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DIEGO RODRIGUEZ DE SILVA Y VELAZQUEZ


Velázquez è stato uno dei più importante pittori spagnoli. Fu uno degli artisti più rappresentativi dell'epoca barocca e un grande ritrattista. Fu un pittore di grandissimo successo ed espresse il suo realismo, curando al massimo l'aspetto estetico dell'opera e l'armonia cromatica. Il suo elegante ed equilibrato cromatismo, l'intensità calibrata della pennellata, ne fanno un maestro innovativo anche se moderato.

OPERE

Velazquez Ritratto allegorico di Filippo IV
Ritratto allegorico di Filippo IV

Velazquez Juan de Pareja
Juan de Pareja (1650)

Velazquez Filippo IV a cavallo
Filippo IV a cavallo

Velazquez Ritratto di papa Innocenzo X
Ritratto di Papa InnocenzoX -
olio su tela, cm 140x120

Velazquez Cristo in croce
Cristo crucificado 1632

Velazquez las meninas
Las meninas

BIOGRAFIA

Diego Rodriguez de Silva y Velázquez nacque a Siviglia il 6 giugno 1599 e morì a Madrid il 7 agosto nel 1660. Il padre voleva che seguisse studi letterari, ma in seguito acconsentì a fargli seguire la sua vocazione artistica. Da ragazzo iniziò la sua formazione artistica nella bottega di Francisco de Herrera e dopo in quella di Francisco Pacheco.
Il giovane Diego dimostrò subito una notevole audacia coloristica e una vocazione pittorica anticlassica e una spiccata indipendenza nell'esecuzione dei lavori.
Il suo maestro Pacheco, pur non concordando con il modo di dipingere del suo allievo, ebbe il merito di riconoscerne le doti e di lasciarlo libero nelle sue scelte. Anzi, ne rimase tanto ammirato, che gli diede in moglie sua figlia e lo incoraggio ad andare a Madrid.

Negli anni tra il 1622 e 1623, il talento di Velazquez comincia ad essere riconosciuto ed il giovane cerca di ottenere incarichi importanti. Si trasferisce perciò a Madrid. L’artista, che era di aspetto signorile ed elegante, si introduce facilmente nel nuovo ambiente. Grazie ai suoi meriti di ritrattista e l'ammirazione del conte duca di Olivares, lavora a corte e consegue l'incarico di pittore di camera del re Filippo IV.

Diego studiò i grandi pittori del passato e quelli del suo tempo, senza cedere però all'imitazione diretta di qualche stile. Nel 1628 a Madrid conobbe il Rubens e le sue opere e ne divenne amico. Fu il suo unico amico tra i colleghi e sotto gli occhi del fiammingo dipinse la sua prima grande opera: i Bevitori. Rubens convinse Velázquez (e anche il re), della necessità di un viaggio in Italia. Il re di Spagna gli conferisce la qualifica di diplomatico e l'artista, nel 1629, si reca quindi in Italia e visita Genova, Milano e Venezia, dove ammirò le opere del Tiziano, del Veronese e del Tintoretto. Visitò pure a Ferrara, Loreto e Roma. Senza subire l'influenza di nessun maestro in particolare, con il suo genio riuscì a compenetrarsi nell'anima del Rinascimento.
Diego aveva un carattere cortese ed amabile, non era invidioso e strinse amicizia con tutti i maggiori artisti. Si recò quindi a Napoli per dipingere il ritratto di Maria, sorella del re di Spagna.
In quel periodo dipinse una delle sue opere più importanti: La fucina di Vulcano.

L'artista rimase in Italia quasi 2 anni, quindi ritorna in Spagna e rimane a disposizione di Re Filippo.
In quegli anni realizzò anche il suo più grande dipinto a tema religioso, il Cristo crocifisso (1631-32). Si tratta di un'opera molto originale che ritrae Cristo nell'attimo successivo alla morte.
Nel 1636 realizzo un ritratto del Re a cavallo ed eseguì anche numerosi ritratti di nobili e della famiglia reale.

Re Filippo IV voleva fondare un'accademia d'arte in Spagna. Il paese era ricco di dipinti, ma c'erano poche statue e Velázquez fu quindi incaricato di tornare in Italia e fare alcune acquisizioni. Dal 1649 al 1651 visitò Genova, Milano, Padova, Venezia, Roma, Napoli, Bologna, Modena, Parma e Firenze. Per incarico del re, comprò tele del Veronese e del Tintoretto. Fu acclamato accademico di S. Luca per il ritratto del suo servo, Pareja, anch'esso pittore della sua scuola. Velázquez aveva abbandonato i pennelli per lunghi mesi e fece questo ritratto per allenarsi, prima di dipingere il ritratto di papa Pamphily: l'Innocenzo X. La forza dei colori, la sorprendente presenza della personalità del papa ritratto con uno sguardo attento e acuto fa di quest'opera un capolavoro. Fece altri ritratti ai cortigiani e familiari del papa, compreso quello della Pimpaccia di Piazza Navona. In seguito, riscoperto l'amore per il paesaggio luminoso, fece i due piccoli quadri che per la loro tecnica, sembrano impressionístici.

Su ordine del re, nel 1651 rientrò in Spagna, portando con sé molti dipinti e 300 statue che furono sistemate e catalogate. In seguito alla morte di Filippo IV, alcune statue, che rappresentavano dei nudi e che non erano gradite alla Chiesa spagnola, scomparirono.
Il Re, dopo la morte della prima moglie, si era sposato con Maria Anna d'Austria, che Velázquez ritrasse in diverse pose. Il pittore, fu scelto dal re per ricoprire l'incarico di Gran maresciallo di palazzo, un ruolo di responsabilità, ma che fu di ostacolo all'esercizio della pittura, anche se le opere di questo periodo sono tra le migliori.

Nel 1656 dipinse Las Meninas, opera complessa e controversa, che rappresenta un caposaldo del periodo artistico del barocco europeo e che ha reso il pittore universalmente noto.
Questo quadro ha una bellezza enigmatica e raffinata. Come in un gioco, l'artista stesso si è raffigurato a sinistra, in piedi, con il pennello in mano davanti a una grande tela su cui è intento a dipingere, il ritratto del re e della regina. La coppia reale è davanti all’artista ed occupa, il posto che normalmente occupa lo spettatore mentre contempla il dipinto. La principessa Margherita con le sue damigelle è venuta a fare visita ai genitori ed è rivolta verso di loro (e dunque verso lo spettatore). L'autore mostra ciò che normalmente non dovrebbe vedersi (i soggetti del dipinto riflessi nello specchio) ma insieme a se stesso, li trasforma nei veri protagonisti.

Tra il 1644 ed il 1648 realizzo Venere e Cupido, un nudo femminile che, in quegli anni di inquisizione, poté realizzare solo per la sua nomina reale e la protezione del re.
Il 6 agosto 1660, a causa di un forte attacco di febbre Diego driguez de Silvay Velázquez morì a Madrid.

Velazquez, fu il maggiore dei pittori spagnoli e uno dei più grandi del mondo. Nelle sue opere dominano la luce, l'atmosfera, la prospettiva aerea, l'armonia dei toni.
Le sue opere originali e spontanee, sono pervase dal suo grande senso artistico. L'artista utilizzo quasi sempre una tavolozza limitata, ma nel tempo, con l'esperienza e le conoscenze acquisite, cambiò sia il suo modo di applicare i colori, che il materiale su cui dipingeva.

Studiò molto il disegno dal vero ed i colori, acquisendo grande padronanza nel loro uso. La sua pittura, pur non esprimendo nuovi concetti e innovazioni, esprime eleganza e buon gusto.
Fu un convinto naturalista, amò la pittura dal vero e lo dipinse con il caratteristico contrasto di luce ed ombra, la cura dei dettagli e l'uso della padronanza pittorica dove mancava il disegno.

Velázquez non firmò quasi mai i suoi quadri e per l'attribuzione dei suoi ritratti si deve fare affidamento all'esame degli stessi e a ricerche storiche, ma negli archivi reali si trovano le date di realizzazione delle sole opere più significative.