questo nasce perché la virtú visiva non si causa in punto
com'è provato nella terza del quinto di prospettiva, dove dice: la
virtú visiva essere infusa per tutta la pupilla dell'occhio; adunque,
essendo la pupilla abc che vede il termine del corpo n nello estremo m
occupare nella parete gh tutto lo spazio def, perché la parte superiore
a della pupilla vede il termine del corpo m nel punto d, e il mezzo
della pupilla, b, vede un altro termine piú basso nel punto e che è piú
alto del d, e la parte inferiore della pupilla, c, vede un altro
termine del corpo piú basso, il quale è portato piú alto nella detta
parete; e cosí è provata la causa della confusione de' termini che hanno i corpi ombrosi. 730. Come i termini de' corpi ombrosi veduti da una medesima pupilla non sono in un medesimo sito in esso corpo.I termini de' corpi opachi veduti da una
medesima pupilla non saranno mai in un medesimo sito in esso corpo.
Provasi, e sia che la pupilla ab vegga la parte superiore del corpo
opaco n; dico che la parte inferiore b di tal pupilla vedrà il termine
di esso corpo nel punto d, terminato nella parete or nel punto e, e la
parte superiore a della pupilla vedrà esso termine del corpo opaco nel
punto c terminare in detta parete. Adunque, non essendo cd in un
medesimo sito di tal corpo opaco, noi abbiamo provato il nostro intento. 731. Come quel corpo ha i suoi termini piú confusi, che sarà piú vicino all'occhio che li vede.Tanto saranno piú confusi i termini de' corpi
opachi, quanto e' saranno piú vicini all'occhio che li vede. Quel che
si propone si prova con mostrare ab, pupilla, vedere i termini nel
corpo e in cd forte distanti l'un dall'altro, e per questo restan
confusi; e vede i termini del corpo f, ch'è piú remoto, essere ancora
piú vicini, cioè no, e per conseguente li viene a vedere piú spediti che quelli del corpo e. 732. Come si deve conoscere qual parte del corpo deve essere piú o men luminosa che le altre.Se a sarà il lume e la testa sarà il corpo da
quello illuminato; e quella parte di essa testa che riceve sopra di sé
il raggio fra angoli piú eguali sarà piú illuminata; e quella parte che
riceverà i raggi infra angoli meno eguali sarà meno luminosa; e fa
questo lume nel suo ufficio a similitudine del colpo, imperocché il
colpo che cadrà infra eguali angoli sarà in primo grado di potenza, e
quando cadrà infra disuguali sarà tanto meno potente che il primo,
quanto gli angoli saranno piú disformi. Esempligrazia, se gitterai una
palla in un muro, che le estremità sieno equidistanti da te, il colpo
cadrà infra eguali angoli, e se la gitterai in detto muro stando da una
delle sue estremità, la palla cadrà infra disuguali angoli e il colpo non si appiccherà. 733. Quando gli angoli fatti dalle linee incidenti saranno piú eguali, in quel luogo sarà piú lume, e dove saran piú disuguali, sarà piú oscurità.Poiché provato si è che ogni lume terminato
fa, ovvero pare che nasca da un sol punto, quella parte illuminata da
quello avrà la sua particola piú luminosa, sopra la quale cadrà la
linea radiosa fra due angoli eguali, come di sopra si dimostra nella
linea ag, e cosí in ah e simile in al; e quella particola della parte
illuminata sarà men luminosa, sopra la quale la linea incidente ferirà
tra due angoli, come appare in bcd; e per questa via ancora potrai
conoscere le parti private di lume; come appare in mk. 734. Come i corpi accompagnati da ombra e lume sempre variano i loro termini dal colore e lume di quella cosa che confina colla loro superficie.Se vedrai un corpo che la parte illuminata
campeggi e termini in campo oscuro, la parte di esso lume che parrà di
maggior chiarezza sarà quella che terminerà coll'oscuro in d; e se
detta parte illuminata confina col campo chiaro, il termine di esso
corpo illuminato parrà men chiaro che prima, e la sua somma chiarezza
apparirà infra il termine del campo mf e l'ombra; e questo medesimo
accade all'ombra, imperocché il termine di quella parte del corpo
adombrato che campeggia in luogo chiaro in l parrà di molto maggiore
oscurità che il resto; e se detta ombra termina in campo oscuro, il
termine dell'ombra parrà piú chiaro che prima, e la sua somma oscurità
sarà infra detto termine ed il lume, nel punto o. 735. De' colmi de' lumi che si voltano e trasmutano, secondo che si trasmuta l'occhio veditore di esso corpo.Poniamo che il detto corpo sia questo tondo
qui in margine figurato, e che il lume sia il punto a, e che la parte
del corpo illuminata sia bc, e che l'occhio sia nel punto d; dico che
il lustro, perché è tutto per tutto, e tutto nella parte, stando nel
punto d, parrà nel punto c, e tanto quanto l'occhio si trasmuterà da d
ad a, tanto il lustro si trasmuterà da c ad n. 736. Modo come devono terminare le ombre fatte dagli obietti.Se l'obietto sarà questa montagna qui
figurata, ed il lume fosse il punto a, dico che da b a d e similmente
da c ad f non sarà lume se non per raggi riflessi; e questo nasce che i
raggi luminosi non si adoprano se non per linea retta, e quel medesimo fanno i secondi raggi che sono riflessi. 737. Qual parte dello sferico meno si illumina.Quella parte del corpo ombroso sarà manco
illuminata, che da minor parte del corpo luminoso sarà veduta. Provasi,
e sia il corpo ombroso asqr, e il luminoso sia il suo emisfero ncef;
dico che la parte a e la parte o, per essere esse vedute da eguali
archi aced e cedf, sono vedute da eguali quantità di lume, e sono per
questo egualmente da essi illuminate. Ma r, veduto dal minore arco odf,
riceve men lume; ed il p, che sol vede df, minore che edf, per questo
resta meno luminoso, ed ancor meno luminoso rimane q, che sol vede l'estremo dell'orizzonte f. 738. Qual parte dello sferico piú si illumina.E quella parte che degli sferici si illumina
sarà di piú intensa chiarezza, che con minor somma di specie ombrose si
accompagna. Provasi, e sia fno il corpo sferico ombroso, ed abc
l'emisfero luminoso, e il piano ac l'oscurità della terra; dico
adunque, che la parte della sfera fn sarà di piú intensa chiarezza,
perché non vede nessuna parte della terra ac, ed è in sé di egual
chiarezza, per essere illuminata dagli eguali archi dell'emisfero abc,
cioè l'arco are è pari all'arco rbs ed all'arco bsc, e per una
concezione che dice, che quando due cose sono eguali ad una terza, esse
sono ancora infra loro eguali, adunque p f n sono eguali in chiarezza. 739. Qual parte dell'opaco sferico meno si illumina.Quella parte dell'opaco sferico sarà di piú
oscura ombrosità, che da men somma di raggi luminosi sarà vista. Benché
questa abbia gran similitudine con la prima di sopra, non resterò che
io non la provi, perché essa prova alquanto si varia; e sia il corpo
ombroso fno, e l'emisfero sia abc, e l'oscurità della terra sia la
linea ac; dico in prima che la parte superiore dello sferico fpn sarà
egualmente illuminata da tutto l'emisfero abc, e cosí lo dimostro per
le tre porzioni date eguali, cioè are che illumina il punto f, e rbs
che illumina p, e gsc che illumina n; adunque, per la settima del nono
è concluso fpn, parte superiore dello sferico, essere di eguale
chiarezza; la quale settima del nono dice che tutte quelle parti dei
corpi che con eguale distanza saranno illuminate da eguali e simili
lumi, sempre per necessità saranno di eguale chiarezza, e tale
condizione accade ad fpn. Seguita la seconda dimostrazione: sia abc il
corpo ombroso sferico; dfe sia l'emisfero illuminatore; de è la terra
che qui causa l'ombra; dico che tutta la parte della sfera anb per la
passata è privata di ombra, perché non è veduta dall'oscurità della
terra, e tutto il rimanente della superficie di tale sfera è ombroso
con piú o meno oscurità, secondo che piú o men somma dell'oscurità
della terra con minore o maggior quantità della luce dell'emisfero si accompagna. 740. Della proporzione che hanno le parti luminose de' corpi co' loro riflessi.Tal proporzione avrà la parte illuminata dal
lume incidente da quella che si illumina dal lume riflesso, quale ha il
lume incidente con esso lume riflesso. Provasi: sia ab il lume
incidente che illumina lo sferico cd in cnd, e passa co' suoi raggi
all'obietto ef, e di lí si riflette in cmd; dico che se il lume ab ha
due gradi di potenza e l'ef ne ha uno, ch'è subduplo a due, che il lume riflesso cmd sarà subduplo al lume cnd. 741. Della parte piú oscura dell'ombra ne' corpi sferici o colonnali.La parte dell'ombra de' corpi sferici o
colonnali sarà interposta infra il suo lume incidente ed il lume riflesso. 742. Come le ombre fatte da lumi particolari si debbono fuggire, perché sono i loro fini simili ai principî.Le ombre fatte dal sole od altri lumi
particolari sono senza grazia del corpo, che da quelle è accompagnato,
imperocché confusamente lascia le parti di sé con evidente termine di
ombra dal lume, e le ombre sono di pari potenza nell'ultimo che nel principio. 743. Del dare i lumi debiti alle cose illuminate secondo i siti.Ai lumi accomodati alle cose da essi
illuminate bisogna avere gran rispetti, conciossiaché in una medesima
istoria vi accade parti che sono alla campagna al lume universale
dell'aria, ed altre che sono in portici, che son lumi misti di
particolari ed universali, ed altre ai lumi particolari, cioè in
abitazioni che pigliano il lume da una sola finestra. Di queste tre
sorta di lumi, alla prima è necessario i lumi pigliare gran campi, per
la quarta del primo che dice: tal proporzione è da grandezza a
grandezza delle parti de' corpi illuminati, quale è da grandezza a
grandezza degli obietti di quelli illuminatori; ed ancora di questi,
cioè chi richiede riflessi dell'un corpo nell'altro, dove il lume entra
per istretti luoghi infra i corpi illuminati da lume universale, perché
ai lumi che penetrano infra i corpi vicini l'uno all'altro accade il
medesimo che ai lumi che penetrano per le finestre o porte delle case,
le quali noi dimandiamo lumi particolari; e cosí di questo faremo al suo luogo i debiti ricordi. 744. Regola del porre le debite ombre e i debiti lumi ad una figura, ovvero corpo laterato.Tal sarà la maggiore o minore oscurità
dell'ombra ovvero la maggiore o minor chiarezza di lume che ferirà
sopra le faccie di un corpo laterato, qual sarà la maggiore o minore
grossezza dell'angolo che si rinchiude, infra la linea centrale del
luminoso che percuote sopra il mezzo del lato illuminato e la
superficie di esso lato illuminato; come se il corpo illuminato fosse
colonnato ottangolare, la fronte del quale è posta qui in margine; e
sia che la linea centrale ra, la quale si estende dal centro del
luminoso r al centro del lato sc; e sia ancora che la linea centrale rd
si estenda dal centro di esso luminoso r al centro del lato cf; dico
che tal proporzione sarà dalla qualità del lume che riceve da esso
luminoso il lato sc a quella che dal medesimo luminoso riceve il
secondo lato cf, qual sarà dalla grossezza dell'angolo bac alla grossezza dell'angolo edf. 745. Regola del porre le vere chiarezze de' lumi sopra i lati del predetto corpo.Sia tolto un colore simile al colore del corpo
che tu vuoi imitare, e sia tolto il colore del principale lume col
quale vuoi illuminare esso corpo; dipoi, se tu trovi che il sopradetto
maggiore angolo sia duplo all'angolo minore, allora tu torrai una parte
del colore naturale del corpo che vuoi imitare, e dàgli due parti del
lume che tu vuoi ch'esso riceva, ed avrai posto il lume duplo al lume
minore; dipoi, per fare il lume subduplo, togli una sola parte di esso
colore naturale del già detto corpo, ed aggiungigli solo una parte del
detto lume, e cosí avrai fatto sopra un medesimo colore un lume il
quale sarà doppio l'uno all'altro, perché sopra una quantità di esso
colore è data una simile quantità di lume, ed all'altra quantità son
date due quantità di tale lume. E se tu vuoi misurare di punto esse
quantità di colori, abbi un piccolo cucchiaro col quale tu possa
pigliare le tue quantità eguali, com'è posto qui in margine. E quando
tu hai con esso tolto il tuo colore, tu lo radi colla piccola riga,
come far si suole alle misure delle biade quando si vendono esse biade. 746. Perché pare piú chiaro il campo illuminato intorno all'ombra derivativa stando in casa che in campagna.Il campo chiaro che circonda l'ombra
derivativa è piú chiaro vicino ad essa ombra che nelle parti piú
remote; e questo accade quando tal campo riceve il lume da una
finestra, e non accade in campagna. E come questo nasce sarà definito a suo luogo nel libro dell'ombra e lume. 747. Del dare i lumi.Da' prima un'ombra universale per tutta la
parte contenente che non vede il lume, poi dàgli ombre mezzane, e le
principali a paragone l'una dell'altra, e cosí da' il lume contenente
di mezzano lume, dandogli poi i mezzi e i principali similmente a paragone. 748. Del dare con artificiosi lumi ed ombre aiuto al finto rilievo della pittura.Nell'aumentare la pittura nel suo rilievo
userai fare, infra la finta figura e quella cosa visiva che riceve la
sua ombra, una linea di chiaro lume che divida la figura dall'oscurato
obietto; e nel medesimo obietto farai due parti chiare che mettano in
mezzo l'ombra fatta nel muro dalla contrapposta figura. Usa spesso fare
quelle membra che tu vuoi che si partano alquanto dal loro corpo, e
massime quando le braccia intraversano il petto, di fare che infra il
battimento dell'ombra del braccio sul petto e la propria ombra del
braccio resti alquanto di lume, che paia che passi nello spazio ch'è
infra il petto ed il braccio. E quando tu vuoi che il braccio paia piú
distante dal petto, tanto piú fa detto lume maggiore, e sempre fa che
tu t'ingegni di accomodare i corpi in campi che la parte di essi corpi
ch'è oscura termini in campo chiaro, e la parte del corpo illuminata termini in campo oscuro. 749. Del circondare i corpi con varî lineamenti di ombra.Fa che sempre le ombre fatte sopra la
superficie de' corpi da varî obietti usino ondeggiare con varî
torcimenti, mediante la varietà de' membri che fanno le ombre e della cosa che riceve essa ombra. 750. Modo di fare alle figure l'ombra compagna del lume e del corpo.Quando fai una figura e che tu vuoi vedere se
l'ombra è compagna del lume, ch'essa non sia o piú rossa o gialla che
si sia la natura dell'essere del colore che tu vuoi adombrare, farai
cosí: fa l'ombra col tuo dito sopra la parte illuminata, e se l'ombra
accidentale da te fatta sarà simile all'ombra naturale fatta dal dito
sopra la tua opera, starà bene, e puoi col dito piú presso o piú
lontano fare ombre piú scure o piú chiare, le quali sempre paragona colla tua. 751. De' siti de' lumi e delle ombre delle cose vedute in campagna.Quando l'occhio vede tutte le parti de' corpi
veduti dal sole, esso vedrà tutti i corpi senz'ombra. Provasi per la
nona che dice: la superficie di ogni corpo opaco partecipa del colore
del suo obietto. Adunque, essendo il sole obietto di tutte quelle parti
delle superficie de' corpi che lo vedono, esse parti di superficie
partecipano della chiarezza del sole che li illumina. Risguarderà essi
corpi, ed è impossibile che possa vedere altra parte di tali corpi che
si sia quella ch'è veduta dal sole. Adunque non vedrà primitiva né
derivativa di nessuno de' predetti corpi. 752. Se il sole è in oriente e l'occhio a settentrione, ovvero a meridie.Quando il sole è all'oriente e l'occhio a
settentrione o a meridie, allora l'occhio vedrà le ombre primitive de'
corpi orientali ed i lumi de' corpi occidentali, ed esso essere appunto in mezzo ai lumi ed alle ombre de' corpi. 753. Del sole e dell'occhio posti all'oriente.Quando il sole e l'occhio saranno all'oriente,
allora tutte le parti delle superficie che vedono il sole si
dimostreranno all'occhio illuminate, per la nona di questo. 754. Del sole all'oriente e l'occhio all'occidente.Quando l'occhio di occidente vede il sole
all'oriente, allora i corpi opachi interposti infra l'oriente e
l'occidente mostreranno all'occhio le sue ombre. Seguita che un paese è mezzo chiaro e mezzo scuro. 755. Ricordo al pittore.Adunque tu, o pittore, quando figuri i tuoi
paesi o campagne col lume a destra o a sinistra, ricordati, per la
sopradetta conclusione, come le ombre de' corpi hanno ad occupare con
maggiore o minor quantità, quanto essi corpi sono piú vicini o piú remoti dalla causa che li illumina. 756. Della convenienza delle ombre compagne de' loro lumi.In questa parte tu devi avere gran rispetto
alle cose circostanti a que' corpi che tu vuoi figurare, per la prima
del quarto, che prova che la superficie di ogni corpo ombroso partecipa
del colore del suo obietto; ma si deve accomodare coll'arte a fare a
riscontro delle ombre de' corpi verdi cose verdi, come prati e simili
convenienze acciocché l'ombra, partecipando del colore di tale obietto,
non venga a degenerare ed a parere ombra di altro corpo, che verde;
perché se tu metterai il rosso illuminato a riscontro dell'ombra, la
quale è in sé verde, questa tale ombra rosseggierà e farà colore di
ombra, la quale sarà bruttissima e molto varia dalla vera ombra del
verde; e quel che di tal colore si dice, s'intende di tutti gli altri. 757. In che parte de' corpi ombrosi si dimostreranno i loro colori di piú eccellente bellezza.L'eccellente bellezza di qualunque colore che
non abbia in sé lustro sarà sempre nell'eccellente chiarezza della parte piú illuminata di essi corpi ombrosi. 758. Perché i termini de' corpi ombrosi si mostrano alcuna volta piú chiari o piú scuri che non sono.I termini de' corpi ombrosi si dimostrano
tanto piú chiari o piú scuri che non sono, quanto il campo che con loro
confina sarà piú scuro o piú chiaro del colore di quel corpo che lo termina. 759. Che differenza è dalla parte illuminata nella superficie de' corpi ombrosi alla parte lustra.La parte del corpo ombroso che si illumina
parrà tanto men luminosa quanto essa piú si avvicinerà al suo lustro; e
questo è causato dalla gran varietà ch'è infra loro ne' loro confini,
la quale è cagione che la parte men lucida pare oscura in tali confini,
e la parte lucida del lustro pare chiarissima. Ma queste tali
superficie che ricevono le dette impressioni sono di natura di specchi
confusi, i quali pigliano confusamente il simulacro del sole e del
cielo che gli fa campo, e similmente del lume di una finestra e della
oscurità della parete nella quale è fatta essa finestra. |
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