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L'angolo dell'ARTE | Alfredo Ossino |
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PUNTASECCA |
![]() Rembrandt - Le tre croci - 1653 circa - puntasecca e bulino cm_55x45 Con questa tecnica, si incide direttamente il metallo, senza servirsi di acidi. Il nome di questa tecnica, deriva dall'utensile che viene usato per incidere la matrice. Si tratta di una punta di metallo, molto dura e affilata. L'utensile è sottile e tagliente. Ha l'aspetto di una matita, si usano diversi tipi di punte. La punta può essere affusolata ad ago o sfaccettata ed è di spessore variabile. Ancora migliori, sono le punte di diamante. La pressione, che si esercita sulla punta, determina la profondità e quindi di larghezza del solco, che in fase di stampa, darà un segno più o meno intenso. Viene usata graffiando, rigando o raspando. Durante l'operazione, vengono sollevati, dalla matrice, dei filamenti di metallo detti barbe. Questi filamenti o sbavature, al contrario di quanto avviene nella tecnica a bulino, non vengono tolte. Esse al momento dell'inchiostrazione trattengono l'inchiostro e conferiscono al segno un aspetto vellutato caratteristico. La pressione esercitata in fase di stampa, però le distrugge rapidamente
e di conseguenza, man mano che si procede con la stampa, l'aspetto di queste viene alterato. |