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GEORGES SEURAT

È stato il pittore francese che portò alle estreme conseguenze la tecnica pittorica impressionista. Per dare maggior luce e brillantezza ai colori sulla tela gli impressionisti erano ricorsi ai colori puri, non mescolati, per evitare al massimo le sintesi sottrattive che smorzavano i colori. Seurat voleva giungere ai risultati di massima brillantezza utilizzando la mescolanza ottica. Mise a punto il principio di contrasto simultaneo, secondo il quale se si accostano due colori complementari le qualità di luminosità di ognuno vengono esaltate. La grande novità fu il principio di melange optique. L’occhio distingue due puntini tra loro accostati se questi non sono troppo piccoli o se la distanza dell'osservatore non è troppa, altrimenti, vede un’unica macchia di colore. Se due punti sono di colore diverso, l’occhio vede un terzo colore dato dalla somma dei due, più brillante di qualsiasi colore simile, che si possa ottenere con la mescolanza dei pigmenti. La novità tecnica della sua pittura furono i puntini. Egli realizzava i suoi quadri accostando piccoli puntini di colori primari, componendo una specie di mosaico di indubbia suggestione. Dalla sua tecnica derivò il nome dato a questo stile, puntinismo o pontillisme, chiamato anche neo-impressionismo, per sottolinearne la sua ideale continuazione con l’impressionismo.


VITA e OPERE


seurat Bagnanti
Bagnanti a asnieres - 1883

seurat il circo
Il circo - 1890

seurat la grande jatte
Domenica alla grande Jatte - 1884

seurat le modelle
Le modelle - 1887

seurat Studio per la Chahut
Studio per la Chahut - 1889-1890,
olio su tavola - 21,5x16,5 cm

Georges nacque a Parigi il 2 dicembre del 1859 terzo di quattro figli di una famiglia di borghesi benestanti. Da ragazzo mostrò interesse per la pittura ed il disegno e si esercitò sotto la guida dello zio materno Paul Haumontré-Faivre, pittore dilettante. Nel 1876, si iscrisse alla scuola municipale di disegno, dove ebbe per maestro lo scultore Justin Lequien.

In questa scuola Georges studiò disegno, copiando quelli dei grandi maestri antichi, e disegnando dal vero. Fu un buon allievo e univa la pratica del disegno alla lettura di testi di teoria del disegno, come la Grammaire des arts du dessin di Charles Blanc, che aveva teorizzato la reciproca influenza che i colori esercitano tra di loro, accostati l'uno all'altro e studiato i rapporti fra colori primari e complementari, in modo da ottenere, dal loro corretto utilizzo, la massima espressività.

Nel 1878 fu ammesso all'École des beaux-arts. Nello stesso anno dipinge Fiori in un vaso, una natura morta impressionista. Il fondo è dipinto con brevi tocchi verticali, il vaso è invece dipinto con pennellate incrociate a spatola, per dare il senso del volume. Nei successivi dipinti mostrò l'interesse per i paesaggi e per l'impressionismo di Pissarro, che lo portò a produrre piccole tavole, che egli chiamava croquetons (schizzi).

Nel maggio del 1879, l'artista, visitò la IV Mostra degli Impressionisti e rimase profondamente colpito dalla nuova corrente artistica. Egli si convinse dell'insufficienza dell'istruzione accademica e abbandonati gli studi con degli amici, aprì uno studio e cominciò a dipingere.
In ottobre il pittore dovette partire per la leva, continuò a disegnare abbandonando la linea in favore della ricerca dei contrasti di tono con la tecnica del chiaroscuro.

Rientrato a Parigi nel 1881, sempre più convinto della necessità di una strutturazione scientifica dell'arte, continuò lo studio della funzione della luce e del colore, leggendo tra gli altri, il Modern chromatics dello statunitense Ogden Rood, che riprendeva le teorie di Chevreul. Ogden consigliava di non impiegare i pigmenti, i colori terrosi e il nero e utilizzare la mescolanza ottica, cioè dipingere con piccoli tocchi di colori diversi e anche opposti.

Successivamente tra il 1882 e il 1883, sviluppò i temi del lavoro nei campi. Nella Contadina seduta sull'erba la massa della figura, investita dalla luce solare, si stacca sul fondo chiaro e privo di orizzonte, dipinto con pennellate ampie e incrociate. La mancanza di dettagli e la sua immobilità conferisce maestosità al soggetto, malgrado l'umiltà della postura. Gli Spaccapietre, ispirata al celebre dipinto di Courbet, mostra l'interesse del pittore alla composizione e all'effetto del colore, e l'opera colpisce per la forza espressiva delle figure. Nel 1883 Seurat partecipò al Salon con un disegno: il Ritratto di Aman-Jean.

Successivamente dipinse La Baignade, che rappresenta dei giovani bagnanti sulla riva della Senna. Il quadro venne preparato con grande scrupolo, riprendendo immagini dal vivo numerose scene, quattordici dipinti eseguiti con tecnica impressionista per studiare il colore e la luce e dieci disegni per definire i volumi, approfondendo i particolari con studi dei dettagli. Infine sintetizzò lentamente sulla tela i risultati ottenuti, attraverso un paziente lavoro. L'opera risulta monumentale, l'impianto prospettico minuzioso, le linee, le masse e la cromaticità di un'armonia sorprendente, la tecnica pittorica innovativa che impiega la scomposizione ottica del colore in alcune zone, ed il colore puro, dato a grandi pennellate in altre, anche se talvolta si riduce in tocchi sottili. La staticità e la mancanza di espressione delle figure da una parte, e il prato e l'acqua del fiume, trattati a piccoli tocchi, costituiscono due visioni opposte, una architettonica e l'altra impressionistica, che però trovano nel loro contrasto, un'armonia solenne.

Il dipinto, inviato al Salon del 1884, ma venne respinto dalla giuria. Il pittore aderì di conseguenza alla Gruppo degli Artisti Indipendenti. Questi refusés inaugurarono a maggio il Salon des Artistes Indépendants, al quale parteciparono ben 450 pittori, che formarono la Societé des Artistes Indépendants a cui aderì anche Signac. Il rapporto tra i due pittori fu proficuo per entrambi, Seurat eliminò dalla sua tavolozza i colori terrosi, che scuriscono le immagini, e Signac fece proprie le teorie scientifica della legge del contrasto dei colori. Nel 1884 iniziò una nuova grande opera (2 metri x 3), che non si allontana, come metodologia di preparazione e scelta del soggetto, da quella della Baignade: Grande-Jatte.

Tornato a Parigi e conclusa la Grande-Jatte, Seurat, si adoperò per organizzare una mostra che unisse impressionisti e neoimpressionisti. Questa si tenne da maggio a giugno del 1886 a Parigi. Fu l'ultima esposizione degli impressionisti e non riservò ai divisionisti e alle loro opere alcun successo né di pubblico né di critica. Nel 1887 dipinse La parata del circo e Le modelle.

Nel 1889 conobbe la modella Madeleine Knoblock, con la quale decise di convivere e dalla quale l'anno successivo ebbe un figlio: Pierre-Georges.

Dalla sua tecnica derivò il nome dato a questo stile, definito puntinismo o pontillisme. Questo stile fu chiamato anche neo-impressionismo, per sottolinearne la sua ideale continuazione con l’impressionismo.
Molte sono le affinità tra il puntinismo e l'impressionismo, soprattutto la scelta dei soggetti tratti dalla vita parigina di quegli anni, anche se, sul piano estetico, le differenze sono notevoli. La pittura impressionista rappresentava la poetica dell’attimo fuggente, materializzato in immagini sfuggenti, il neo-impressionismo, invece, una sorta di congelamento del tempo che rende tutto immobile e statico.

Georges Seurat morì molto giovane, a Parigi il 29 marzo 1891, a soli trentadue anni, probabilmente a causa di difterite o da un'encefalite acuta. Suo figlio morì due settimane dopo per lo stesso male.
La sua eredità venne raccolta soprattutto dall’amico Paul Signac, che scrisse anche il libro, Da Delacroix al neoimpressionismo, che diede i fondamenti teorici del pointillisme che egli chiamava divisionismo. Sosteneva infatti che il puntino era solo un mezzo per dividere il colore e non un fine. Tanto che gli stessi procedimenti divisionistici potevano ottenersi anche con tratteggi accostati e non solo con piccoli punti, come fecero infatti i divisionisti italiani.