VITA e OPERE
Bagnanti a asnieres - 1883
Il circo - 1890
Domenica alla grande Jatte - 1884
Le modelle - 1887
Studio per la Chahut - 1889-1890,
olio su tavola - 21,5x16,5 cm
Georges nacque a Parigi il 2 dicembre del 1859 terzo di quattro figli di una famiglia di borghesi benestanti.
Da ragazzo mostrò interesse per la pittura ed il disegno e si esercitò sotto la guida dello zio materno
Paul Haumontré-Faivre, pittore dilettante.
Nel 1876, si iscrisse alla scuola municipale di disegno, dove ebbe per maestro lo scultore Justin Lequien.
In questa scuola Georges studiò disegno, copiando quelli dei grandi maestri antichi, e disegnando dal vero.
Fu un buon allievo e univa la pratica del disegno alla lettura di testi di teoria del disegno, come la
Grammaire des arts du dessin di Charles Blanc, che aveva teorizzato la reciproca influenza che i
colori esercitano tra di loro, accostati l'uno all'altro e studiato i rapporti fra colori primari e complementari,
in modo da ottenere, dal loro corretto utilizzo, la massima espressività.
Nel 1878 fu ammesso all'École des beaux-arts. Nello stesso anno dipinge Fiori in un vaso, una natura morta impressionista.
Il fondo è dipinto con brevi tocchi verticali, il vaso è invece dipinto con pennellate
incrociate a spatola, per dare il senso del volume. Nei successivi dipinti mostrò l'interesse per i paesaggi e per l'impressionismo di Pissarro,
che lo portò a produrre piccole tavole, che egli chiamava croquetons (schizzi).
Nel maggio del 1879, l'artista, visitò la IV Mostra degli Impressionisti e rimase profondamente colpito dalla nuova corrente artistica.
Egli si convinse dell'insufficienza dell'istruzione accademica e abbandonati gli studi con degli amici, aprì uno studio e cominciò a dipingere.
In ottobre il pittore dovette partire per la leva, continuò a disegnare abbandonando la linea in favore della ricerca dei contrasti di tono con la tecnica del chiaroscuro.
Rientrato a Parigi nel 1881, sempre più convinto della necessità di una strutturazione scientifica dell'arte, continuò lo studio della funzione della luce e del
colore, leggendo tra gli altri, il Modern chromatics dello statunitense Ogden Rood, che riprendeva le teorie di Chevreul.
Ogden consigliava di non impiegare i pigmenti, i colori terrosi e il nero e utilizzare la
mescolanza ottica, cioè dipingere con piccoli tocchi di colori diversi e anche opposti.
Successivamente tra il 1882 e il 1883, sviluppò i temi del lavoro nei campi.
Nella Contadina seduta sull'erba la massa della figura, investita dalla luce solare, si
stacca sul fondo chiaro e privo di orizzonte, dipinto con pennellate ampie e incrociate.
La mancanza di dettagli e la sua immobilità conferisce maestosità al soggetto, malgrado l'umiltà della postura.
Gli Spaccapietre, ispirata al celebre dipinto di Courbet, mostra l'interesse del pittore alla
composizione e all'effetto del colore, e l'opera colpisce per la forza espressiva delle figure.
Nel 1883 Seurat partecipò al Salon con un disegno: il Ritratto di Aman-Jean.
Successivamente dipinse La Baignade, che rappresenta dei giovani bagnanti sulla riva della Senna.
Il quadro venne preparato con grande scrupolo, riprendendo immagini dal vivo numerose scene,
quattordici dipinti eseguiti con tecnica impressionista per studiare il colore e la luce e dieci disegni
per definire i volumi, approfondendo i particolari con studi dei dettagli.
Infine sintetizzò lentamente sulla tela i risultati ottenuti, attraverso un paziente lavoro.
L'opera risulta monumentale, l'impianto prospettico minuzioso, le linee, le masse e la cromaticità
di un'armonia sorprendente, la tecnica pittorica innovativa che impiega la scomposizione ottica
del colore in alcune zone, ed il colore puro, dato a grandi pennellate in altre, anche se talvolta
si riduce in tocchi sottili. La staticità e la mancanza di espressione delle figure da una
parte, e il prato e l'acqua del fiume, trattati a piccoli tocchi, costituiscono due visioni opposte,
una architettonica e l'altra impressionistica, che però trovano nel loro contrasto, un'armonia solenne.
Il dipinto, inviato al Salon del 1884, ma venne respinto dalla giuria.
Il pittore aderì di conseguenza alla Gruppo degli Artisti Indipendenti.
Questi refusés inaugurarono a maggio il Salon des Artistes Indépendants, al quale
parteciparono ben 450 pittori, che formarono la Societé des Artistes Indépendants a cui aderì anche Signac.
Il rapporto tra i due pittori fu proficuo per entrambi, Seurat eliminò dalla sua tavolozza i colori
terrosi, che scuriscono le immagini, e Signac fece proprie le teorie scientifica della legge del contrasto dei colori.
Nel 1884 iniziò una nuova grande opera (2 metri x 3), che non si allontana, come metodologia di preparazione e
scelta del soggetto, da quella della Baignade: Grande-Jatte.
Tornato a Parigi e conclusa la Grande-Jatte, Seurat, si adoperò per organizzare una mostra che unisse
impressionisti e neoimpressionisti. Questa si tenne da maggio a giugno del 1886 a Parigi.
Fu l'ultima esposizione degli impressionisti e non riservò ai divisionisti
e alle loro opere alcun successo né di pubblico né di critica.
Nel 1887 dipinse La parata del circo e Le modelle.
Nel 1889 conobbe la modella Madeleine Knoblock, con la quale decise di convivere e dalla quale
l'anno successivo ebbe un figlio: Pierre-Georges.
Dalla sua tecnica derivò il nome dato a questo stile, definito puntinismo o pontillisme.
Questo stile fu chiamato anche neo-impressionismo, per sottolinearne la
sua ideale continuazione con l’impressionismo.
Molte sono le affinità tra il puntinismo e l'impressionismo, soprattutto la scelta dei soggetti tratti
dalla vita parigina di quegli anni, anche se, sul piano estetico, le differenze sono notevoli.
La pittura impressionista rappresentava la poetica dell’attimo fuggente, materializzato in
immagini sfuggenti, il neo-impressionismo, invece, una sorta di congelamento del tempo che rende tutto immobile e statico.
Georges Seurat morì molto giovane, a Parigi il 29 marzo 1891, a soli trentadue anni,
probabilmente a causa di difterite o da un'encefalite acuta. Suo figlio morì due settimane dopo per lo stesso male.
La sua eredità venne raccolta soprattutto dall’amico Paul Signac, che scrisse anche il libro,
Da Delacroix al neoimpressionismo, che diede i fondamenti teorici del
pointillisme che egli chiamava divisionismo. Sosteneva infatti che
il puntino era solo un mezzo per dividere il colore e non un fine. Tanto che gli stessi
procedimenti divisionistici potevano ottenersi anche con tratteggi
accostati e non solo con piccoli punti, come fecero infatti i divisionisti italiani.
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