L'angolo dell'ARTE | Alfredo Ossino |
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TRATTATO DELLA PITTURA
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Il trattato
della pittura di Leonardo è una raccolta di pensieri e appunti tratti
dai suoi manoscritti. Leonardo durante la sua vita cominciò a scrivere
diversi trattati ed una serie grandissima di appunti e disegni. Tutto
questo materiale dopo la morte del maestro, fu affidato a Francesco
Melzi, che lo custodì. Insieme ad altro materiale rinvenuto, fu
ricopiato e compilato. Si tratta quindi di un'opera composita,
compilata da un allievo e pubblicata solo dopo la morte dell'artista.
L’intenzione di Leonardo di comporre una grande opera sulla pittura è
nota, però non è certo se essa sia stata mai completata. La migliore
raccolta pervenutaci è quella del Codice Urbinato 1270 della Biblioteca
Vaticana. Il Trattato comprende 935 paragrati o capitoli. L'organicità dello scritto fa pensare che Leonardo avesse concepito il Trattato suddiviso in due grandi sezioni. La prima teorica, dove afferma i principi ideologici e filosofici della pittura, con i principi della prospettiva, di luci e ombre. Una seconda pratica, in cui il maestro dà una serie di consigli e precetti, sulle proporzioni di corpi e figure e sulla rappresentazione dei moti e degli elementi naturali. Il filo conduttore del Trattato, è l'esercizio dell'arte di saper osservare quasi scientificamente e cogliere i segreti della natura e tutti gli aspetti che ne determinano la percezione visiva. Il Trattato si apre con una disputa, sulla preminenza della pittura (arte prediletta di Leonardo) rispetto alle altre arti. Così la pittura vince la scultura perché, a differenza di questa, può abbracciare tutte le cose visibili e disponendo solo di una superficie piana, deve conquistare, rilievo e profondità spaziale. Anche la musica è sorella minore della pittura poiché muore nello stesso momento in cui nasce, mentre il disegno resta nel tempo. La disputa si conclude con un'esaltazione della pittura. Inizialmente vengono enunciati alcuni precetti generali di studio e di vita, quindi segue la trattazione, delle varie parti della pittura. Leonardo si occupa del variare delle proporzioni nel moto e grande attenzione è rivolta al linguaggio dei gesti e alla fisiognomica. Il maestro espone anche la teoria della prospettiva, che distingue, in geometrica e lineare. L'ultima parte del Trattato contiene osservazioni sul paesaggio, sugli alberi, le nuvole e l'orizzonte. Leonardo è forse l’unico grande pittore e pensatore, che con il pretesto della pittura ha illustrato il suo pensiero, egli formula leggi su tutto ciò che lo interessa, abbinando arte, conoscenza scientifica e filosofica, ma la pittura resta sempre, per lui, il modo supremo di esprimere la realtà, attinta attraverso la conoscenza. |
INDICE |
TRATTATO DELLA PITTURA di LEONARDO DA VINCI
1. Se la pittura è scienza o no. |
PAGINA2 41. Del primo principio della scienza della pittura. |
131. Della pittura lineare. 132. Della pittura, cioè delle ombre. 133. Delle parti e qualità della pittura. 134. Della elezione de' bei visi. 135. Della elezione dell'aria, che dà grazia ai volti. 136. Delle bellezze e bruttezze. 137. Delle bellezze. 138. De' giudicatori di varie bellezze in varî corpi, e di pari eccellenza. 139. Come si debbono figurare i putti. 140. Come si debbono figurare i vecchi. 141. Come si debbono figurare le donne. 142. Come si debbono figurare le vecchie. 143. Come si deve figurare una notte. 144. Come si deve figurare una fortuna. 145. Come si deve figurare una battaglia. 146. Del modo di condurre in pittura le cose lontane. 147. Come l'aria si deve far più chiara quanto più la fai finire bassa. 148. A fare che le figure spicchino dal loro campo. 149. Del figurare le grandezze delle cose dipinte. 150. Delle cose finite, e delle confuse. 151. Delle figure che sono separate, acciocché non paiano congiunte. 152. Se il lume deve esser tolto in faccia alle figure, o da parte, e quale dia più grazia. 153. Della riverberazione. 154. Dove non può essere riverberazione luminosa. 155. De' riflessi. 156. De' riflessi de' lumi che circondano le ombre. 157. Dove i riflessi de' lumi sono di maggiore o minor chiarezza. 158. Qual parte del riflesso sarà più chiara. 159. De' colori riflessi della carne. 160. Dove i riflessi sono più sensibili. 161. De' riflessi duplicati e triplicati. 162. Come nessun colore riflesso è semplice, ma è misto con le specie degli altri colori. 163. Come rarissime volte i riflessi sono del colore del corpo dove si congiungono. 164. Dove più si vedrà il riflesso. 165. De'riflessi. 166. Riflessione. 167. De' colori de' riflessi. 168. De' termini de' riflessi nel loro campo. 169. Del modo d'imparar bene a comporre insieme le figure nelle istorie. 170. Del porre prima una figura nell'istoria. 171. Del collocar le figure. 172. Modo del comporre le istorie. 173. Del comporre le istorie. 174. Varietà d'uomini nelle istorie. 175. Dell'imparare i movimenti dell'uomo. . 176. Come il buon pittore ha da dipingere due cose, l'uomo e la sua mente. 177. Del comporre le istorie in prima bozza. 178. Di non far nelle istorie troppi ornamenti alle figure. 179. Della varietà nelle istorie. 180. Dell'istoria. 181. Convenienze delle parti delle istorie. 182. Del diversificare le arie de' volti nelle istorie. 183. Del variare valetudine, età e complessione dei corpi nelle istorie. 184. De' componimenti delle istorie. 185. Precetto del comporre le istorie. 186. Dell'accompagnare i colori l'uno con l'altro, in modo che l'uno dia grazia all'altro. 187. Del far vivi e belli i colori nelle tue pitture. 188. De' colori delle ombre di qualunque colore. 189. Delle varietà che fanno i colori delle cose remote o propinque. 190. In quanta distanza si perdono i colori delle cose integralmente. 191. In quanta distanza si perdono i colori degli obietti dell'occhio. 192. Colore d'ombra del bianco. 193. Qual colore farà ombra più nera. 194. Del colore che non mostra varietà in varie grossezze d'aria. 195. Della prospettiva de' colori. 196. Del colore che non si muta in varie grossezze d'aria. 197. Se i colori varî possono parere di una uniforme oscurità mediante una medesima ombra. 198. Della causa de' perdimenti de' colori e figure de' corpi mediante le tenebre che paiono e non sono. 199. Come nessuna cosa mostra il suo vero colore, se essa non ha lume da un altro simil colore. 200. De' colori che si dimostrano variare dal loro essere mediante i paragoni de' loro campi. |
201. Della mutazione de' colori trasparenti dati o misti sopra diversi colori con la loro diversa relazione. 202. Qual parte di un medesimo colore si dimostra più bella in pittura. 203. Come ogni colore che non lustra è più bello nelle sue parti luminose che nelle ombrose. 204. Dell'evidenza de' colori. 205. Qual parte del colore ragionevolmente deve esser più bella. 206. Come il bello del colore dev'essere ne' lumi. 207. Del color verde fatto dalla ruggine di rame. 208. Aumentazione di bellezza nel verderame. 209. Della mistione de' colori l'uno con l'altro, la qual mistione si estende verso l'infinito. 210. Della superficie d'ogni corpo ombroso. 211. Qual è la superficie più ricettiva di colori. 212. Qual parte del corpo si tingerà più del colore del suo obietto. 213. Qual parte della superficie de' corpi si dimostrerà di più bel colore. 214. Delle incarnazioni de' volti. 215. Modo per ritrarre di rilievo e preparare la carta per questo. 216. Della varietà di un medesimo colore in varie distanze dall'occhio. 217. Della verdura veduta in campagna. 218. Qual verdura parrà partecipare più d'azzurro. 219. Qual è quella superficie che meno che le altre dimostra il suo vero colore. 220. Qual corpo ti mostrerà più il suo vero colore. 221. Della chiarezza de' paesi. 222. Prospettiva comune, e della diminuzione de' colori in lunga distanza. 223. Delle cose specchiate nelle acque de' paesi, e prima dell'aria. 224. Diminuzione de' colori pel mezzo interposto infra loro e l'occhio. 225. De' campi che si convengono alle ombre ed ai lumi. 226. Come si deve riparare quando il bianco termina in bianco o l'oscuro in oscuro. 227. Della natura de' colori de' campi sopra i quali campeggia il bianco. 228. De' campi delle figure. 229. De' campi delle cose dipinte. 230. Di quelli che in campagna fingono la cosa più remota farsi più oscura. 231. De' colori delle cose remote dall'occhio. 232. Gradi di pittura. 233. Dello specchiamento e colore dell'acqua del mare veduto da diversi aspetti. 234. Della natura de' paragoni. 235. Del colore dell'ombra di qualunque corpo. 236. Della prospettiva de' colori ne' luoghi oscuri. 237. Prospettiva de' colori. 238. De' colori. 239. Da che nasce l'azzurro dell'aria. 240. De' colori. 241. De' colori. 242. De' campi delle figure de' corpi dipinti. 243. Perché il bianco non è colore. 244. De' colori. 245. De' colori de' lumi incidenti e riflessi. 246. De' colori delle ombre. 247. Delle cose poste in campo chiaro, e perché tal uso è utile in pittura. 248. De' campi. 249. De' colori. 250. De' colori che risultano dalla mistione d'altri colori, i quali si dimandano specie seconda. 251. De' colori. 252. De' colori specchiati sopra cose lustre di varî colori. 253. De' colori del corpo. 254. De' colori. 255. Del vero colore. 256. Del colore delle montagne. 257. Come il pittore deve mettere in pratica la prospettiva de' colori. 258. Della prospettiva aerea. |
PAGINA 5 DE' VARI ACCIDENTI E MOVIMENTI DELL'UOMO E PROPORZIONE DI MEMBRA259. Delle mutazioni delle misure dell'uomo pel movimento delle membra a diversi aspetti.260. Delle mutazioni delle misure dell'uomo dal nascimento al suo ultimo crescimento. 261. Come i puttini hanno le giunture contrarie agli uomini nelle loro grossezze. 262. Delle differenti misure che v'hanno fra i putti e gli uomini. 263. Delle giunture delle dita. 264. Delle giunture delle spalle, e loro accrescimenti e diminuzioni. 265. Delle spalle. 266. Delle misure universali de' corpi. 267. Delle misure del corpo umano e piegamenti di membra. 268. Della proporzionalità delle membra. 269. Della giuntura della mano col braccio. 270. Delle giunture de' piedi, e loro ingrossamenti e diminuzioni. 271. Delle membra che diminuiscono quando si piegano, e crescono quando si distendono. 272. Delle membra che ingrossano nelle loro giunture quando si piegano. 273. Delle membra degli uomini ignudi. 274. De' moti potenti delle membra dell'uomo. 275. De' movimenti dell'uomo. 276. Dell'attitudine e de' movimenti delle membra. 277. Delle giunture delle membra. 278. Della membrificazione dell'uomo. 279. De' membri. 280. Delle membrificazioni degli animali. 281. De' moti delle parti del volto. 282. De' movimenti dell'uomo nel volto. 283. Qualità d'arie de' visi. 284. De' membri e descrizione d'effigie. 285. Del fare un'effigie umana in profilo dopo averlo guardato una sola volta. 286. Modo di tener a mente la forma d'un volto. 287. Della bellezza de' volti. 288. Di fisonomia e chiromanzia. 289. Del porre le membra. 290. Degli atti delle figure. 291. Dell'attitudine. 292. De' movimenti delle membra, quando si figura l'uomo, che sieno atti propri. 293. Ogni moto della figura finta dev'essere fatto in modo che mostri effetto. 294. De' moti propri dimostratori del moto della mente del motore. 295. De' moti propri operati da uomini di diverse età. 296. De' movimenti dell'uomo e d'altri animali. 297. Di un medesimo atto veduto da varî siti. 298. Della membrificazione de' nudi e loro operazioni. 299. Degli scoprimenti o coprimenti de' muscoli di ciascun membro nelle attitudini degli animali. 300. De' movimenti dell'uomo ed altri animali. 301. Del moto e corso dell'uomo ed altri animali 302. Quando è maggior differenza d'altezza delle spalle dell'uomo nelle sue azioni. 303. Risposta contra. 304. Come il braccio raccolto muta tutto l'uomo dalla sua prima ponderazione quando esso braccio s'estende. 305. Dell'uomo ed altri animali che nel muoversi con tardità non hanno il centro della gravità troppo remoto dal centro de' sostentacoli. 306. Dell'uomo che porta un peso sopra le spalle. 307. Della ponderazione dell'uomo sopra i suoi piedi. 308. Dell'uomo che si muove. 309. Della bilicazione del peso di qualunque animale immobile sopra le sue gambe. 310. De' piegamenti e voltamenti dell'uomo. 311. De' piegamenti. 312. Della equiponderanza. 313. Del moto umano. 314. Del moto creato dalla distruzione del bilico. 315. Del bilico delle figure. 316. Della grazia delle membra. 317. Della comodità delle membra. 318. D'una figura sola fuori dell'istoria. 319. Quali sono le principali importanze che appartengono alla figura. 320. Del bilicare il peso intorno al centro della gravità de' corpi. 321. Delle figure che hanno a maneggiare o portar pesi. 322. Delle attitudini degli uomini. 323. Varietà d'attitudini. 324. Delle attitudini delle figure. 325. Dell'attenzione de' circostanti ad un caso notando. 326. Qualità de' nudi. 327. Come i muscoli sono corti e grossi. 328. Come i grassi non hanno grossi muscoli. 329. Quali sono i muscoli che spariscono ne' movimenti diversi dell'uomo. 330. De' muscoli. |
TRATTATO DELLA PITTURA di LEONARDO DA VINCI
331. Di non far tutti i muscoli alle figure, se non sono di gran fatica. |
PAGINA 7 452. Perché le torri parallele paiono nelle nebbie più strette da piedi che da capo. 453. Perché i volti da lontano paiono oscuri. 454. Perché l'uomo visto a certa distanza non è conosciuto. 455. Quali sono le parti che prima si perdono di notizia ne' corpi che si rimuovono dall'occhio, e quali più si conservano. 456. Della prospettiva lineare. 457. De' corpi veduti nella nebbia. 458. Delle altezze degli edifici visti nelle nebbie. 459. Delle città ed altri edifici veduti la sera o la mattina nella nebbia. 460. Perché le cose più alte poste nella distanza sono più oscure che le basse, ancoraché la nebbia sia uniforme in grossezza. 461. Delle macchie delle ombre che appariscono ne' corpi da lontano. 462. Perché sul far della sera le ombre de' corpi generate in bianca parete sono azzurre. 463. Dove è più chiaro il fumo. 464. Della polvere. 465. Del fumo. 466. Pittura. 467. Della parte del corpo opaco. 468. Precetto di pittura. 469. De' termini della cosa bianca. 470. Precetto. 471. Perché la cosa dipinta, ancoraché essa venga all'occhio per quella medesima grossezza d'angolo che quella che è più remota di essa, non pare tanto remota quanto quella della remozione naturale. 472. Pittura. 473. Del giudizio ch'hai da fare sopra un'opera d'un pittore. 474. Del rilievo delle figure remote dall'occhio. 475. De' termini de' membri illuminati. 476. De' termini. 477. Delle incarnazioni e figure remote dall'occhio. 478. Pittura. 479. Discorso di pittura. 480. Pittura. 481. Perché di due cose di pari grandezza parrà maggiore la dipinta che quella di rilievo. 482. Perché le cose perfettamente ritratte di naturale non paiono del medesimo rilievo qual pare esso naturale. 483. Qual pare più rilevato, o il rilievo vicino all'occhio, o il rilievo remoto da esso occhio. 484. Precetto.. 485. Di far che le cose paiano spiccate da' lor campi, cioè dalla parete dove sono dipinte. 486. Precetto. 487. Come le figure spesso somigliano ai loro maestri. 488. Del figurare le parti del mondo. 489. Del figurare le quattro cose de' tempi dell'anno, o partecipanti di quelle. 490. Del vento dipinto. 491. Del principio di una pioggia. 492. Della disposizione di una fortuna di venti e di pioggia. 493. Delle ombre fatte da' ponti sopra la loro acqua.. 494. De' simulacri chiari o scuri che s'imprimono sopra i luoghi ombrosi e luminati posti infra la superficie ed il fondo delle acque chiare. 495. Dell'acqua chiara è trasparente il fondo fuori della superficie. 496. Della schiuma dell'acqua. 497. Precetto di pittura. 498. Precetto. 499. De' dieci uffici dell'occhio, tutti appartenenti alla pittura. 500. Della statua. 501. Per fare una pittura d'eterna vernice. 502. Modo di colorire in tela. 503. De' fumi delle città. 504. Del fumo e della polvere. 505. Precetto di prospettiva in pittura. 506. L'occhio posto in alto che vede degli obietti bassi. 507. L'occhio posto in basso che vede degli obietti bassi ed alti. 508. Perché si dà il concorso di tutte le specie che vengono all'occhio ad un sol punto. 509. Delle cose specchiate nell'acqua. 510. Delle cose specchiate in acqua torbida. 511. Delle cose specchiate in acqua corrente. 512. Della natura del mezzo interposto infra l'occhio e l'obietto. 513. Effetti del mezzo circondato da superficie comune. 514. Degli obietti. 515. Delle diminuzioni de' colori e corpi. 516. Delle interposizioni de' corpi trasparenti infra l'occhio e l'obietto. |
PAGINA 8 DE' PANNI E MODO DI VESTIR LE FIGURE CON GRAZIA E DEGLI ABITI E NATURE DE' PANNI.517. De' panni che vestono le figure. 518. Delle maniere rotte o salde de' panni che vestono le figure. 519. Del vestire le figure con grazia. 520. De' panni che vestono le figure, e pieghe loro. 521. Del modo di vestire le figure. 522. De' vestimenti. 523. De' panni volanti o stabili. 524. Operazioni de' panni e loro pieghe, che sono di tre nature. 525. Delle nature delle pieghe de' panni. 526. Come si devono dare le pieghe ai panni. 527. Delle poche pieghe de' panni. 528. Delle pieghe de' panni in iscorto. 529. De' modi del vestire le figure, ed abiti diversi. 530. Dell'occhio che vede pieghe de' panni che circondano l'uomo. 531. Delle pieghe de' panni. 532. Delle pieghe. |
PAGINA9 DELL'OMBRA E LUME, E DELLA PROSPETTIVA533. Che cosa è ombra. 534. Che differenza è da ombra a tenebre. 535. Da che deriva l'ombra. 536. Dell'essere dell'ombra per sé. 537. Che cosa è ombra e lume, e qual è di maggior potenza. 538. Che sia ombra e tenebre. 539. In quante parti si divide l'ombra. 540. Dell'ombra e sua divisione. 541. Di due specie di ombre ed in quante parti si dividono. 542. Qual è più oscura, o l'ombra primitiva o l'ombra derivativa. 543. Che differenza è da ombra a tenebre. 544. Che differenza è da ombra semplice a ombra composta. 545. Che differenza è da lume composto a ombra composta. 546. Come sempre il lume composto e l'ombra composta confinano insieme. 547. Che il termine dell'ombra semplice sarà di minor notizia. 548. Dell'ombra derivativa composta.. 549. Come l'ombra primitiva e derivativa sono congiunte. 550. Come l'ombra semplice con l'ombra composta si congiunge. 551. Della semplice e composta ombra primitiva. 552. De' termini dell'ombra composta. 553. Del termine dell'ombra semplice. 554. Che ombra fa il lume eguale all'ombroso nella figura delle sue ombre. 555. Che ombra fa l'ombroso maggiore del luminoso. 556. Quante sono le sorta delle ombre. 557. Quante sono le specie delle ombre. 558. Di quante sorta è l'ombra primitiva. 559. In quanti modi si varia l'ombra primitiva. 560. Che varietà ha l'ombra derivativa. 561. Di quante figure è l'ombra derivativa. 562. Dell'ombra che si muove con maggior velocità che il corpo suo ombroso. 563. Dell'ombra derivativa, la quale è molto più tarda che l'ombra primitiva. 564. Dell'ombra derivativa che sarà eguale all'ombra primitiva. 565. Dell'ombra derivativa remota dall'ombra primitiva. 566. Natura ovvero condizione dell'ombra. 567. Qual è l'ombra aumentata. 568. Se l'ombra primitiva è più potente che l'ombra derivativa. 569. De' moti delle ombre. 570. Percussione dell'ombra derivativa e sue condizioni. 571. Dell'ombra derivativa, e dove è maggiore. 572. Della morte dell'ombra derivativa. 573. Della somma potenza dell'ombra derivativa. 574. Dell'ombra semplice di prima oscurità. 575. Delle tre varie figure delle ombre derivative. 576. Varietà di ciascuna delle dette tre ombre derivative. 577. Che le ombre derivative sono di tre nature. 578. Che le ombre derivative sono di tre specie. 579. Qualità di ombre. 580. Del moto dell'ombra. 581. Dell'ombra piramidale. 582. Della semplice ombra derivativa. 583. Dell'ombra derivativa composta. 584. Se l'ombra può esser veduta per l'aria. 585. Se l'ombra derivativa è più oscura in un luogo che in un altro. 586. Quale ombra derivativa mostrerà i suoi termini più noti. 587. In quanti modi principali si trasforma la percussione dell'ombra derivativa. 588. In quanti modi si varia la quantità della percussione dell'ombra coll'ombra primitiva. 589. Come l'ombra derivativa, essendo circondata in tutto o in parte da campo illuminato, è più oscura che la primitiva. 590. Come l'ombra primitiva, che non è congiunta con piana superficie, non sarà di eguale oscurità. 591. Condizione degli obietti oscuri di ciascun'ombra. 592. Qual campo renderà le ombre più oscure. 593. Dove sarà più oscura l'ombra derivativa. 594. Delle ombre. 595. De' termini che circondano le ombre derivative nelle loro percussioni. 596. Come ogni corpo ombroso genera tante ombre quante sono le parti luminose che lo circondano. 597. Delle varie oscurità delle ombre circondatrici di un medesimo corpo ombroso. 598. Dell'ombra fatta da un corpo infra due lumi eguali. 599. Che quel corpo ch'è più propinquo al lume fa maggior ombra, e perché. 600. Perché l'ombra maggiore che la sua cagione si fa di discordante proporzione. |
601. Perché l'ombra maggiore che la sua cagione ha termini confusi. 602. Come l'ombra separata non sarà mai simile per grandezza alla sua cagione. 603. Che differenza è da ombra congiunta co' corpi ad ombra separata. 604. Natura dell'ombra derivativa. 605. Delle figure delle ombre. 606. Dell'ombra derivativa generata in altra ombra derivativa. 607. De' termini dell'ombra derivativa. 608. Dell'estensione dell'ombra derivativa. 609. Dove l'ombra derivativa è più oscura. 610. Delle varietà delle ombre nel variare le grandezze de' lumi che le generano. 611. Del variare dell'ombra senza diminuzione del lume che la causa. 612. Dell'ombra che si converte in lume. 613. Del lume che si converte in ombra. 614. Dell'ombra derivativa creata da lume di lunga figura, che percuote l'obietto simile a sé. 615. Che le ombre debbono sempre partecipare del colore del corpo ombroso. 616. Delle cose bianche remote dall'occhio. 617. Delle ombre delle cose remote e lor colore. 618. Delle ombre, e quali sono quelle primitive che saranno più oscure sopra il suo corpo. 619. Qual parte della superficie di un corpo s'imprime meglio del colore del suo obietto. 620. Qual parte della superficie di un corpo ombroso sarà dove i colori degli obietti si mischiano 621. Qual parte è di mediocre ombra nella superficie di un corpo ombroso. 622. Qual parte della superficie illuminata sarà di maggior chiarezza. 623. Qual ombra principale nelle superficie de' corpi avrà minore o maggior differenza delle parti luminose. 624. Delle ombre fatte nelle parti ombrose de' corpi opachi. 625. Qual corpo piglia più quantità di ombra. 626. Qual corpo piglia più quantità di luce. 627. Qual corpo piglia più oscura ombra. 628. Della qualità dell'oscurità delle ombre. 629. Dell'ombra delle verdure de' prati. 630. Precetto di pittura. 631. Delle ombre che non sono compagne della parte illuminata. 632. Del lume de' corpi ombrosi che non sono quasi mai del vero colore del corpo illuminato. 633. Come son le ombre per lunga distanza. 634. Della larghezza delle ombre, e de' lumi primitivi. 635. Delle maggiori o minori oscurità delle ombre. 636. Dove le ombre ingannano il giudizio che dà sentenza della lor maggiore o minore oscurità. 637. Dove i lumi ingannano il giudizio del pittore. 638. Dell'ombra ne' corpi. 639. Delle qualità di ombre e di lumi. 640. Delle ombre e lumi, e colori. 641. De' lumi ed ombre, e colori di quelli. 642. Dell'ombra e lumi negli obietti. 643. De' termini insensibili delle ombre. 644. Delle qualità de' lumi ed ombre ne' corpi ombrosi. 645. Delle dimostrazioni de' lumi e delle ombre. 646. De' lumi. 647. De' lumi ed ombre. 648. De' lumi ed ombre che di sé tingono le superficie delle campagne. 649. Del lume derivativo. 650. De' lumi. 651. Di illuminazione e lustro. 652. Di ombra e lume. 653. Di ombra e lume. 654. De' lumi ed ombre. 655. Di ombra e lume. 656. Esempio. 657. Di ombre e lumi 658. De' lumi infra le ombre. 659. Del chiaro e scuro. 660. Del chiaro e scuro. 661. Delle quattro cose che si hanno da considerare principalmente nelle ombre e ne' lumi. 662. Della natura del lume illuminatore de' corpi ombrosi. 663. De' lumi universali sopra i corpi puliti. 664. De' corpi ombrosi i quali son puliti e lustri. 665. Come i corpi circondati da lume universale generano in molte parti di sé i lumi particolari. 666. Delle ombre e lumi co' quali si fingono le cose naturali. 667. Delle ombre, ed in quali corpi non possono essere di gran potenza di oscurità, e cosi i lumi. 668. Del lume particolare del sole o di altro corpo luminoso. 669 lume universale dell'aria dove non percuote il sole. 670. Dell'universale illuminazione mista colla particolare del sole o di altri lumi. 671. Dell'ombra media, la quale s'interpone infra la parte illuminata e l'ombrosa de' corpi. 672. Se il gran lume di poca potenza val quanto un piccolo lume di gran potenza. 673. Del mezzo incluso infra i lumi e le ombre principali. 674. Del sito dell'occhio che vede più o men ombra secondo il moto ch'esso fa intorno al corpo ombroso. 675. Qual sito è quello donde mai si vede ombra negli sferici ombrosi. 676. Qual sito ovvero qual distanza è quella intorno al corpo sferico, donde mai non è privato d'ombra. 677. Qual lume fa le ombre de' corpi più differenti ai lumi loro. 678. Di varî obietti vicini veduti in lunga distanza. 679. Del sito dove l'obietto si mostra di maggiore oscurità. 680. Dove ed in qual colore le ombre perdano più il colore naturale della cosa ombrata. 681. Qual colore di corpo farà ombra più differente dal lume, cioè qual sarà più oscura. 682. Qual parte di un corpo sarà più illuminata da un medesimo lume in qualità. 683. Egualità di ombre in pari corpi ombrosi e luminosi in diverse distanze. 684. Qual luminoso è quello che mai vedrà se non la metà dello sferico ombroso. 685. S'egli è possibile che per alcuna distanza un corpo luminoso possa illuminare solamente la metà di un corpo ombroso minore di esso. 686. Delle varie oscurità delle ombre de' corpi in pittura contraffatte. 687. Quali colori fan più varietà di lumi alle ombre. 688. Tutti i colori nelle lontane ombre sono ignoti ed indiscernibili. 689. De' colori delle specie degli obietti che tingono di sé le superficie de' corpi opachi. 690. Del color falso delle ombre de' corpi opachi. 691. Qual è in sé vera ombra de' colori de' corpi. 692. Qual obietto tinge più della sua similitudine le superficie bianche de' corpi opachi. 693. Degli accidenti delle superficie de' corpi. 694. Del colore delle ombre, e quanto si oscurano. 695. De' colori de' lumi illuminatori de' corpi ombrosi.. 696. Quel che fan le ombre co' lumi ne' paragoni. 697. Quali sono gli obietti delle carni che le fanno dimostrare le ombre compagne de' lumi. 698. Delle ombre de' visi che passando per le strade molli non paiono compagne delle loro incarnazioni. 699. Della qualità dell'aria alle ombre e ai lumi. 700. De' lumi piccoli. 701. Qual superficie fa minor differenza di chiaro e di scuro. 702. Dov'è maggior varietà dalle ombre ai lumi, o nelle cose vicine o nelle remote. 703. Quale sarà quel corpo che di pari colore e distanza dall'occhio men varia i suoi lumi dalle ombre. 704. Perché si conoscono le vere figure di qualunque corpo vestito e terminato nelle superficie. 705. Della discrezione delle ombre de' siti e delle cose poste in quelli. 706. In quali superficie si trova la vera ed eguale luce. 707. Della chiarezza del lume derivativo. 708. Della remozione e propinquità che fa l'uomo nel discostarsi ed avvicinarsi ad un medesimo lume, e della varietà delle ombre sue. 709. Delle varietà che fa il lume immobile delle ombre che si generano ne' corpi, che in sé medesimi si piegano, o abbassano, o alzano senza mutazione de' loro piedi. 710. Qual corpo è quello che accostandosi al lume cresce la sua parte ombrosa. 711. Qual è quel corpo che quanto più si accosta al lume più diminuisce la sua parte ombrosa. 712. Qual è quel corpo ombroso che non cresce né diminuisce le sue parti ombrose o luminose per nessuna distanza o vicinità dal corpo che lo illumina. 713. Infra i corpi di eguale grandezza, quello che da maggior lume sarà illuminato avrà la sua ombra di minore lunghezza. 714. Quei corpi sparsi situati in abitazione illuminata da una sola finestra faranno l'ombra derivativa più o meno breve, secondo che sarà più o meno a riscontro di essa finestra. 715. Ogni mezzo d'ombra derivativa si drizza col mezzo dell'ombra originale, e col centro del corpo ombroso, e del lume derivativo, e col mezzo della finestra, ed in ultimo col mezzo di quella parte del meridionale fatto dall'emisfero celeste. 716. Ogni ombra fatta dal corpo ombroso minore del lume originale manderà le ombre derivative tinte del colore della loro origine. 717. Quella parte del corpo ombroso sarà meno luminosa, che sarà veduta da minore quantità di lume. 718. Ogni lume che cade sopra i corpi ombrosi infra eguali angoli, tiene il primo grado di chiarezza, e quello sarà più scuro che riceve gli angoli meno eguali, ed il lume o le ombre fanno loro ufficio per piramide. 719. Ogni ombra fatta dai corpi si dirizza colla linea del mezzo ad un solo punto fatto per intersecazione di linee luminose nel mezzo dello spazio e grossezza della finestra. 720. Ogni ombra con tutte sue varietà che per distanza cresce per larghezza più che la sua cagione, le sue linee esteriori si congiungono insieme infra il lume e il corpo ombroso. 721. Ogni corpo ombroso si trova infra due piramidi, una scura e l'altra luminosa; l'una si vede e l'altra no, e questo solo accade quando il lume entra per una finestra. 722. Qual è quel lume che, ancoraché l'occhio sia più discosto dallo sferico ombroso che esso lume, non potrà mai vedere ombra, stando dietro al lume. 723. Dell'occhio che per lunga distanza mai gli sarà occupata la veduta dell'ombra nell'ombroso, quando il luminoso sarà minore dell'ombroso. 724. Dell'ombra dell'opaco sferico posto infra l'aria. 725. Dell'ombra dell'opaco sferico posato sopra la terra. 726. Delle ombre de' corpi alquanto trasparenti. 727. Dell'ombra maestra che sta infra il lume incidente ed il riflesso. 728. De' termini de' corpi che prima si perdono di notizia. 729. De' termini de' corpi opachi. 730. Come i termini de' corpi ombrosi veduti da una medesima pupilla non sono in un medesimo sito in esso corpo. 731. Come quel corpo ha i suoi termini più confusi, che sarà più vicino all'occhio che li vede. 732. Come si deve conoscere qual parte del corpo deve essere più o men luminosa che le altre. 733. Quando gli angoli fatti dalle linee incidenti saranno più eguali, in quel luogo sarà più lume, e dove saran più disuguali, sarà più oscurità. 734. Come i corpi accompagnati da ombra e lume sempre variano i loro termini dal colore e lume di quella cosa che confina colla loro superficie. 735. De' colmi de' lumi che si voltano e trasmutano, secondo che si trasmuta l'occhio veditore di esso corpo. 736. Modo come devono terminare le ombre fatte dagli obietti. 737. Qual parte dello sferico meno si illumina. 738. Qual parte dello sferico più si illumina. 739. Qual parte dell'opaco sferico meno si illumina. 740. Della proporzione che hanno le parti luminose de' corpi co' loro riflessi. 741. Della parte più oscura dell'ombra ne' corpi sferici o colonnali. 742. Come le ombre fatte da lumi particolari si debbono fuggire, perché sono i loro fini simili ai principî. 743. Del dare i lumi debiti alle cose illuminate secondo i siti. 744. Regola del porre le debite ombre e i debiti lumi ad una figura, ovvero corpo laterato. 745. Regola del porre le vere chiarezze de' lumi sopra i lati del predetto corpo. 746. Perché pare più chiaro il campo illuminato intorno all'ombra derivativa stando in casa che in campagna. 747. Del dare i lumi. 748. Del dare con artificiosi lumi ed ombre aiuto al finto rilievo della pittura. 749. Del circondare i corpi con varî lineamenti di ombra. 750. Modo di fare alle figure l'ombra compagna del lume e del corpo. 751. De' siti de' lumi e delle ombre delle cose vedute in campagna. 752. Se il sole è in oriente e l'occhio a settentrione, ovvero a meridie. 753. Del sole e dell'occhio posti all'oriente. 754. Del sole all'oriente e l'occhio all'occidente. 755. Ricordo al pittore.......209 756. Della convenienza delle ombre compagne de' loro lumi. 757. In che parte de' corpi ombrosi si dimostreranno i loro colori di più eccellente bellezza. 758. Perché i termini de' corpi ombrosi si mostrano alcuna volta più chiari o più scuri che non sono. 759. Che differenza è dalla parte illuminata nella superficie de' corpi ombrosi alla parte lustra. |
DEL LUSTRO760. Del lustro de' corpi ombrosi. 761. Come il lustro è più potente in campo nero che in alcun altro campo. 762. Come il lustro generato nel campo bianco è di piccola potenza. 763. Delle grandezze de' lustri sopra i corpi tersi. 764. Che differenza è da lustro a lume. 765. Del lume e lustro. 766. Quali corpi sono quelli che hanno il lume senza lustro. 767. Quali corpi sono quelli che hanno lustro e non parte luminosa. 768. Del lustro. DE' RIFLESSI769. Dell'ombra interposta infra lume incidente e lume riflesso. 770. Dove il riflesso dev'essere più oscuro. 771. Perché i riflessi poco o niente si vedono ne' lumi universali. 772. Come il riflesso si genera ne' lumi universali. 773. Quali lumi facciano più nota e spedita la figura de' muscoli. 774. Come i corpi bianchi si devono figurare. 775. Dell'occhio che sta al chiaro e vede il luogo oscuro. 776. Dell'occhio che vede le cose in luogo chiaro. 777. Delle ombre e lumi delle città. 778. Dell'illuminazione delle parti infime de' corpi insieme ristretti, come gli uomini in battaglia. 779. Del lume particolare. DELLE OMBROSITÀ E CHIAREZZE DE' MONTI780. Prospettiva comune. 781. Delle cime de' monti vedute di sopra in giú. 782. Dell'aria che mostra più chiare le radici de' monti che le loro cime. 783. Perché i monti distanti mostrano più oscure le sommità che le loro basi. 784. Delle cime de' monti che si scoprono all'occhio l'una più alta dell'altra, che le proporzioni delle distanze non sono colle proporzioni de' colori. 785. Delle cime de' monti che non diminuiscono ne' colori secondo la distanza delle cime loro. 786. Dell'inganno del pittore nella grandezza degli alberi e degli altri corpi delle campagne. 787. Perché i monti in lunga distanza si dimostrano più scuri nella cima che nella base. 788. Perché i monti paiono avere più oscure le cime che le basi in lunga distanza. 789. Come non si deve figurar le montagne cosí azzurre il verno come l'estate. 790. Come i monti ombrati dai nuvoli partecipano del colore azzurro. 791. Dell'aria che infra i monti si dimostra. 792. De' monti e loro divisione in pittura. 793. Pittura che mostra la necessaria figurazione delle alpi, monti e colli. 794. Pittura e come i monti crescono. 795. Pittura nel figurare le qualità e membri de' paesi montuosi. 796. De' monti. 797. De' monti. 798. Precetto 799. Del corpo luminoso che si volta intorno senza mutazione di sito e riceve un medesimo lume da diversi lati e si varia in infinito. 800. Di ombra e lume de' corpi ombrosi. 801. De' corpi illuminati dall'aria senza il sole. 802. Quei termini delle ombre saranno più insensibili, che nasceranno da maggior quantità di luce. 803. Quale ombra è più oscura. 804. Del lume. 805. Precetto. 806. Precetto. 807. De' termini de' corpi mediante i campi. 808. Precetto delle ombre. 809. Dell'imitazione de' colori in qualunque distanza. 810. Del lume riflesso 811. Di prospettiva. |
TRATTATO DELLA PITTURA di LEONARDO DA VINCI
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