logo L'angolo dell'ARTE Alfredo Ossino

JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO


‘Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura’ così Giorgio Vasari ritrasse Jacopo Robusti detto il Tintoretto. Pittore rivoluzionario, è tra i principali interpreti della pittura italiana del Cinquecento ed esponente della scuola veneziana, ultimo rinascimentale e precursore dello stile barocco, che si diffuse dopo nel '600.

Tintoretto San Giorgio e il drago
San Giorgio e il drago

Tintoretto ritratto senatore
Susanna e i vecchioni

Tintoretto Venere Vulcano e Marte
Venere Vulcano e Marte

Tintoretto Ultima Cena
Ultima cena - 1592-94 -
olio su tela - cm 365 x 568

Tintoretto ritratto senatore
Pietà: deposizione dalla croce - 1559 ~
- olio su tela cm 227 x 294
Tintoretto ritratto senatore
Ritratto di un senatore

VITA e OPERE del TINTORETTO


Jacopo Robusti, detto il Tintoretto nasce probabilmente nel 1519, a Venezia e qui salvo qualche breve viaggio, trascorse tutta la sua vita. Deve il soprannome con il quale è noto alla professione del padre, tintore di stoffe.
Nel 1530, il padre Battista, notando la predisposizione del figlio per il disegno, lo mandò come apprendista nella bottega del grande Tiziano.
Si racconta che, dopo solo dieci giorni, il Tiziano (poco paziente) lo avrebbe cacciato dalla sua scuola, per il carattere ribelle del giovane allievo, chiamato scherzosamente dai compagni grano di pepe.
Jacopo continuò a studiare da solo, con sacrifici e fatica. Utilizzando i modelli di Michelangelo, divenne esperto nel modellare la cera e l' argilla, come faceva Tiziano, del quale restò sempre grande ammiratore, anche se il maestro ed i suoi seguaci, lo ignorarono sempre.

Piccolo di statura e di carattere fiero e puntiglioso, Jacopo nel 1530, a soli 20 anni è già un maestro indipendente, con una sua bottega, in un periodo nel quale la pittura veneziana si rinnova profondamente per il soggiorno di artisti veneziani a Roma e in Toscana e per la presenza a Venezia di artisti come Giorgio Vasari. Le prime opere del Pittore, risentono di questo clima e sono in particolare ricche di suggestioni.

Verso 1546 l'artista dipinge per la chiesa della Madonna dell'Orto tre delle sue opere principali: Adorazione del Vitello d'oro, la Presentazione della Vergine al Tempio e il Giudizio Universale.

Nel 1548  dipinge Il ritrovamento del corpo di San Marco ad Alessandria, Corpo del Santo portato a Venezia, Un devoto del Santo indemoniato, e il Miracolo dello schiavo, con il quale Tintoretto si impone all’attenzione generale.

Verso il 1550 il pittore sposa Faustina Episcopi, dalla quale ha, fra gli altri figli, Marietta (1554), Domenico (1560) e Marco (1561), anch'essi pittori.

La pittura del Tintoretto si afferma con la Cena del 1547 e il Miracolo di San Marco del 1548, dove compaiono alcune delle fondamentali caratteristiche del suo stile: la prepotente e complessa dinamicità dell'invenzione prospettico-spaziale, la rapidità del segno, l'accentuazione della plasticità e del chiaroscuro, la potenza di gesti e delle pose, la forza dei colori. Nel contempo era diventato molto bravo a dipingere ritratti che eseguiva con una velocità straordinaria, ed in questo settore, si faceva aiutare dai figli Domenico e Marietta. Sopratutto quest'ultima, sembra fosse molto brava. Questa abilità gli consenti di farsi conoscere ancora di più, malgrado dovesse affrontare la concorrenza di pittori come Tiziano e Paolo Veronese.
Nella rappresentazione della realtà narrativa ed immediata, che coinvolge chi guarda, fa da protagonista la luce, come si può vedere in una serie di capolavori fra i quali le Storie della genesi (1550-53) della Scuola della Trinità.

Nel 1555, l'artista, ormai soprannominato anche Il furioso, per il suo tratto e per l'uso drammatico della prospettiva, dipinge la celebre pala con "L'Assunta" nella Chiesa dei Gesuiti di Venezia, e Giuseppe e la moglie di Putifarre, altro celebre lavoro, poi acquistato da Diego Velasquez per Filippo IV. L'anno successivo il pittore esegue il dipinto Susanna e i vecchioni.

In pochissimo tempo, dipinge quindi il ritratto di Girolamo Priuli, divenuto doge nel 1559. Sembra che il pittore avesse preparato per tempo la tela, con la posa già abbozzata, visto che i ritratti dei dogi avevano uno schema predefinito. Le rifiniture e i panneggi delle vesti venivano inoltre eseguiti successivamente nella bottega del pittore, con l'aiuto di manichini e stoffe.
Quando doveva inserire un ritratto in una tela di grandi dimensioni, lo dipingeva su una tela a parte e poi lo faceva cucire direttamente sulla tela più grande.
L'artista realizzava ritratti per le personalità importanti e anche di famose cortigiane, che ritraeva nelle vesti di eroine della mitologia, ma sottolineandone sempre la "professione", grazie ad alcune caratteristiche: gioielli, pettini o specchi. Tutti questi accorgimenti, gli consentivano una grande velocità di esecuzione e l'acquisizione di molti consensi.

Tra il 1560 ed il 1570, dipinge opere con temi religiosi e profani, dove sempre più emerge la forza drammatica della luce. Ricordiamo le portelle d'organo con gli Evangelisti (1557) della chiesa di Santa Maria del Giglio a Venezia, il San Giorgio e La Principessa, la Piscina Probatica (Gesù guarisce un paralitico) della Chiesa di S. Rocco (1559), le Nozze di Cana (1561), l'Invenzione della Croce, il Ritrovamento del corpo di San Marco, le vastissime composizioni della Adorazione del Vitello d'oro e del Giudizio Universale (1562-65).
Nel 1566 venne nominato membro della prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno, nata a Firenze per volere di Vasari, con la protezione di Cosimo I, e che raggruppava sotto di sé gli artisti più importanti del tempo.

Fra il 1575 e il 1581 dipinge, nella Sala Grande al primo piano della Scuola di San Rocco, prima le tele del soffitto con temi biblici, quindi quelle delle pareti con temi evangelici. Stupenda, per originalità, colori e luminosità, la Adorazione dei pastori.
Fra il 1583 e il 1587 viene completato il grande ciclo di San Rocco, con la realizzazione delle tele della Sala Inferiore, che annoverano diverse scene della Vita della Vergine e della Infanzia di Cristo, Santa Maria Maddalena leggente e Santa Maria Egizìaca in meditazione.

Jacopo Robusti, detto il Tintoretto, dopo una febbre di 15 giorni, muore il 31 Maggio 1594 all'età di 75 anni.